giovedì 4 aprile 2013

L'inceneritore contro di noi


L'inceneritore contro di noi

Nella lunghissima guerra di trincea tra favorevoli e contrari all'inceneritore di Parma, spesso i primi accusano i secondi di essere “contro”, indicando nella sindrome Nymby (not in my back yard – non nel mio giardino) il luogo di origine della loro avversione al progetto.
Il concetto invece andrebbe completamente invertito.
Non siamo noi contro l'inceneritore.



E' l'inceneritore ad essere contro di noi.
Nessuno può negare che prima degli interessi di chicchessia vengano quelli dei cittadini, prima del business senza regole debbono essere affermati e difesi i diritti alla salute e al benessere di tutti.
Un progetto pulito che garantisse un apporto neutro alla qualità dell'ambiente circostante non avrebbe nemici.
Purtroppo nessuno, nemmeno il costruttore, può affermare che l'inceneritore non inquini.
Ovviamente tutto sarà fatto per mantenere questo livello di inquinamento entro i termini di legge (e come potrebbero fare altrimenti) ma il dato di fatto è che Ugozzolo, e i territori irrorati dal cono di emissione del camino, subiranno un impatto, negativo, sulla qualità ambientale dei loro territori.
Un impatto confermato tra l'altro da un accordo sottoscritto da tutti i comuni coinvolti con Iren, meglio conosciuto come misure di compensazione, che appunto compensano di un danno che sarà compiuto negli anni a venire. clicca qui
L'inceneritore è contro di noi.
Specialmente se si considera che al no al progetto è stato fatto seguire un sì all'alternativa, fatta di gestione a freddo dei rifiuti, con l'implementazione di quella fabbrica dei materiali che i cugini reggiani stanno sviluppando in queste ore, con tanto di deliberazione provinciale.
Un piano alternativo scritto, presentato, non considerato.
L'inceneritore è contro di noi.
Eppure si è preteso, per anni, di raffigurare il progetto per quello che non era.
Finto economico, con tariffe promesse al ribasso con tanto di pubblicità progresso sugli organi di stampa e poi scopertosi anti-economico, con tariffe alle stelle tra le più alte in Italia, se non le più alte in assoluto.
Finto pulito, con dichiarazioni surreali come “pulirà l'aria di Ugozzolo” o “impatto uguale a zero”
Finto risolutivo, indicando l'impossibile chiusura del cerchio della gestione 100% in house dei rifiuti tramite il forno, dimenticandosi per strada 40 mila tonnellate di ceneri, inclusa una quota di rifiuto pericoloso da spedire in Germania nella miniere di salgemma a far compagnia alle scorie nucleari, con la frazione organica esportata a Carpi anche dopo l'avvio del camino, con l'assenza di recupero della plastiche eterogenee che costituirebbero un vantaggio economico e invece saranno una spesa in più per la loro finta eliminazione.
Sia chiaro, come il forno è contro di noi noi siamo contro il forno.
Ma non siamo contro Iren.
Siamo contro certamente la sua visione della gestione dei rifiuti che si ferma allo smaltimento e fa fatica a recuperare il tempo perduto per guardare finalmente avanti, perché il mondo corre.
E il gestore è certamente stato anche un esecutore di ordini e visioni non sue, orientato dalla politica locale che aveva stretto un patto da sinistra a destra per sostenere il nuovo progetto dell'inceneritore, affidato poi a Iren senza nessuna gara.
Non siamo contro Iren perché vorremmo un gestore collaborativo sul tema dei rifiuti, in grado di trasformare questo grande problema in un volano economico in grado di dare risposte alla fame di posti di lavoro e di aria più pulita.
Anche noi vogliamo occuparci e risolvere il problema dei rifiuti.
Ma vogliamo farlo in un modo corretto e rispettoso dell'ambiente.
Modalità che un inceneritore non può garantirci.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

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