Buio
su Laterlite
Il
grido di Rubbiano per la Vita
E’
tornato il buio pesto sul co-inceneritore Laterlite di Rubbiano.
Un
impianto privato che brucia oltre 60 mila tonnellate all’anno di
rifiuti speciali pericolosi con l’emissione di fumi contenenti
metalli pesanti, ossidi di azoto e zolfo, diossine, idrocarburi
policiclici, ecc..
Un
impianto che, per stessa ammissione degli organi competenti (Arpa,
Ausl) ha un impatto ambientale, e quindi sanitario, non trascurabile.
L’autorizzazione
al co-incenerimento, concessa dalla Provincia, è scaduta
nell’ottobre 2012.
La
procedura di rinnovo è terminata lo scorso dicembre, ma nonostante
questo, dopo sei mesi, non esiste ancora il documento ufficiale, il
rinnovo dell’AIA.
Riteniamo
grave questo prolungato ritardo ed esortiamo quindi i sindaci dei
comuni coinvolti a pretendere che si faccia luce su una vicenda dai
contorni foschi che mette in estremo imbarazzo tutti i cittadini
coinvolti.
Abbiamo
chiesto cose semplici, banali.
Un’indagine
epidemiologica, per capire la situazione sanitaria del territorio
circostante lo stabilimento in confronto ai dati medi generali.
Un’indagine
prevista dal piano di zona dell’AUSL del 2010, firmato dai Sindaci
e mai applicato. Abbiamo chiesto il monitoraggio delle matrici
ambientali, prodotti alimentari, carne, vegetali, per capire quali
inquinanti ogni giorno ingeriamo.
Nulla
di fatto, annunci e promesse, ma poi tutto si arena silenziosamente.
Abbiamo
chiesto più controlli, ritenendo che sostanze cancerogene come le
diossine, in uscita dal camino, vadano monitorate costantemente e non
una volta all’anno.
Abbiamo
chiesto ad Arpa di ripetere un test di mutagenesi sulle matrici
ambientali del territorio, test che nel 2007 diede esiti preoccupanti
ma che è stato provvidenzialmente riposto nel cassetto. Abbiamo
semplicemente chiesto che gli amministratori, i sindaci di Fornovo,
Solignano, Medesano e Varano Melegari, le autorità sanitarie del
territorio, si spendano per ciò che è il loro compito, tutelare la
salute della popolazione.
Azioni
che gli enti, ad esempio, hanno imposto al gestore del costruendo
inceneritore di Parma, senza tanti tentennamenti.
Perché
a Rubbiano no?
L’incenerimento
di rifiuti pericolosi in un impianto obsoleto e riadattato è meno
pericoloso di quello dei rifiuti urbani in un impianto nuovo e
tecnologicamente avanzato?
Crediamo
che sia vero il contrario.
Il
comitato chiede che fine abbia fatto il Tavolo Tecnico, presentato
come strumento a disposizione dell’Osservatorio Ambientale e
incaricato di studiare soluzioni tecniche e programmi di
miglioramento, insieme all’azienda.
Dopo
molti mesi, purtroppo non abbiamo idea di quali obbiettivi si
intendano perseguire, con quali strategie e con quale tempistica.
Ci
pare che la politica sia sorda alle richieste dei cittadini, che in
centinaia hanno affollato negli ultimi mesi e anni gli incontri
organizzati dal Comitato, l’ultimo dei quali si è tenuto come
confronto fra i candidati sindaco per le elezioni comunali di
Solignano.
Ma
noi cittadini non ci fermiamo, non ci accontentiamo come se fossimo
asini a cui viene offerto il proverbiale zuccherino. Proseguiremo nel
nostro lavoro di divulgazione, di denuncia, di richiesta e, nel
frattempo, continuiamo a sperare in una politica più vicina alle
persone e meno attenta ai sondaggi e alle logiche di opportunità
Comitato
Rubbiano per la Vita
28
giugno 2013
Rete
Ambiente
Parma
comitato
pro
valparma
-
comitato
ecologicamente
-
comitato
rubbiano
per
la
vita
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comitato
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no
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rifiuti
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le
predelle
–
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per
l'informazione
ambientale
a
san
secondo
parmense
comitato
associazione
giarola
e
vaestano
per
il
territorio
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