“Ho deciso di rispondere alle domande dell’Agcr per contribuire con argomenti concreti e di merito ad un confronto a favore dei cittadini. Devo purtroppo constatare che questa disponibilità è stata sfruttata in modo strumentale per dare vita ad una campagna i cui fini appaiono più politici ad uso elettorale che animati da un sincero desiderio di confronto. (...) Ribadisco che il termovalorizzatore rimane attualmente l’unica soluzione in grado di risolvere il problema dello smaltimento dei rifiuti non riciclabili prodotti solo sul nostro territorio e che garantirà la massima sicurezza per la salute
dei cittadini. Il progetto scientifico Moniter ha dato tutte le garanzie in tal senso. Dalla controproposta presentata dall’Agcr nel 2010, invece si desume che senza il termovalorizzatore il parmense dovrebbe dotarsi di una centrale turbogas e di una nuova discarica, nella quale conferire 30mila tonnellate all’anno di rifiuti. Un’operazione in contrasto con le direttive comunitarie e dai costi ambientali ed economici altissimi: nell’arco di 20 anni (il medesimo ciclo di vita del
termovalorizzatore) una discarica costerebbe tra i 70 e gli 80 milioni di euro. Non dobbiamo infine dimenticare che Parma, oggi, non è autonoma nello smaltimento. Situazione che ci fa costare lo
smaltimento di una tonnellata di rifiuti ben 162 euro, a fronte dei (circa) 117 euro di Piacenza, e dei 121 euro di Reggio Emilia. Grazie al termovalorizzatore, invece, i parmigiani pagheranno tariffe più basse, allineate a quelle delle città vicine”. Vincenzo Bernazzoli
La reazione di Bernazzoli alla gravissima insufficienza in pagella appioppata da GCR al candidato sindaco nella materia ambiente somiglia grottescamente allo scomposto schiamazzo di quei genitori che, dopo aver appreso con sommo stupore della bocciatura del figlio scansafatiche, inveiscono con arroganza contro i crudeli professori, peraltro sconosciuti al solerte genitore per tutta la durata dell’anno scolastico così malamente conclusosi. “Ma come, ma io pensavo che andasse così bene!”. “Lui mi diceva che non c’erano problemi!” Gli insegnanti fanno notare al
genitore distratto che il ragazzo non ha fatto nulla e non si è mai presentato ai corsi di recupero organizzati dalla scuola e, a dire il vero, nemmeno il papà si è mai degnato di farsi vedere ai colloqui settimanali, nonostante i reiterati inviti recapitatigli dalla segreteria (spese postali ovviamente a carico della scuola, ergo del contribuente!).
Capita a volte che il genitore “assente” in materia di educazione della prole, improvvisamente animato da un fervore rivoluzionario, si senta obbligato dal ritrovato imperativo categorico a sanare i torti del sistema iniquo e decida di “fare ricorso”.
A questo punto, per non incappare in qualche cavillo formale sapientemente scovato dall’Azzeccagarbugli di turno per giustificare il costo esorbitante della sua “consulenza”, il corpo docente, supportato dal dirigente scolastico e con la collaborazione della segreteria, deve difendere ineccepibilmente le ragioni della propria decisione fornendo documenti, prove, argomentazioni.
Ecco, proviamo a spiegare all’inquieto dottor Bernazzoli il perché della sua sonora quanto inappellabile bocciatura. Inizierei chiamando a testimonianza due esperti esterni:
“Il Primo e il Secondo Prinicipio della Termodinamica dovrebbero essere una parte basilare della preparazione culturale di ciascuno di noi, come l’alfabeto, le tabelline, la Costituzione e la Divina Commedia. Purtroppo così non è, e ogni giorno ascoltiamo giornalisti convinti che un inceneritore distrugge i rifiuti e produce energia, economisti e sindacalisti fiduciosi che la crescita economica possa non avere mai fine, assessori all’ambiente che parlano di carbone pulito, scienziati che negano il surriscaldamento del pianeta. Forse a casa loro il frigo funziona senza attaccare la spina”.
