Anche a
Torino camino senza fumo
La regia è
sempre quella di Iren
Ancora uno stop “a causa
di alcune anomalie” dell'impianto del Gerbido.
Spuntano le prime verità
sulla natura dell'incidente del 2 maggio scorso, quando una nube nera
uscì dalla ciminiera.
Comitato Rifiuti Zero e M5s
chiedono chiarezza
L’attività di
incenerimento del Gerbido sono “temporaneamente sospese”.
Ad annunciarlo è un
laconico comunicato di Trm, la società che gestisce l’impianto, in
cui non si spiegano le ragioni dell’interruzione, dando così adito
a sospetti circa problemi di funzionamento che caratterizzerebbero il
sito praticamente fin dal momento della sua accensione.
A sollevare la questione è
oggi il MoVimento 5 stelle di Palazzo Lascaris che, recependo le
preoccupazioni del Comitato Rifiuti Zero chiede all’azienda,
all’Arpa e alla Provincia di Torino di fornire dettagliate
informazioni, annunciando di aver inoltrato una segnalazione alla
Procura della Repubblica di Torino. Della vicenda, inoltre, se ne
occuperà in una prossima seduta anche la Commissione Ambiente della
Regione.
In verità, qualcosa nel
frattempo si sta muovendo.
Dopo che lo stop dello
scorso 2 maggio, quando una lunga e densa fumata nera è fuoriuscita
dalla ciminiera, la Provincia di Torino, confortata dal rapporto
predisposto dall’Arpa, ha inviato ai vertici di Trm una diffida,
confermando che si è trattato di un’anomalia nel funzionamento
dell’impianto. Non solo, ribadiscono dal Comitato, la “cosa più
grave è che, durante l’incidente, i fumi sono usciti praticamente
senza controllo, poiché se da un lato l’incendio dei rifiuti nel
forno non lo spegni con l’interruttore, dall’altro alcuni
importantissimi sistemi dell’inceneritore, che dovrebbero essere
sempre accesi – anche durante i malfunzionamenti dell’impianto -
ossia il monitoraggio degli inquinanti nei fumi e i bruciatori di
abbattimento delle diossine, non hanno funzionato, perché – come
si scoprirà dopo (e debitamente riportato nell’aggiornamento della
diffida della Provincia) – l’impianto elettrico è stato
realizzato in difformità al progetto autorizzato”.
Quindi, sempre secondo il
Comitato, durante il guasto “i fumi sono usciti incontrollati, e
questo è tanto grave che la stessa Provincia nella diffida
aggiornata impone a Trm l’implementazione urgente delle modifiche
atte a risolvere questa grave difformità prima del riavvio
dell’impianto”.
Il capogruppo Davide Bono
nel ripercorrere le tappe dell’entrata in funzione dell’impianto
– 8 luglio riavviata la linea 1con una fase di pre-riscaldamento
bruciando solo gas; 10 luglio annuncio della combustione dei rifiuti;
11 luglio sospensione dell’attività “a causa di alcune anomalie”
– chiede che venga fatta chiarezza, in ogni sede “nella ferma
convinzione di chiuderlo non appena sarà possibile, facendo pagare i
costi alla classe politica responsabile”.
Parma e Torino sempre più
vicine.
Si prospetta una alleanza
dei no termo?
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
13 luglio 2013
L'inceneritore
di
Parma
avrebbe
dovuto
accendersi
433
giorni
fa
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