lettera aperta ai sindaci dei comuni ofiolitici
Bardi, 9 gennaio 2012
Ai Sindaci dei Comuni “ofiolitici”
delle valli del Taro e del Ceno
e p. c. a Vasco Errani Presidente Regione Emilia Romagna
Loro sedi
La Regione Emilia-Romagna ha reso nota il 30 settembre scorso la mappatura aggiornata dei siti contaminati da amianto, evidenziando la loro cospicua presenza in Valtaro–Valceno.
Questa mappatura ha individuato e inserito solo i siti più estesi.
Un'elementare logica di tutela sanitaria avrebbe richiesto che i sindaci, nella loro funzione di massima autorità sanitaria, si fossero da tempo fatti parte diligente, al fine di completare i rilievi sul territorio, finalizzandoli quantomeno ad individuare una priorità di interventi.
Sarebbe così stato possibile prevenire gli interventi di emergenza sanitaria, come è recentemente avvenuto nel comune di Borgo Val di Taro, che nel prossimo futuro, stante l’attuale disinteresse, diventeranno sempre più necessari e frequenti.
Per inciso la prima mappatura delle contaminazioni da amianto risale al 2005, mentre il decreto applicativo sulle metodiche di bonifica è del 1996, e la legge quadro che vietò l’uso dell’amianto e dei materiali contenenti amianto, disponendo la bonifica dei siti contaminati, risale addirittura al 1992.
Dunque da 19 anni tutti gli amministratori pubblici sanno, eppure ancora non vi è consapevolezza e ancora lunga è la battaglia contro l'amianto.
Nonostante quanti da tempo si battono in tutta Italia perché questa tematica rientri nelle priorità assolute della politica e della Amministrazione Pubblica.
Al problema dei manufatti in cemento-amianto, obiettivamente una grave situazione a dimensione nazionale, si aggiunge nelle nostre valli quello delle cave ofiolitiche, che disperdono in ambiente nuove fibre di amianto, un vero e proprio argomento tabù, che dovrebbe invece sollecitare i cittadini più consapevoli e intellettualmente attivi.
Dopo due anni di continui tentativi di richiamare all'attenzione il tema della salvaguardia sanitaria e ambientale, dobbiamo amaramente constatare che la regola prevalente che regge le comunità è il tornaconto personale o lobbistico, spesso perseguito a danno altrui.
Comunità tenute volontariamente nel limbo della mancata informazione, che si accontentano di una modesta gestione burocratica del ruolo pubblico, che non potranno mai svolgere quella funzione di controllo e stimolo democratico necessario e urgente.
Sul tema cave, in attesa di conoscere le determinazioni che il Comune di Bardi adotterà, ci limitiamo ad alcune considerazioni.
Assistiamo oggi al paradosso di Piani delle Attività Estrattive, approvati o in itinere, che prevedono il rilascio di nuove concessioni a cavare inerti in siti dichiarati dalla Regione contaminati da amianto e quindi soggetti per legge a bonifica.
Tutto questo sta avvenendo “alla faccia della gente e della logica”.
Per volontà di una politica scellerata, nella quale il ruolo dei sindaci è decisivo, queste valli sono diventate il più grande polo estrattivo ofiolitico esistente in Italia.
Quanto ancora dobbiamo aspettare per vedere il coraggio civico di portare dentro i consigli comunali questa problematica?
In una recente intervista il presidente della giunta regionale Vasco Errani ebbe a dichiarare che la regione da lui amministrata è l’unica in Italia dove non si apre una cava che il sindaco non voglia.
Il silenzio generalizzato delle Istituzioni è stato irreversibilmente svelato.
Fabio Paterniti
portavoce di Cave all'amianto no grazie
www.reteambienteparma.org - info@reteambienteparma.org
comitato pro valparma - circolo valbaganza - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
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