Il nuovo
piano rifiuti è senza incenerimento e costa un quarto del forno
Nella giornata di ieri la
Giunta Provinciale ha deliberato la conclusione della prima fase per
la progettazione dell'impianto di TMB. Rispetto al progetto
depositato da IREN nell'estate 2012, attraverso l'attività della
Scuola Agraria di Monza (incaricata dalla Provincia di proporre
ulteriori innovazioni tecnologiche), sono emerse alcune significative
novità.
Sulla base dell'analisi dei
primi positivi risultati del nuovo modello di porta a porta attivato
a Poviglio e in altri quattro comuni della bassa reggiana, si è
ridimensionato la capacità di trattamento da circa 130 mila
tonn/annue di rifiuti urbani residui (progetto dell'estate 2012) a
113 mila tonn/annue, con la richiesta di "dimensionare
l'impianto e le singole componenti in modo da evitare
sovradimensionamenti della capacità di trattamento dei RUR e
relativi costi aggiuntivi a carico dell'utenza."
Nonostante l'individuazione
di una capacità massima di trattamento, "la progettazione
definitiva dovrà garantire i necessari elementi di flessibilità
dell'impianto in ordine ad uno scenario di evoluzione positiva della
raccolta differenziata e di riduzione dei rifiuti urbani". In
tal senso ci sarà un costante monitoraggio dell'andamento della
raccolta differenziata.
Il progetto definitivo,
inoltre, al fine di massimizzare il recupero di materia, dovrà
essere integrato con i seguenti aspetti: l'impiego del
biostabilizzato in applicazioni di tipo tecnico o agronomico non di
pregio e l'inserimento di processi di estrusione sulla frazione di
sopravaglio, sostitutiva della produzione di Combustibile Solido
Secondario. In sostanza, come già annunciato, rispetto al progetto
iniziale si elimina la produzione di materiale combustibile da
inviare in inceneritori di altre province o nei cementifici e si
forniscono le indicazioni per arrivare ad un utilizzo del materiale
inerte in uscita dal TMB (il 12% dei rifiuti complessivi) che porti,
una volta completate, a superare definitivamente l'uso delle
discariche.
Partendo dagli elementi
appena citati, nell’ottica della totale flessibilità della
tecnologia di TMB, sarà predisposto un vero e proprio progetto di
riconversione e riorganizzazione dell’impianto al crescere della
raccolta differenziata. Le implementazioni appena citate renderanno
il TMB una vera e propria “Fabbrica dei Materiali”, cioè un
impianto capace di associare – ad elevati e crescenti livelli di
raccolta differenziata – il trattamento finalizzato al massimo
riutilizzo del RUR. I costi: IREN ha presentato un primo quadro
economico che individua l'importo di 56 milioni di € come costo
massimo dell'impianto (per avere un parametro di confronto
l'inceneritore con analoga potenzialità ha un costo di 190 milioni
di € ed un impatto in tariffa del 20% superiore). L'Agenzia
territoriale per il Servizio Idrico e per i Rifiuti esaminerà i
costi dell'impianto stabiliti dal progetto definitivo e potrebbe
rivedere questa cifra, che dovrà comunque essere validata
dall'assemblea dei sindaci.
"La delibera di ieri -
dichiara l'Assessore all'Ambiente della Provincia Mirko Tutino -
segna un ulteriore passo in avanti verso la realizzazione di un
modello di gestione dei rifiuti moderno ed in linea con le più
aggiornate politiche europee. A questo punto si apre la progettazione
definitiva dell'impianto, che entro settembre dovrà concludersi. Il
TMB verrà quindi autorizzato e potranno partire i lavori. Ci sarà
ulteriore spazio per la partecipazione ed il confronto (oltre alle 25
assemblee svolte in tutta la provincia dalla fine del 2011 ad oggi)
e, soprattutto, per mettere la scelta del territorio reggiano a
disposizione del piano regionale rifiuti".
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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