domenica 22 aprile 2012

Biomasse a Palanzano. Una tresca tra sindaci?


Il comitato contro le biomasse di Palanzano ha contatto Rete Ambiente Parma cercando solidarietà.
Tutti devono sapere dell'ulteriore scempio che stanno per fare alla montagna: boschi tagliati e trasformati in cippato e un costante via e vai di letame per le strade delle valli (300 tonnellate al giorno).
Il comitato ha denunciato da tempo a Provincia e Regione l'iter delle autorizzazioni comunali, ma pare che, oltre a generici attestati di solidarietà, le istituzioni non possano vietare ciò che proprio le loro normative autorizzano.



Si teme che quanto prima il sindaco Maggiali conceda la Dia anche per l'impianto a biogas a Nacca di Vaestano. (la Dia per l'impianto che brucerebbe cippato di legna e resti di digestato è già stata concessa dal sindaco di Palanzano il 16 gennaio scorso).
Il comitato di Palanzano è riuscito ad ottenere un fac-simile dell'atto notarile con cui 8 o 9 allevatori si sono costituiti quali richiedenti l'autorizzazione degli impianti.
Da questo atto si evince che le loro stalle spaziano come dislocazione dal crinale alla collina: praticamente mezza montagna.
Alla faccia della sostenibilità e degli impianti a Km 0.

A detta del comitato metà di tali stalle sono già chiuse o stanno per fallire.
In ogni caso nessuno dei richiedenti si è mai presentato con un piano industriale che spieghi come si intenda costruire i due impianti, il cui costo è stimato grosso modo in 8 milioni di euro.
Il comitato è convinto che gli allevatori siano solo dei prestanome e che dietro ci sia l'ex sindaco di Palanzano Carlo Montali, che si era già espresso a loro favore quando era sindaco.
Sarà vero?
L'ex sindaco, una volta ottenuti i permessi, sarebbe disponibile a cedere agli effettivi speculatori tutta la partita. Illazioni o realtà?
Il comitato è altresì convinto che l'attuale sindaco Maggiali, per patti pregressi tra politici della stessa area politica, non possa rifiutare a Montali queste Dia.
Questo è il fatto che viene suggerito, in attesa delle eventuali smentite: un accordo tra il sindaco attuale ed il sindaco uscente per portare a termine tutto il progetto.
Perfino Legambiente di Reggio Emilia ha espresso la sua reprimenda su questo indirizzo che va contro la sostenibilità: “Qui si sta esagerando. Due impianti, l'uno vicino all'altro ed entrambi da 999 Kw di potenza, sono solo un modo per eludere le autorizzazioni delle istituzioni preposte (Provincia e Regione). In un posto come Nacca, dove la strada è una carraia e con l'Enza lì a due passi, il rischio idrogeologico è troppo alto”.
Tutto vero, badate.
Ma non una parola Legambiente la dice sui 40.000 quintali di legna tagliata dai boschi ogni anno per alimentare la centrale a biomassa e niente neppure sul via vai di camion di letame tra Albazzano e Miscoso, tra Tizzano e Ramiseto, tra Neviano e Palanzano.
Tutto questo per Legambiente è sostenibile, visto che per loro la montagna può essere predata delle sue risorse in nome delle energie rinnovabili, diventate il nuovo mantra con cui la speculazione intasca i nostri soldi.
Gabriella Meo, consigliere regionale, ha fatto un'interrogazione sulle due centrali di Palanzano.
E' arrivata anche a domandarsi come mai la Regione stanzi soldi per centrali a cippato quando bruciarlo è così inquinante. Non basterebbe, si chiede, che gli edifici comunali si dotassero di caldaie a pellet come già fatto dalla gente di montagna a casa propria?
E' proprio quello che Rete Ambiente Parma va dicendo da tempo.
Tutti soldi buttati che non creano lavoro e che aprono la strada ad un ulteriore disboscamento.
Ma soprattutto che aprono la strada a speculatori che vogliono mettersi in tasca i soldi delle nostre bollette, devastando la montagna e predando le sue risorse naturali.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
22 aprile 2012


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