lunedì 9 luglio 2012

E' davvero bio la biomassa?


La parola “bio” (vita, dal greco), come la parola “green” (verde, dall'inglese), sono due parole magiche utilizzate con gran profusione per dare un aspetto positivo ed ecologico a situazioni che in realtà non sono tali.



Non fa eccezione il termine biomassa, che ingentilisce tecniche industriali ed energetiche in realtà pesantemente impattanti sull'ambiente e sulla salute dei cittadini.
Oggi sono agli onori della cronaca le “centrali a biomassa”, che sembrano essere diventate la soluzione di tutti i mali e sono proposte ovunque e comunque, senza troppo sottilizzare.
Ma sono davvero ecologiche?
Per capirlo vanno analizzati tutti gli aspetti del sistema, evitando di “dimenticarne” alcuni.
Partiamo dalla fine, cioè dai residui.
Difficile che si leggano nei progetti le destinazioni previste per le ceneri di scarto di questi impianti. Si tratta di ceneri pesanti, quelle di fondo, e di ceneri leggere, quelle che parzialmente vengono intercettate dai filtri. Non sono materiali semplici da trattare. Che impatto ha la loro movimentazione? Quali sono i consumi energetici relativi? Dove verranno smaltite ed a quali costi?
Se il combustibile è legname secco la produzione di ceneri è attorno all'1%, ma se si brucia paglia si sale al 15%. Nelle ceneri volanti si trova cadmio, cromo, rame, piombo e mercurio in misura superiore ad una combustione di carbone.

Una valutazione corretta di questi impianti dovrebbe partire da un semplice confronto.
Tra prima e dopo.
Com'erano la prestazioni ambientali prima dell'attivazione dell'impianto?
Quali saranno quelle successive all'attivazione?
Non serve proclamare che il progetto si avvarrà delle Bat (best available technics), ci mancherebbe altro che si usassero tecnologie scadenti.
A noi deve invece importare misurare la qualità ambientale del prima e del dopo e solo se l'ambiente migliora, o al massimo resta uguale, dare il via al progetto.
La realtà, quella che si cerca di tenere occultata, è che le biomasse hanno uno scarso potere calorifico, sono un combustibile povero, utile solo se abbiamo grossi scarti e possibilità di approvvigionamento a basso costo.
Oltre a ciò l'impatto ambientale non è affatto trascurabile.
Ossidi di carbonio, ossidi di azoto, polveri sottili, formaldeide, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, diossine.
Impianti di cucina e riscaldamenti alimentati a legna hanno messo in evidenza rischi di asma e di cancro polmonare.(1)
Anche l'idea di produrre elettricità con le biomasse sembra cozzare contro la sua economicità, dato che per rendere sostenibile una centrale con queste prerogative, la taglia minima per essere concorrenziale pare essere attorno a 20 mega watt potenziali, una potenza che necessita di 80 mila tonnellate all'anno di legna secca (e 8 mila camion in circolazione) oltre che 400 tonnellate di ceneri da gestire. Impianti più piccoli, nonostante i certificati verdi, sembrano destinati al fallimento.
Con un rischio in più.
Che di fronte ai costi si cerchi di alimentare queste centrali con i rifiuti.
Il famoso Cdr potrebbe diventare lo sbocco naturale di questi impianti, con le conseguenze ambientali che possiamo immaginare.
Le popolazioni di Rubbiano, Fornovo, Ramiola, Varano Melegari, Medesano stanno da anni vivendo sulla loro pelle una situazione similare.
L'industria Laterlite dal 2000 ha sostituito con il placet della Provincia, il gas metano a oli esausti, rifiuti pericolosi con 20 codici diversi, della più varia provenienza, con emissioni in atmosfera imponenti e preoccupanti.
Ogni anno sessantamila tonnellate di rifiuti pericolosi passano attraverso un camino, dirimpetto alla food valley.

(1) Ramanakumar, A. V., M. E. Parent, et al. (2007). “Risk of lung cancer from residential heating and cooking fuels in Montreal, Canada.” Am J Epidemiol 165(6): 634-42.

http://federico-valerio.blogspot.it/search?q=biomasse

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 9 luglio 2012

Sono passati
770 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Sono passati
64 giorni dal previsto avvio dell'inceneritore: avrebbe dovuto accendersi il 6 maggio 2012
Sono passati
49 giorni dal referendum sull'inceneritore: i cittadini hanno detto no al forno
Dal 1° maggio 2012 piatti e bicchieri di plastica potranno essere conferiti nella raccolta differenziata della plastica (bidone giallo) grazie a nuovi accordi ANCI-CONAI

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