giovedì 4 aprile 2013

Citterio, domande e risposte


Dialogo tra Rete Ambiente Parma e Roberto Colla,
ingegnere della Dima, azienda di biocombustibili

1) In merito al progetto Citterio ed alla costruzione di un cogeneratore, com'è possibile che sia stata data una autorizzazione per combustione di rifiuti R1 ed R13, quindi a tutti gli effetti un incenerimento, e poi che venga fatta pagare un'accisa come se si trattasse di biocombustibili?
L'accisa è sempre dovuta quando si produce energia”.



Ma il regolamento dice che è esente da accisa l'olio vegetale grezzo e poi, deve pagare accisa di 15 euro a tonnellata, il biocombustibile equiparato al BTZ. Che differenza c'è? L'olio vegetale grezzo non è un biocombustibile?
Sì, ma solo l'olio vegetale non paga accisa, sempre per una legge insensata e stupida”.

2) Nella Cee non è previsto in alcun decreto autorizzativo o normativo che i rifiuti possano essere combusti in un motore endotermico, ma solo in un forno in cui la temperatura di regime sia di 1.100°. C'è differenza tra il regime di combustione di un motore endotermico e quello di un forno inceneritore o sono assimilabili?
In un motore endotermico avviene una totale distruzione di qualunque forma di vita. molto più che in normali caldaie, essendo un ambiente ad alta pressione (80 bar) e ad alta temperatura (max 2.300 °C e min 1.000 per circa 0,02 secondi)”.

Stando a quanto afferma la pubblicistica (fonte “Ariacube”), proprio le elevate temperature che si
sviluppano in un motore endotermico sono la causa della polimerizzazione degli acidi grassi con formazione di residui carboniosi agli iniettori. Si può aumentare la pressione agli iniettori per nebulizzare il più possibile l'olio animale ma il problema resta, è ineliminabile. Anche ammesso che la combustione sia eccellente e che gli idrocarburi incombusti si riducano a niente, è la polimerizzazione dei grassi che grava sugli iniettori.
Vero, ma bisogna limitare al massimo questo problema. Più si tiene pulito il motore e meglio va. Anche il gasolio provoca residui e la manutenzione è sempre obbligatoria”.

Per tenerlo pulito occorre smontarlo. Bisogna forse smontarlo ogni 15 giorni? I residui del gasolio sono poca cosa rispetto a quelli del grasso. Non è vero?
Il gasolio sporca molto meno e la manutenzione è più semplice, ma entrambi inquinano in egual misura”.

3) Il problema per questi motori endotermici è il combustibile stesso. Oli grezzi da grasso animale hanno un buon potere calorifico ma una grande viscosità e producono idrocarburi incombusti (HC) e quindi residui carboniosi agli iniettori che non a caso devono essere puliti o cambiati ogni determinato periodo. Quindi appena prima di fermare il motore per pulirlo si suppone che vi siano gravi problemi di emissione. In altre parole in quei casi, oltre alle emissioni dovute al combustibile, si verificano quelle dovute alla combustione dei residui carboniosi stessi. L'emissione sostanziosa di particolato, anche per un breve periodo di tempo, potrebbe creare un grave inquinamento circoscritto?
In realtà sarebbe un suicidio attendere che si incrostino gli iniettori o i pompanti. La manutenzione deve essere scrupolosissima: se non lo fosse si provocherebbero rotture devastanti. La viscosità non dà problemi poiché l'iniezione avviene ad oltre 95°C. La combustione a grasso è assolutamente assimilabile a quella a gasolio, e così pure l'inquinamento atmosferico, escludendo il fenomeno dell'effetto serra”.

La manutenzione potrà essere pure la più scrupolosa possibile ma è indubbio che le incrostazioni si creano. Altrimenti non ci sarebbe nemmeno bisogno di spegnere e smontare il motore. C'è
quindi un processo progressivo di deposito dei residui, per cui mentre si brucia il grasso c'è pure la
combustione di tale quota di residui, le cui emissioni vanno a sommarsi a quelle dell'olio stesso. Il grasso è assimilabile al gasolio,ma produce più NOx e più polveri. Il grasso poi non è olio vegetale per il quale si può avere somma zero di CO2, bruciando grasso alla Citterio la CO2 aumenta annualmente di 3.500 tonnellate (500 grammi per ogni Kwe).
Anche il grasso animale deriva dal mondo vegetale e quindi è energia rinnovabile e quindi non provoca squilibri di CO2, come invece gas e petrolio o carbone, i quali riportano nell'atmosfera attuale la CO2 sepolta nella terra milioni di anni fa modificando il clima: per questo si hanno contributi”.

