venerdì 13 gennaio 2012

Inceneritore, un mondo di silenzi

Lettera aperta ai candidati alla guida di Parma

Quando si parla di inceneritore ai nostri politici, sono pochi quelli che si dichiarano decisamente contrari al forno di Ugozzolo.
Fra i candidati alla primarie del centrosinistra ad esempio, Vincenzo Bernazzoli è fortemente a favore, diversi altri, forse per timore di perdere elettori in vista delle prossime comunali, si inquadrano come soldatini nella categoria del “vorrei fermarlo ma non posso”.
Per poi rassicurare sulla loro condotta inflessibile nel momento in cui si dovranno eseguire controlli supplementari sulle emissioni, a costo di vagliare una ad una tutte le particelle gassose che usciranno in cima ai 70 metri del camino di Iren.
Sentiamo anche invocare la fiducia nelle istituzioni e negli organismi ufficiali di controllo, guai a mettere in discussione gli enti pubblici preposti al controllo (Arpa ed Asl).
Una società civile, dicono, deve poter avere dei riferimenti normativi certi e altrettanto certi organi ufficiali indipendenti, fuggendo dagli allarmismi scatenati dai comitati del no.
Abbiamo letto ieri, in un articolo a firma Diego Barsotti riportato dal portale Greenreport, che il 24 gennaio il ricercatore del Cnr di Pisa, Fabrizio Bianchi, sarà ascoltato dalla commissione ecomafie sul tema delle bonifiche ambientali.
Dirà cose molto semplici, ma anche molte crude. Racconterà infatti i risultati dello “Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento”, diffusi un mese fa, forse senza ricevere l'attenzione meritata.
Lo studio riguarda 48 siti di interesse nazionale, come i poli industriali di Gela, Priolo, Brescia, solo per citarne alcuni, luoghi dove “è emerso che la mortalità in questi siti supera di gran lunga la percentuale attesa”.
“Chi ci governa dovrebbe capire - spiega Fabrizio Bianchi - che investire sulle bonifiche non significa solo far del bene all'ambiente, ma prima di tutto salvare vite umane, e conseguentemente ridurre le spese sanitarie”.
L’area dell’ex inceneritore del Cornocchio non è compresa tra questi siti, ma è stata comunque oggetto di monitoraggi che hanno certificato la nocività dell'impianto, chiuso nel 2001, presentato nel 1975 come frutto delle migliore tecnologie disponibili, le famose BAT “lustratutto”.
Sotto i teloni e vicino all’alveo del torrente Parma vi sono stoccate oltre 100.000 tonnellate di ceneri e rifiuti di natura ignota.
Nel settembre del 2011 ricevemmo in forma anonima una ricerca di Nelson Marmiroli, docente della nostra università, relativa alle modificazioni genetiche a cui erano sottoposte le piante sentinella poste in prossimità dell’inceneritore.
Chiedemmo a gran voce ad ARPA, ASL ed alle associazioni sindacali di rendere nota l’incidenza di malattie tumorali sugli abitanti della zona e sui lavoratori che avevano operato al Cornocchio.
Da allora nessuna risposta, nessun cenno di smentita, nessuna parola di rassicurazione dagli organi preposti al controllo.
Se non c’è massima trasparenza sul passato non possiamo certo avere fiducia nel futuro e le parole del partito dei rigorosi controlli suonano stancamente a vuoto.
Ci rivolgiamo ai candidati alle primarie del centrosinistra ed a tutti gli altri schieramenti che si proporranno alla guida della città.
Ci promettete un futuro fatto di certezze.
Cosa intendete fare per conoscere la verità sulle malattie provocate dal vecchio inceneritore? La risposta è gradita e verrà pubblicata sul sito GCR dedicato delle primarie del centrosinistra:
https://sites.google.com/site/inceneritoreprimarie/

Articolo citato di Diego Barsotti - “Bianchi (Cnr): «Bonifiche industriali indispensabili per la salute dell'uomo, dell'ambiente e dell'economia» [ 11 gennaio 2012 ] http://www.greenreport.it/_new/index.php?lang=it&page=default&id=14050

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 13 gennaio 2012

Sono passati
592 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
114 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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