domenica 21 luglio 2013

Italia, una brutta aria

Parma al quinto posto, davanti a Milano,
siamo forse una metropoli dell'inquinamento?
Il camino non aiuterà certo a migliorare.



Nelle città italiane si respira davvero una brutta aria.
L’allarme arriva dall’edizione 2013 di Mal’aria di Città, la tradizionale campagna di Legambiente che monitora la qualità dell’aria nei centri urbani d’Italia.
Grave, in particolare, la situazione delle polveri sottili: delle 95 città incluse nella classifica “PM10 ti tengo d’occhio” sono ben 51 quelle che hanno superato il tetto di 35 giorni di sforamento del valore medio giornaliero (50 microgrammi/metro cubo) stabilito dalla legge.
Ecco la classifica delle 10 città peggiori per quanto riguarda le concentrazioni di PM10: Alessandria (123 giorni fuori legge), Frosinone (120 giorni), Cremona (118 giorni), Torino (118 giorni), Parma (115 giorni), Vicenza (114), Brescia (106), Milano (106), Verona (103), Bergamo (99)
Se il Nord Italia, in particolare la Pianura Padana, si conferma come l’area più critica dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico, note dolenti arrivano anche dal Centro-Sud: 85 giorni di superamento a Napoli, 64 a Cagliari, 57 a Roma e 55 a Palermo.
Quanto ai valori del famigerato PM2,5 (polveri con diametro inferiore ai 2,5 micron), sono poche le città in cui i dati sono effettivamente disponibili, nonostante il monitoraggio sia obbligatorio già a partire dal 2011.
Nella metà dei centri urbani con informazioni disponibili, Legambiente ha trovato valori fuori norma soprattutto a Torino, Padova e Milano. Preoccupa anche la situazione degli ossidi di azoto, fuorilegge in 24 città sulle 83 monitorate, e dell’ozono che risulta troppo elevato in 44 delle 78 città controllate dall’associazione nel suo rapporto Ecosistema Urbano. Da non trascurare, infine, gli elevati livelli di rumore cui sono esposti i cittadini di quasi tutte le principali città italiane.
Commenta la direttrice generale di Legambiente, Rossella Muroni: “Il 2012 si chiude con una conferma sugli elevati livelli di inquinamento atmosferico che respiriamo nelle città italiane e lo smog è destinato a caratterizzare anche l’anno appena cominciato. A chiedere all’Italia misure risolutive per ridurre l’inquinamento atmosferico a fine anno è stata pure l’Europa con una sentenza della Corte di giustizia nei confronti del nostro Paese”.
Quanto alle cause principali di livelli così elevati di smog, il Cigno indica prima di tutto il traffico veicolare e i riscaldamenti, cui si deve l’emissione di polveri fini, ossidi di azoto, dei precursori dell’ozono o di altri inquinanti come gli idrocarburi policiclici aromatici o il monossido di carbonio. Fuori dai centri urbani, contribuiscono alla contaminazione anche i processi industriali e di produzione di energia.
La soluzione, secondo Legambiente, consiste nell’inasprire i controlli e nell’attuazione di una serie di misure per promuovere l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile e la produzione di energia da fonti rinnovabili.
Aggiunge Rossella Muroni: “Quello che serve, ancor prima dei singoli provvedimenti è una capacità politica di pensare e di immaginare un modo nuovo di usare il territorio, un altro tipo di mobilità a basso tasso di motorizzazione e con alti livelli di efficienza e soddisfazione, spazi pubblici più sicuri, più silenziosi, più salutari, più efficienti, dove si creino le condizioni per favorire le relazioni sociali, il senso del quartiere, della comunità. Provvedimenti immediati, come la riduzione della velocità a 30 chilometri orari in ambito urbano o la creazione di aree car free nei pressi delle scuole, permetterebbero un rapido miglioramento della situazione e predisporrebbero a nuovi e più strutturali interventi, come la progettazione di un piano di rete ciclabile portante, la ridefinizione degli spazi urbani, la diffusione all’interno delle aree urbane del meccanismo del road pricing e del park pricing, fino alla riduzione del parco auto circolante”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 21 luglio 2013

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