E' rinnovabile, perché i maiali vengono allevati e macellati di continuo, ma gli allevamenti industriali sono una delle fonti più cospicue di emissioni di CO2 in atmosfera. Sono rinnovabili ma non a somma zero di emissioni di CO2. Basta leggere il PAES e le affermazioni del prof. Setti dell'università di Bologna.
Bruciando il grasso al posto del gasolio o del gas o del carbone, si immette in atmosfera la CO2 che comunque vi sarebbe immessa nelle fasi di marcescenza degli scarti se non venissero bruciati. Questa è la ragione degli incentivi”.

Secondo la definizione di energia rinnovabile della CE tutto ciò che è biodegradabile è considerato rinnovabile, quindi tutto ciò che è organico lo è. Tuttavia, perché sia sostenibile c'è anche il criterio della somma zero di emissioni di CO2 da rispettare. Per cui nel caso dei boschi o dei coltivi erbacei, bruciandoli si immette in aria la stessa CO2 che avevano catturato con la fotosintesi.
Nel caso di sostanze organiche non vegetali, il loro processo di degrado è dilazionato nel tempo e non direttamente impattante. Nel caso, poi, degli scarti animali il loro incenerimento è direttamente impattante, immette CO2, diversamente il loro trattamento per produrre mangimi animali lo dilaziona nel tempo ulteriormente. E Kyoto ci chiede di diminuire le emissioni a partire da subito.
Ma assieme alla rinnovabilità c'è anche la sostenibilità da considerare. Il principio di sostenibilità per le energie rinnovabili è fondamentale. Senza di esso non si capirebbe, infatti, perché le coltivazioni dedicate per produrre biodiesel siano da considerare negativamente: sottraggono
suolo agricolo alle coltivazioni per alimenti e inquinano il mercato dell'affittanza agricola.
Non si capirebbe perché siamo contro le centrali a cippato: oltre all'inquinamento della combustione della legna, infatti, occorre considerare che tagliando un bosco di 30 anni di età, ricrescendo impiega 5 anni a catturare la stessa CO2 di prima e quindi si perde continuamente superficie fogliare in grado di assorbirla. Non sono sciocchezze da fondamentalisti. Se non ci accetta il criterio della sostenibilità avremo sempre meno boschi e sempre più aree coltivate ad uso energetico e non alimentare.

4) Ha affermato che il vero problema di questi impianti è la loro potenziale pericolosità. Anche avendo un PCL il cui software controlli sia l'immissione dell'urea che i valori degli inquinanti in uscita dall'SCR, potrebbe verificarsi la possibilità che i valori sballati che compaiono nel PCL segnalino un'emissione che è già necessariamente avvenuta quando si interviene. Per questo tali impianti non debbono stare nei pressi di centri abitati? Quali fattori nocivi sarebbero in gioco?
Il monitoraggio delle emissioni che abbiamo già riscontrato in impianti costruiti a regola d'arte e
regolarmente funzionanti ha dato esiti soddisfacenti. Ma è chiaro che la manutenzione deve essere
rigorosissima: se l'impianto inquina significa che non sta funzionando come dovrebbe ed allora diviene pericoloso all'ambiente circostante, oltre che prossimo alla rottura (costosissima). Pare molto saggio costruire questi impianti in zone poco abitate e di scarso valore produttivo alimentare, lasciando al gas naturale l'esclusivo monopolio della cogenerazione nelle zone protette. I valori nocivi sono equivalenti a quelli possibili con la cogenerazione a gasolio. L'assurdo è che la cogenerazione a gasolio non ha leggi restrittive e nessun ente può limitarla, a differenza della cogenerazione ad energia rinnovabile in generale. Trattasi di una normativa di ineguagliabile stupidità”.

Cosa vuol dire soddisfacenti? Tutto è relativo. Gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici) e il cloro escono assieme ai fumi. Se bruciamo sostanze organiche si creano IPA. La Citterio, nella sua relazione tecnica alla conferenza dei servizi, dice di abbattere il cloro della salatura attraverso la degommazione del grasso, ma deve ammettere che ne restano 15 ppm. Sembrano sciocchezze ma, bruciando annualmente 1.200.000 Kg di grasso, restano 15-20 Kg di cloro nelle emissioni. Non è che ce ne sia bisogno di molto di più per produrre diossina, anche sapendo che questa non si degrada, anzi tende ad accumularsi.
Non c'è di meglio purtroppo. L'alternativa dello scarto di macellazione quale sarebbe
altrimenti? La sua combustione è il minore dei danni. Ad oggi col grasso fanno il biodiesel o lo buttano in discarica.

