sabato 13 luglio 2013

L’inceneritore si ferma. Tra i sospetti

Anche a Torino camino senza fumo
La regia è sempre quella di Iren


Ancora uno stop “a causa di alcune anomalie” dell'impianto del Gerbido.
Spuntano le prime verità sulla natura dell'incidente del 2 maggio scorso, quando una nube nera uscì dalla ciminiera.
Comitato Rifiuti Zero e M5s chiedono chiarezza



L’attività di incenerimento del Gerbido sono “temporaneamente sospese”.
Ad annunciarlo è un laconico comunicato di Trm, la società che gestisce l’impianto, in cui non si spiegano le ragioni dell’interruzione, dando così adito a sospetti circa problemi di funzionamento che caratterizzerebbero il sito praticamente fin dal momento della sua accensione.
A sollevare la questione è oggi il MoVimento 5 stelle di Palazzo Lascaris che, recependo le preoccupazioni del Comitato Rifiuti Zero chiede all’azienda, all’Arpa e alla Provincia di Torino di fornire dettagliate informazioni, annunciando di aver inoltrato una segnalazione alla Procura della Repubblica di Torino. Della vicenda, inoltre, se ne occuperà in una prossima seduta anche la Commissione Ambiente della Regione.
In verità, qualcosa nel frattempo si sta muovendo.
Dopo che lo stop dello scorso 2 maggio, quando una lunga e densa fumata nera è fuoriuscita dalla ciminiera, la Provincia di Torino, confortata dal rapporto predisposto dall’Arpa, ha inviato ai vertici di Trm una diffida, confermando che si è trattato di un’anomalia nel funzionamento dell’impianto. Non solo, ribadiscono dal Comitato, la “cosa più grave è che, durante l’incidente, i fumi sono usciti praticamente senza controllo, poiché se da un lato l’incendio dei rifiuti nel forno non lo spegni con l’interruttore, dall’altro alcuni importantissimi sistemi dell’inceneritore, che dovrebbero essere sempre accesi – anche durante i malfunzionamenti dell’impianto - ossia il monitoraggio degli inquinanti nei fumi e i bruciatori di abbattimento delle diossine, non hanno funzionato, perché – come si scoprirà dopo (e debitamente riportato nell’aggiornamento della diffida della Provincia) – l’impianto elettrico è stato realizzato in difformità al progetto autorizzato”.
Quindi, sempre secondo il Comitato, durante il guasto “i fumi sono usciti incontrollati, e questo è tanto grave che la stessa Provincia nella diffida aggiornata impone a Trm l’implementazione urgente delle modifiche atte a risolvere questa grave difformità prima del riavvio dell’impianto”.
Il capogruppo Davide Bono nel ripercorrere le tappe dell’entrata in funzione dell’impianto – 8 luglio riavviata la linea 1con una fase di pre-riscaldamento bruciando solo gas; 10 luglio annuncio della combustione dei rifiuti; 11 luglio sospensione dell’attività “a causa di alcune anomalie” – chiede che venga fatta chiarezza, in ogni sede “nella ferma convinzione di chiuderlo non appena sarà possibile, facendo pagare i costi alla classe politica responsabile”.

Parma e Torino sempre più vicine.
Si prospetta una alleanza dei no termo?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 13 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
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giorni fa

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