venerdì 28 giugno 2013

Buio su Laterlite

Buio su Laterlite
Il grido di Rubbiano per la Vita

E’ tornato il buio pesto sul co-inceneritore Laterlite di Rubbiano.
Un impianto privato che brucia oltre 60 mila tonnellate all’anno di rifiuti speciali pericolosi con l’emissione di fumi contenenti metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo, diossine, idrocarburi policiclici, ecc..



Un impianto che, per stessa ammissione degli organi competenti (Arpa, Ausl) ha un impatto ambientale, e quindi sanitario, non trascurabile.
L’autorizzazione al co-incenerimento, concessa dalla Provincia, è scaduta nell’ottobre 2012.
La procedura di rinnovo è terminata lo scorso dicembre, ma nonostante questo, dopo sei mesi, non esiste ancora il documento ufficiale, il rinnovo dell’AIA.
Riteniamo grave questo prolungato ritardo ed esortiamo quindi i sindaci dei comuni coinvolti a pretendere che si faccia luce su una vicenda dai contorni foschi che mette in estremo imbarazzo tutti i cittadini coinvolti.
Abbiamo chiesto cose semplici, banali.
Un’indagine epidemiologica, per capire la situazione sanitaria del territorio circostante lo stabilimento in confronto ai dati medi generali.
Un’indagine prevista dal piano di zona dell’AUSL del 2010, firmato dai Sindaci e mai applicato. Abbiamo chiesto il monitoraggio delle matrici ambientali, prodotti alimentari, carne, vegetali, per capire quali inquinanti ogni giorno ingeriamo.
Nulla di fatto, annunci e promesse, ma poi tutto si arena silenziosamente.
Abbiamo chiesto più controlli, ritenendo che sostanze cancerogene come le diossine, in uscita dal camino, vadano monitorate costantemente e non una volta all’anno.
Abbiamo chiesto ad Arpa di ripetere un test di mutagenesi sulle matrici ambientali del territorio, test che nel 2007 diede esiti preoccupanti ma che è stato provvidenzialmente riposto nel cassetto. Abbiamo semplicemente chiesto che gli amministratori, i sindaci di Fornovo, Solignano, Medesano e Varano Melegari, le autorità sanitarie del territorio, si spendano per ciò che è il loro compito, tutelare la salute della popolazione.
Azioni che gli enti, ad esempio, hanno imposto al gestore del costruendo inceneritore di Parma, senza tanti tentennamenti.
Perché a Rubbiano no?
L’incenerimento di rifiuti pericolosi in un impianto obsoleto e riadattato è meno pericoloso di quello dei rifiuti urbani in un impianto nuovo e tecnologicamente avanzato?
Crediamo che sia vero il contrario.
Il comitato chiede che fine abbia fatto il Tavolo Tecnico, presentato come strumento a disposizione dell’Osservatorio Ambientale e incaricato di studiare soluzioni tecniche e programmi di miglioramento, insieme all’azienda.
Dopo molti mesi, purtroppo non abbiamo idea di quali obbiettivi si intendano perseguire, con quali strategie e con quale tempistica.
Ci pare che la politica sia sorda alle richieste dei cittadini, che in centinaia hanno affollato negli ultimi mesi e anni gli incontri organizzati dal Comitato, l’ultimo dei quali si è tenuto come confronto fra i candidati sindaco per le elezioni comunali di Solignano.
Ma noi cittadini non ci fermiamo, non ci accontentiamo come se fossimo asini a cui viene offerto il proverbiale zuccherino. Proseguiremo nel nostro lavoro di divulgazione, di denuncia, di richiesta e, nel frattempo, continuiamo a sperare in una politica più vicina alle persone e meno attenta ai sondaggi e alle logiche di opportunità

Comitato Rubbiano per la Vita
28 giugno 2013

Rete Ambiente Parma

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