La
conferma arriva da Svezia e Norvegia, che hanno “finito” i
rifiuti
Di Livio Martini
https://www.facebook.com/notes/livio-martini/stop-agli-inceneritori-di-svezia-e-norvegia-per-mancanza-di-rifiuti-un-problema-/622756764419921
"Tutta colpa dei suoi
abitanti, che riciclano quasi la metà di ciò che buttano e lasciano
un misero 2 per cento alla discarica". Così scrive Elena Dusi a
pagina 20 de "la Repubblica" di oggi. Per quale motivo i
cittadini che riciclano rifiuti sarebbero colpevoli? E ancora, di chi
si sta parlando? Non di certo dei cittadini italiani, considerata la
bassa percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti che ancora
caratterizza il nostro Paese, ma di quelli svedesi e norvegesi.
Infatti, la Svezia e la
Norvegia lanciano l'allarme: hanno finito la spazzatura da bruciare
negli inceneritori per produrre energia e calore. I Paesi del Nord
Europa, a quanto pare, non riescono più a garantire una parte della
produzione energetica per la scarsità di materia. Il petrolio
invece? Venduto, perlopiù.
Il tema principale tuttavia
è la compatibilità degli inceneritori "moderni" con
l'ambiente e con la salute pubblica. Ora, quello della compatibilità
ambientale "è - sempre secondo la giornalista - un dato che non
viene messo in discussione dagli abitanti dell'Europa del Nord".
Ammesso e non concesso che
sia così, i rifiuti sono la prova tangibile di un modello di
sviluppo insostenibile e autodistruttivo. La loro produzione supera
vette insormontabili. Alcuni governi continuano a ritenere che la
strada più razionale per la chiusura del ciclo sia proprio quella
dell'inceneritore, nonostante direttive comunitarie e buonsenso
prevedano modi più sostenibili. In particolare, l'Italia è l'unica
nazione in Europa che associa gli inceneritori agli impianti per la
produzione di energia pulita.
Ora, tutto questo che sta
accadendo nei paesi nordici e riportato dal quotidiano "la
Repubblica" non smaschera soltanto, paradossalmente, la pretesa
veridicità di alcune tesi in merito alla sostenibilità degli
inceneritori, ma conferma soprattutto la giustezza di quanto
sostenuto e praticato da tempo da numerose comunità e associazioni
in tutto il mondo nell'ambito delle politiche ambientali e della
corretta gestione dei rifiuti. Pertanto, occorre incoraggiare ancora
di più la pratica della raccolta differenziata porta a porta, il
compostaggio, la riduzione, il riciclo, il recupero e il riuso dei
materiali per chiudere gradualmente le discariche e bloccare la
filiera degli inceneritori.
Impianti che non chiudono il
ciclo, emettono sostanze inquinanti nell'atmosfera, nel suolo e nelle
falde, generano ceneri, che poi devono essere trattate e smaltite
come rifiuti inertizzati in apposite discariche, e, non da ultimo,
producono profitti, ma solo per piccoli gruppi d'interesse privato.
Che cosa resta da fare?
Applicare la strategia dei rifiuti zero e promuovere una seria e
strutturale riconversione ecologica dell'economia e della produzione.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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