domenica 24 marzo 2013

Anche Cozzano contro l'inceneritore a grasso animale

Venerdì scorso, all'assemblea contro l'inceneritore a grasso animale, lo stesso pienone dell'assemblea comunale di Langhirano.
Gente di montagna che ha capito le intenzioni solo speculative dei grossi prosciuttai a danno della salute di tutti e del territorio.
La presenza del sindaco di Langhirano Bovis è servita a rimarcare la decisione del comune di applicare una variante di carattere ambientale al Rue: non saranno consentiti all'interno del territorio comunale impianti di combustione di biomassa di qualunque tipo, ma solo energie rinnovabili da acqua, sole e vento e impianti a biogas, per le aziende agricole, di potenza non superiore ai 200 Kwe.
Grande soddisfazione per gli esponenti del comitato del Poggio presenti, finalmente un amministratore ha il coraggio di sposare la loro lotta contro Citterio, il contrario di ciò che ha fatto il sindaco di Felino Lori.



La presa di posizione di Bovis può costituire il precedente per mettere in discussione, dal punto di vista ambientale, anche l'autorizzazione urbanistica con cui il comune di Felino ha dato il via libera per l'inceneritore.
Applauditissima, poi, la presa di posizione del prosciuttificio Folzani di Felino che stigmatizza il comunicato con cui il presidente del Consorzio del prosciutto nega la sua partecipazione all'assemblea di Cozzano.
Al presidente Tanara, a quanto apre, non interessa confrontarsi con i cittadini.
Ci ha tenuto però ad elargire le sue perle di saggezza, il suo pensiero di industriale “responsabile”.
Scrive il Consorzio: “...un argomento vitale come quello della salute pubblica richiede sempre e necessariamente il metodo della razionalità. Ogni altra modalità di discussione o di denuncia, infatti, rischia di far prevalere l’emotività e le ideologie. È per questo motivo che preferiamo non aderire all’invito proposto”.
Evidentemente pensa di liquidare i comitati di Cozzano e del Poggio come fossero preda di chissà quale estremismo ideologico, mentre tra di loro non c'è nessun partito e nessuna professione ideologica. Oppure colpiti dell'effetto Nimby, come se non volessero quegli impianti nel cortile di casa loro.
Come se dopo l'autorizzazione a Citterio, il contagio di far soldi bruciando il grasso non si fosse già trasmesso ad altri, coinvolgendo tutta la foodvalley.
Ma è razionale bruciare grasso animale al Poggio?
E' razionale che invece di spedire un camion al giorno di scarti all'industria del petfood, si accenda un motore che ha la cilindrata di 10 grossi camion perennemente in moto 24 ore su 24?
Che in un anno immettono nell'aria 3500 tonnellate di CO2, 12 tonnellate di ossidi di azoto, 5 tonnellate di CO, 1 tonnellata di polveri sottili e sicuramente anche diossina?
Ha senso che il presidente del Consorzio si investa di responsabilità sociale, sottintendendo che è ciò che manca ai comitati?
Non è piuttosto vero il contrario?
I comitati, battendosi contro la non sostenibilità ambientale dell'inceneritore, si battono anche per la vocazione agroalimentare del territorio, per la sua vocazione a produzioni di eccellenza, quale il
prosciutto stesso.
Cosa che non si può dire certamente di Citterio, il cui fine sono gli incentivi europei e la tariffa onnicomprensiva del Gse.
E ancor meno del Consorzio che non si preoccupa neanche del danno che le emissioni provocheranno al prodotto. Del danno di immagine che deriverà a tanti piccoli produttori come la Folzani che non seguono la politica dei grandi prosciuttai.
Serve davvero il Paes, un piano di azione per lo sviluppo delle energie rinnovabili, come è venuto a dirci il prof. Setti dell'Università di Bologna, basito appena ha saputo dell'inceneritore autorizzato proprio lì a Felino dove teneva la sua conferenza.
Il Paes finirà che lo faranno i comitati assieme agli amministratori, questi si davvero socialmente responsabili.

Giuliano Serioli

Rete Ambiente Parma
24 marzo 2012

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