venerdì 13 gennaio 2012

Lo scandalo di Bardi. La salute ultimo problema.

Che il consiglio comunale di Bardi fosse un triste esempio di pessima amministrazione era cosa risaputa, ma alla luce di quanto è avvenuto possiamo anche aggiungere qualcosa.
Dopo più di due anni di lavoro impegnativo e serio che ha coinvolto anche figure professionali di indubbia competenza, oggi tutto il nostro lavoro é stato sostanzialmente liquidato in due parole.



La lettura di un breve brano tranquillizzante scelto all’uopo da un testo ARPA ha giustificato un voto favorevole alla riapertura delle cave, lettura fatta da quel Luigi Boccacci già distintosi per aver imposto al consiglio una norma tagliata su misura per soddisfare un suo spasmodico desiderio: costruirsi una stalla per asini ai piedi del castello, un'mpresa non da poco considerato quanti buoni uffici deve aver attivato per raggiungere il suo obbiettivo.
Da parte della maggioranza nessun altro intervento, perché quello di Giuseppe Moruzzi, assessore all’urbanistica fa storia a sé; infatti dopo aver fatto mettere a verbale la sua contrarietà a riaprire le cave a monte, ha abbandonato l’aula (non ho capito se per il disgusto o per la preoccupazione di non essere formalmente corresponsabile).
Ma cosa dire degli altri consiglieri sistematicamente muti, messi lì a mo' di deriva della barca?
Si sono resi conto di essere stati usati? Avranno letto i documenti? Avranno capito il loro contenuto?
Il dubbio è forte. Forte è anche il dubbio che il sindaco Conti con il suo sistematico silenzio sia all’altezza del suo ruolo.
Quello che è successo non ci ha sorpreso. Noi restiamo convinti come prima che queste cave non devono essere aperte. Qualcuno d’imperio interverrà prima, continueremo a lavorare perché questo avvenga.
Una nota assolutamente positiva viene invece dalle minoranze tutte.
Un'opposizione convinta nel merito del problema, l’unica nelle valli, che sul tema delle cave ofiolitiche ha avuto ripetutamente il coraggio civico di denunciare il pericolo derivante dalla
escavazione delle pietre verdi.
I prossimi giorni avvieremo una massiccia serie di comunicazioni, rivolte ai cittadini e alle
istituzioni, metteremo in circolazione documenti vecchi e nuovi, perché il lavoro comunicativo e di denuncia è solo agli inizi.
Chiederemo al Presidente della Regione Vasco Errani se sia possibile, logico, intelligente e legale consentire di aprire una attività imprenditoriale in un sito inserito da Arpa tra i luoghi contaminati da amianto e quindi da bonificare.
Avevamo sperato che alla fine un briciolo di buon senso e di onestà intellettuale prevalesse non è stato così.

Fabio Paterniti
Cave all'amianto non grazie. Bardi.

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