domenica 18 dicembre 2011

Quel che resta del forno

la virtù abita oltr'Enza

Immaginate un territorio guidato da amministratori virtuosi, che hanno capito che la gestione dei rifiuti è centrale per la vita e la salute dei suoi abitanti.
Immaginate che questi esseri illuminati abbiano finalmente compreso che bruciare materia, pensando di poterla far scomparire, è solo fingere si aver risolto il problema.


La valle del fiume Enza

Immaginate anche che questi buoni propositi non rimangano tali, ma che vengano tradotti in pratica, con piani di gestione ed impianti dedicati.
Non ci troviamo in una scena tratta da Blade Runner, non dovete andare al largo dei bastioni di Orione, o fino alle porte di Tannhauser per scovare questa terra promessa.
Basta varcare il fiume Enza.
Venticinque km separano i due comuni capoluogo di provincia, ma sembrano anni luce quando la distanza la misuriamo sulla gestione dei rifiuti.
La notizia giunta è ufficiale. L’inceneritore di Cavazzoli che per anni ha bruciato i rifiuti del territorio reggiano va in pensione e la data dello spegnimento è certa. Maggio 2012.

La Provincia e il comune di Reggio Emilia hanno predisposto un piano che prevede un obiettivo di raccolta differenziata del 67% al 2014, estendendo la raccolta porta a porta a tutti i comuni della provincia, introducendo la raccolta capillarizzata per la fascia pedemontana e una raccolta stradale potenziata per i comuni montani.
Un piano ben studiato che prevede anche di dotare il territorio di impianti dedicati alle varie frazioni, primo fra tutti il Trattamento Meccanico Biologico (TMB) che si occuperà di trattare 120 mila tonnellate di indifferenziato, rimasto dopo la separazione di materiali nobili, che permetterà di ottenere un materiale residuo stabilizzato, inerte, che potrà tranquillamente essere smaltito nelle discariche del territorio senza alcun pericolo per le popolazioni circostanti, separando la frazione organica che andrà ad alimentare impianti a biogas.
Reggio Emilia si doterà anche di un impianto di compostaggio, che permetterà di trattare le 30.000 tonnellate di scarti di cucina, sfalci e potature, con i quali verrà prodotto compost, un ottimo fertilizzante che potrà essere utilizzato dai contadini d’Oltrenza per produrre il foraggio destinato al Parmigiano-Reggiano.
Verrà infine realizzato un impianto dedicato al trattamento della carta e della plastica, rendendo il territorio di fatto indipendente e responsabile della gestione di tutti gli scarti, senza bruciarne un solo chilogrammo.
L’assessore provinciale all’ambiente Mirko Tutino (PD) ha dichiarato a margine della presentazione del PPGR che “se questo modello virtuoso ed avanzato che prevede il 67% di raccolta differenziata ed il Tmb, fosse adottato in tutte le province emiliano-romagnole, consentirebbe di spegnere almeno la metà dei termovalorizzatori e superare gradualmente la tecnologia legata all’incenerimento”.
Restiamo a bocca aperta davanti a dichiarazioni e progetti di questo genere, e ci viene un moto di invidia, pensando al nostro di assessore che dichiara (mentendo) che l’inceneritore non emetterà diossine e che trova normale che il gestore paghi i controllori e i collaudatori dell’impianto che gli farà incamerare enormi ricavi.
A Reggio ci riescono a guardare avanti, a Parma no. Mancherà l'intelligenza?
Certo è che il dileggio sui quadrati andrebbe forse ribaldato.

http://www.reggionline.com/it/2011/12/16/la-provincia-linceneritore-di-cavazzoli-chiudera-nel-maggio-2012-9666

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 18 dicembre 2011

Sono passati
566 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
144 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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