Biomasse
e tumori, quale relazione?
http://trevinellazio.wordpress.com/2012/12/14/biomasse-e-tumori-quale-relazione/
Secondo Giuseppe Serravezza,
oncologo e presidente provinciale della Lega Italiana per la Lotta
contro i Tumori, parlare ancora di centrali a biomasse non ha senso,
anche perché l’Europa impone oggi degli standard, in materia di
ambiente e salute, contrari all’idea delle biomasse stesse
“Le centrali a biomasse
oltraggiano l’intelligenza delle persone”. Così il presidente
della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori, Giuseppe
Serravezza, chiosa su questo argomento di attualità. E sì che la
Lilt da anni conduce campagne di sensibilizzazione e informazione su
tutto ciò che potrebbe nuocere alla nostra salute, su tutto ciò che
potrebbe provocare il cancro (in particolare ai polmoni), un male da
cui sempre più raramente si guarisce nonostante i progressi della
scienza medica.
Dottor Serravezza, quanto è
più dannosa una grande centrale a biomasse (come erano i progetti di
quella che dovevano essere realizzata a Lecce o Cavallino) rispetto a
una piccola?
Le centrali a biomasse, sia
grandi che piccole, comportano emissioni di gas inquinanti. Sappiamo
che questi gas posseggono differenti sostanze cancerogene, come i più
noti ossidi di carbonio e di azoto, ma anche idrocarburi aromatici,
formaldeide e metalli pesanti. Naturalmente, più grande è
l‘impianto, più forte è l’impatto sull’ambiente. Si tratta di
nozioni acclarate, e che si parli ancora dell’eventualità di una
centrale a biomasse mi amareggia, perché trovo sia una violenza alle
persone, provocata da faccendieri che cercano di imporre impianti che
loro dicono essere puliti, ma si tratta solo di furberie che
oltraggiano l’intelligenza delle persone. La questione è anche
grave dal punto di vista politico: il nostro territorio è già
fortemente provato dall’inquinamento delle emissioni. Non è un
caso se quotidianamente la Commissione Ambiente dall’Europa ci
intima di ridurre le emissioni, e noi che facciamo? Ci inventiamo,
invece, impianti che comporteranno nuove emissioni. Non c’è
bisogno di grandi menti per comprendere un imbroglio che il Salento
non può permettersi.
Com’è la situazione
relativa alla diffusione dei tumori nel Salento?
Gli ultimi dati Istat in
nostro possesso sulla mortalità risalgono al 2007, mentre quelli
sull’incidenza tumorale vengono da uno studio del Registro Tumori
del 2004. La situazione, secondo chi li ha commentati, trasmetteva un
senso di tranquillità, poiché saremmo in media con i dati
nazionali. Ma secondo quello che noi abbiamo rilevato, in un arco di
tempo che copre gli ultimi 15 anni, è che i dati sono molto
allarmanti, perché prima avevamo un 20% in meno di mortalità
rispetto al Settentrione, ma ora abbiamo le stesse cifre. Peraltro,
mentre al Nord la curva inizia a scendere, anche perché si stanno
attuando sempre più scelte di sviluppo sostenibile, la mortalità
dei tumori qui segue una curva verticalizzata e temiamo che la
situazione peggiorerà.
Ma se si conoscono tutte
questi dati, perché si continua a ipotizzare la costruzione di
impianti a biomasse?
Si continua a ipotizzare
centrali a biomasse perché prevale in ogni ambito, comprese le
istituzioni, la logica degli affari, in cui ci sono dei faccendieri
che la fanno da padrone. Non si capisce perché in Italia non si
arriva a realizzare quello che, ormai, è un imperativo in tutta
Europa. La differenziata spinta potrebbe essere una soluzione, ma
viene ogni volta sabotata, perché arrivano le solite emergenze e
dietro l’angolo c’è il solito faccendiere, ossia qualcuno furbo
che è intervenuto anche a livello istituzionale con campagne di
informazione, attraverso sistemi che anche la Magistratura conosce
bene.
Ma la Lilt continua a
informare…
Noi informiamo, perché il
mondo, quello vero, quello avanzato, ha fatto altre scelte: guardiamo
in casa d’altri, nei paesi come Gran Bretagna o Danimarca, perché
queste nazioni si sono trovate a vivere quello che viviamo noi oggi.
Dobbiamo puntare a fonti rinnovabili, come in Germania, dove le
scelte sono orientate verso il fotovoltaico che non ruba neppure un
metro quadro all’agricoltura, e lo stesso vale per l’eolico,
altra fonte di energia politica. Lì accade questo perché le
istituzioni sono in prima linea, lì c’è gente libera dal
condizionamento mentre qui, a volte, il mondo politico è disponibile
alla clientela. Lo denunciamo da sempre: non si può rendere la gente
vittima del ricatto occupazionale, dire che verranno licenziate
duecento persone è una bugia grossa, che viene usata sapendo di
impattare sulla sensibilità delle persone. Su questo si innesta
l’interesse di una classe politica poco attenta, se non addirittura
collusa.
Angela Leucci
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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