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La sala dell’ex Montegranatico di
Sanluri ha faticato a contenere le oltre 200 persone presenti ieri al
convegno “Trivelle in Campidano: Lo stravolgimento del territorio e
del sottosuolo sardo”, organizzato dal Comitato No Igia e Siliqua
per informare la popolazione sui rischi dei progetti di trivellazione
che interessano una porzione crescente di territorio sardo.
Relatrice di punta della serata la
fisica Maria Rita D’Orsogna, docente presso l’Università di Los
Angeles che da anni si occupa dei danni provocati dalle ricerche di
idrocarburi e gas naturali, in Italia e nel mondo.
La studiosa ha illustrato ad una platea
attenta il processo di estrazione di idrocarburi dal sottosuolo,
dalle indagini sismiche conoscitive allo smaltimento dei residui di
lavorazione, evidenziando come ad ogni fase siano legate forme di
inquinamento dell’ambiente e conseguenti rischi per la salute.
A seguire la relazione del dott.
Vincenzo Migaleddu, dell’Associazione Medici per l’Ambiente, che
ha incentrato il suo intervento sulla situazione dello stato di
salute della popolazione sarda, già fortemente compromesso
dall’inquinamento.
Non poteva mancare l’intervento del
Comitato No Eleonora, che non solo ha coinvolto nella battaglia
contro il progetto della Saras la popolazione di Arborea, ma ha
portato all’ordine del giorno il tema delle trivellazioni in
Sardegna.
E tanta strada ha fatto il Comitato No
Igia e Siliqua da quando, solo pochi mesi fa nella stessa sala
dell’ex Montegranatico denunciava le ipotesi di trivellazione
ancora sconosciute. La minaccia ora è avvertita in maniera concreta,
soprattutto grazie alla volontà e all’impegno dei comitati
popolari.
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