Con gli scarti si possono fare le farine animali e i mangimi per gli animali da compagnia. Facciano
anche il biodiesel che, per le emissioni, è molto meno inquinante e a differenza di quello da coltivazioni dedicate non inquina il mercato dell'affittanza agricola
Le crocchette sono una minima parte e per fare il biodiesel si usano metanolo e soda e non ha
senso alcuno, meglio bruciare il grasso tal quale nei grandi motori con denox e controllabili piuttosto che in tanti camion senza alcun controllo”.

Nel caso di Citterio bastava 1 camion al giorno per portare gli scarti all’industria del petfood.
Mentre adesso quel motore cogenerativo corrisponde a 10 camion che vanno 24 ore su 24.
Chi inquinerà di più?

5) Tutto il processo di combustione e depurazione, dicevamo, è controllato da un software. Non c'è anche un meccanismo antimanomissione dello stesso che garantisca da intromissioni esterne e della corretta lettura dei dati?
Ci si deve augurare che gli enti controllori facciano il loro mestiere e che controllino con cognizione di causa. Altrimenti le manomissioni saranno normalità”.

C'è una ditta incaricata appositamente per l'installazione di un software antimanomissione, cosa che risulta dalla relazione tecnica. E' la TMB di Reggio Emilia che abbiamo cercato di contattare. Se non c'è tale software gli enti controllori cosa controllano? Quello che vuol fargli vedere la ditta?
I software idonei ci sono, in modo che nessuno manometta alcunché”.

Un tecnico nostro amico afferma che il software antimanomissione deve essere garantito dalla
ditta fornitrice, la TMB di Reggio E.
Se è così la ditta può dare i numeri che vuole”.

6) La pubblicistica scientifica per le emissioni da combustione di grasso (fonte Ariacube) dice che è
fondamentale che la temperatura in entrata nell'SCR sia perfettamente controllata sui 300°. Per ottenere ciò non è sufficiente abbassare la temperatura in uscita dei fumi dal cogeneratore (450-500°) basandosi sul dosaggio dell'urea e quindi sull'evaporazione dell'acqua in cui questa è sciolta, perché si rischia di immetterne di più del necessario proprio per abbassare la temperatura. Per controllare la temperatura è necessario un catalizzatore ossidante a monte dell'SCR che ossidi il CO, poi l'SCR, e a valle di questo un catalizzatore ossidante che bruci il particolato, il COT, su un substrato ceramico. E' vero?
Vero ad eccezione del catalizzatore ossidante che bruci il particolato (non ne ho conoscenza). Solo un post combustore brucia l'incombusto, ma non dà benefici ambientali, anzi. Il particolato incombusto non dovrebbe esserci. Mai”.

Si chiama CTR, ossida le particelle su un substrato ceramico. Il particolato o polveri sottili ci sono sempre, soprattutto nelle emissioni degli inceneritori. Si chiamano nanopolveri. Più sono infinitesime più è difficile eliminarle.

7) Un motore da 98,5 litri, come quello della Termoindustriale per la Citterio, equivale come potenza a 10 grossi camion. Il fatto che vadano 24 ore su 24 produce un'emissione di CO2 pari a 3500 tonnellate annue. Di fatto è come se al Poggio di S.Ilario Baganza passasse un pezzo di un’autostrada trafficata come la Mi-Bo. La cosa è incompatibile con la produzione alimentare e con un territorio a vocazione agroalimentare di qualità. Sarebbe compatibile vicino ad un'autostrada meno trafficata come la Parma mare? Non raddoppierebbe l'inquinamento delle aree attorno, già inquinatissime? Non pregiudicherebbe lo stato dell'aria nei paesi limitrofi?
Un'autostrada inquina ragionevolmente come centinaia di impianti. Ogni impianto rinnovabile deve spegnere altre fonti fossili inquinanti essendo in cogenerazione per definizione”.

Le emissioni di CO2 qui invece ci sono perché si tratta di scarti di maiali e non di oli vegetali. Questo impianto non spegne niente, recupera solo del calore per consumare meno metano nella
colatura. Sappiamo però che il postcombustore del rendering, che arriva a 950°, di metano ne brucia molto di più di quello che viene risparmiato. Diverso è scaldare una caldaia a pressione per la colatura a 135° dal portare un bruciatore a 950°. La cogenerazione deve essere applicata davvero nella realtà altrimenti resta davvero solo una definizione.

8) Citterio ha anche un impianto di rendering per colare il grasso. Le SOV ( sostanze organiche volatili), i fumi di cloro (cloruri) derivati dai residui della salatura dei prosciutti e gli odori nauseanti, dovuti alla colatura a pressione di 2 bar a 135° di temperatura, vengono convogliati tutti in forzata ad un postcombustore esterno con camino di 14 metri. E' alimentato a metano, brucia per 8 ore al giorno per 260 giorni, per un totale di circa 2100 ore annue, raggiungendo la temperatura massima di 950° per 2 secondi. Quali sono le emissioni in Nm3?
E' difficile dare una risposta con così pochi dati, sono d'accordo nel ritenere che un rendering nelle zone del prosciutto sia quanto meno un inutile azzardo”.

