domenica 5 maggio 2013

Piano regionale rifiuti, oltre discariche e inceneritori


Presentata a Piacenza la direzione dell'Emilia Romagna verso il 2020


Ridurre lo smaltimento dei rifiuti, dare slancio alla raccolta differenziata, impostare la filosofia del recupero della materia per non disperdere le risorse esauribili e, infine, chiudere tutte le discariche.
Sono alcuni dei cardini del nuovo Piano regionale dei rifiuti, il primo così strutturato, da approvare
entro dicembre.



Tra gli obiettivi regionali fissati portare la raccolta differenziata al 70 per cento entro il 2020 con una produzione procapite che dovrà scendere a 505 chilogrammi (168 chili in meno a testa), ma anche arrivare al superamento delle discariche e con l’inevitabile conseguenza d’incentivare la raccolta differenziata (Piacenza ora al 55 per cento si colloca al quarto posto ed è medaglia di legno regionale).
«Sfida fattibile e importante che comporterà l’impegno di tutti, non si tratta affatto di sogni di carta. Tanto più che in certe zone della provincia di Piacenza, gli obiettivi ambiziosi del piano sono già
stati quasi raggiunti». E’ il commento dell’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda sul documento preliminare licenziato dalla Regione.
E come si procederà? Saranno coinvolti tutti livelli di governo locale. Prima dell’approvazione definitiva previsti infatti vari passaggi. Gli stessi che interessano tutti i piani territoriali con 120 giorni suddivisi in due blocchi per ossevazioni prima di arrivare al documento finale. «Concertazione per noi non significa solo condividere, vuol dire elaborare strategie per raggiungere gli obiettivi fissati dall’Europa che individua una corretta gestione dei rifiutti – segnala l’assessore Freda - e mette al primo posto la prevenzione dei rifiuti e all’ultimo posto lo smaltimento».
Tra queste le discariche che sono quelle che vanno superate per prime.
A livello regionale gli impianti per lo smaltimento dovranno avere un ruolo sempre più residuale. «Nella provincia di Piacenza - dice l’assessore Freda - si è già compiuta la totale dismissione delle discariche. Gli ultimi impianti funzionanti (fino a giugno 2008) erano a Corte Brugnatella (località Roncoli) e a Ottone (località Valsigiara). La discarica di Ca’ del Montano a Pontedellolio è invece esaurita dagli ultimi mesi del 2002. L’unico impianto di smaltimento in attività è il termovalorizzatore di Tecnoborgo che, con una capacità di 120mila tonnellate all’anno, è in
grado di trattare integralmente i quantitativi di rifiuti urbani indifferenziati prodotti sul territorio
provinciale e destinati a smaltimento. Anche per questo motivo è da scongiurare - mette in evidenza Freda - l’ipotesi che i cementifici piacentini Cementirossi e Buzzi brucino rifiuti, andando ad aggiungersi a Tecnoborgo e diventando di fatto degli inceneritori “mascherati” per rifiuti provenienti da ogni parte d’Italia».
Lo smaltimento quindi dovrà essere messo all’ultimo posto della graduatoria del trattamento
dei rifiuti perché l’investimento maggiore si dovrà concentrare sul recupero di materia e lo strumento che viene indicato nel nuovo Piano dei rifiuti è, come s’è detto, la raccolta differenziata. «Ridurre la quantità dei rifiuti si può, con un poco di fatica, certo, ma è fattibile. E’ chiaro - dice ancora Sabrina Freda - che tutti devono fare la loro parte e anche i cittadini devono stare attenti a
produrre meno rifiuti. Se ognuno di noi si mette nelle condizioni di fare la propria parte si può arrivare ai grandi numeri e il recupero di materia non è una chimera e poi rappresenta anche un fattore economico importante. E lo è già ora.
«Aumenteranno le aziende che investiranno sul recupero di materia. In provincia di Piacenza esiste
già una buona dotazione di impianti per il recupero dei rifiuti raccolti in modo differenziato: a
Monticelli (“Fratelli Mainetti” -carta), a Caorso (Saib - legno e Ancarano metalli), a Sarmato (Maserati - umido e verde), a Castelvetro (Ravara - verde). Nel prossimo futuro, anche grazie alla
gerarchia di gestione dei rifiuti perseguita dal Piano Regionale, il recupero di materia diventerà il core business di una nuova economia, verde e pulita - aggiunge l’assessore – in grado di impattare sempre di meno sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, privilegiando l’utilizzo di materie prime di recupero in sostituzione di quelle naturali».
Nel documento preliminare sono contenute le principali strategie ed azioni che saranno sviluppate all’interno del Piano regionale di Gestione dei Rifiuti. Esempi? «Ci sono accordi e contratti di programma per lo sviluppo di processi produttivi che prevengano la produzione di rifiuti, riduzione degli sprechi alimentari (promozioni su alimenti prossimi alla data di scadenza e riutilizzo dei residui alimentari), promozione degli acquisti verdi nelle pubbliche amministrazioni – elenca l’assessore Freda - compostaggio domestico, diffusione dei distributori di acqua e di alimenti
sfusi e del “vuoto a rendere” per ridurre i rifiuti da imballaggio.
Si osserva inoltre che, mentre alcune Province hanno criteri omogenei di assimilazione dei rifiuti
speciali a quelli urbani, in altre, come quella di Piacenza, ogni Comune segue uno specifico criterio
che porta a valori di produzione di rifiuti urbani molto diversi tra loro.
Il Piano Regionale punterà a rivedere e allineare questi criteri per ridurre le differenze a livello comunale e provinciale».
Il mezzo per incrementare la raccolta differenziata è individuato nel “porta a porta” «oltre ad aumentare i quantitativi intercettati, migliorerà in modo significativo anche la qualità dei materiali raccolti, rendendo così più efficiente il successivo recupero» dice l’assessore. Ma non c’è su questo un problema di costi? «E’ presto eliminato il costo della raccolta. Infatti - spiega Freda – va considerato il fatto che per smaltire si paga, il conferimento dei rifiuti costa, se si riduce la quota conferita si paga meno di conseguenza e, quel costo, può essere utilizzato per il porta a porta».
«L’investimento maggiore si dovrà concentrare sul recupero di materia»

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

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