Da “Energia per l’astronave Terra”, di Nicola Armaroli (dirigente di ricerca del
CNR) e Vincenzo Balzani (professore emerito di chimica all’università di Bologna).
Il dottor Bernazzoli laureato in Pedagogia, quindi poco avvezzo a trattare cose di scienza è forse giustificato per la sua ignoranza del Primo e del Secondo Prinicipio della Termodinamica. Ma altre lacune nella sua formazione culturale mi pare si possano cogliere nel tono e nel contenuto della sua scomposta replica alla valutazione di GCR. Di sicuro conosce poco le tabelline e la matematica, altrimenti avrebbe da tempo compreso che la discarica non è alternativa all’inceneritore, ma suo diretto e necessario corollario, dovendo ospitarne le ceneri tossiche, scomodo prodotto secondario dell’intensa attività di incenerimento rifiuti. Allo stesso modo, in presenza di una più solida competenza nell’aritmetica di base, avrebbe saputo - con cognizione di causa - apprezzare l’enorme risparmio in termini economici e di bilancio ambientale dell’alternativa al forno presentata da un attore internazionale del calibro di Vangansewinkel. Pure con la storia andiamo maluccio. Infatti, le conferenze e i seminari organizzati da GCR e sistematicamente disertati dal discente, oggi stranamente desideroso di “un confronto a favore dei cittadini”, avrebbero potuto costituire
altrettanti interventi di recupero (con tanto di super-esperti di fama internazionale) nelle materie in cui il dottor Bernazzoli mostrava le più gravi lacune.
In casi disperati come questo, la prassi del sistema scolastico italiano (ammettiamolo, forse un po’ sbrigativa) suggerirebbe il passaggio ad altro corso di studio meno impegnativo, allo scopo di tutelare l’alunno da un clamoroso e ripetuto insuccesso nel proprio percorso formativo.
Mutatis mutandis, trattandosi in questo caso di maturando alla poltrona di gestore della cosa pubblica della nostra città, suggerirei al Bernazzoli un passaggio indolore (per la città ed i suoi abitanti) ad altra mansione, magari fuori dalle stanze della politica. Un tempo lontano, quando l’imprinting gentiliano alla scuola italiana non contemplava problemi di lotta alla dispersione scolastica, allo studentello svogliato si consigliava un passaggio al mondo del lavoro, un ambiente nuovo, salutare e sconosciuto che in questo caso potrebbe aprire al professionista della politica
possibilità inattese e insperate di successo personale e reale soddisfazione.
Ma nell’ipotesi che le evidenti lacune non derivino né da mancanza di applicazione né da scarse capacità o attitudini non resta che desumere che il nostro aspirante sindaco sia semplicemente in malafede. E cioè che egli conosca benissimo sia i danni ambientali causati dall’inceneritore sia la validità in termini di bilancio ambientale ed economico delle alternative in materia di trattamento rifiuti ma faccia finta di niente per valutazioni politiche di “altra natura”.
Come dire, non posso fare altrimenti, pur dispiacendomene. In tal caso, ci sentiremmo in coscienza di deliberare un ulteriore sospensione del giudizio, con tanto di recupero estivo e prova scritta - diciamo fra 5 anni - in questioni di natura etica e metafisica.
Con tanto di lettura dell’Inferno di Dante: in particolare il canto XVII.
Nel quale si narra di ciò che avvenne al povero Guido da Montefeltro, peccatore consapevole seppur penitente, il cui glorioso anelito verso il Cielo viene interrotto dal “nero cherubino”, che così lo apostrofa:
Venir se ne dee giù tra miei meschini
perché diede 'l consiglio frodolente,
dal quale in qua stato li sono a' crini;
ch'assolver non si può chi non si pente,
né pentere e volere insieme puossi
per la contradizion che nol consente".
E il meschino comprende, ma ormai è troppo tardi:
Oh me dolente! come mi riscossi
quando mi prese dicendomi: "Forse
tu non pensavi ch'io loico fossi!".
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 8 gennaio 2012
Sono passati
587 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma
Mancherebbero
119 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà
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