Le emissioni del postcombustore per circa 2000 ore annue sono circa 10- 12 ml. di Nm3
Il postcombustore inquina e non risolve nulla. Termoindustriale lo fa perché guadagna vendendolo
carissimo”.

E' costoso, ha emissioni nocive ( diossina compresa) e immette nell'aria altra CO2. Tutto vero?
Sì”.

9)Quei fumi hanno potenzialmente tutti gli elementi per la produzione della diossina: idrocarburi policiclici aromatici (IPA) e cloruri. La diossina non viene assolutamente nominata nella relazione tecnica della ditta e il postcombustore, si dice, dovrebbe avere la funzione di eliminare i cattivi odori che la lavorazione produce. Quella temperatura potrebbe anche abbattere le diossine, o per farlo non occorre piuttosto che arrivi a 1200°, come nei forni inceneritori?
Dalla nostra esperienza nella combustione con gruppi diesel abbiamo rilevato che non si formano diossine. Il postcombustore non dovrebbe mai esistere, causando più guai che benefici”.

Per rilevare la presenza di diossine serve la strumentazione, Se non c'è...
!Il problema è che non c'è di meglio”.

Invece di meglio c'è: basta non incenerire le biomasse, come ha deciso Bovis, sindaco di Langhirano, in tutto il territorio comunale. Solo rinnovabili da sole, acqua, vento e impianti a biogas per lo smaltimento delle deiezioni animali.
Questa è una teoria filosofica, da cui non si esce. Bruciare biomasse è meglio che bruciare i
combustibili fossili, ma solo il nucleare pulito porrà fine a questo dilemma. Ottima la scelta di Bovis comunque”.

10) Per suffragare la virtuosità energetica dell'impianto, Citterio afferma che col recupero dell'energia termica del cogeneratore( 3.900 Mwt utilizzabili su 16.000 Mwt totali prodotti) risparmia sul consumo di metano che ha in azienda, abbattendo così anche le emissioni di CO2 ed altro.
Ma quei 3900 Mwt, da recupero dei fumi e da raffreddamento del motore, vanno quasi tutti per la bollitura e colatura del rendering. E soprattutto, poi, c'è da considerare la combustione di metano del postcombustore. Quanto consuma per portare la temperatura a 950° per 2080 ore annue?
Mancano dati essenziali per una esauriente risposta scientifica. Ciò che è vero è che il rendering utilizza l'energia termica del cogeneratore al posto di caldaie a gas o gasolio”.

Ma il rendering prima non serviva, il grasso veniva portato giornalmente alla Cremonini di Modena.
Ammettiamo che il rendering non bruci più metano (la ditta dice solo che il calore della cogenerazione ,1/4 di tutto il calore prodotto, serve a consumare meno metano non ad abbatterne completamente l'uso), il postcombustore, necessario a bruciare le SOV, ne brucia quantità molto superiori. E' tutta qui la pretesa virtuosità? Ma già la cogenerazione è una parola magica, un mantra che giustifica tutto. Il risultato finale non si può neppure definire cogenerazione, oppure diciamo che è insostenibile anche dal punto di vista energetico.
A Langhirano e dintorni è assurda qualunque modifica dello status quo, ad eccezione della vera cogenerazione rigorosamente a gas metano, che spenga camini esistenti e anzi li riduca il più possibile. Citterio è stato un pesce caduto nella rete di Termoindustriale e secondo me dovrebbe riconvertire il suo megaimpianto a gas metano. Lo potrebbe fare senza problemi”.
In conclusione.
Dal confronto con il tecnico della Dima emerge che “tutto ciò che è rinnovabile è virtuoso”.
Noi aggiungiamo che deve anche essere “sostenibile”.
Per la Dima bruciare biomasse va bene, per noi, come per il sindaco di Langhirano, provoca grave inquinamento ambientale e dovrebbe essere vietato.
Ma emerge anche una importante opinione su cui c'è convergenza.
Il cogeneratore Citterio non andava costruito.
Perché pericoloso ed inquinante.
Perché insiste in una zona di pregio agroalimentare.
Perché anche l'impianto di rendering è a sua volt inquinante.
Perché il postcombustore del rendering è costoso ma insufficiente a limitare l'inquinamento.
L'ingegner Colla sostiene addirittura che l'impianto andrebbe trasformato in un cogeneratore a metano.

Giuliano Serioli
Rete Ambiente Parma
4 aprile 2013




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