Domani
sera il convegno sulle biomasse
Urge un
territorio unito contro le speculazioni e i danni all'ambiente
Negli ultimi vent'anni
l'espressione sviluppo sostenibile è stata fatta propria sempre più
spesso dai politici.
Perché dà loro carta
bianca nel rapporto tra economia ed ambiente.
Consente, infatti, di
fissare degli obiettivi ma perseguendo qualsiasi strategia.
La debolezza di tale
concetto sta proprio nel fatto che non dice cosa bisogna fare e cosa
non fare.
Invece di ripromettersi uno
sviluppo sostenibile sarebbe meglio affrontare una per volta le cose
insostenibili.
Per risolverle.
Meglio che stilare progetti
di PAES che rischiano di rimanere astratti, non applicati.
Con le energie rinnovabili e
la green economy l'espressione sviluppo sostenibile è diventata di
uso comune.
Proprio per questo a noi
interessa soprattutto ciò che è insostenibile per l'ambiente, per
combatterlo.
Insostenibile è
principalmente consumare le risorse naturali.
Consumare vuol dire anche
usare male, ma significa soprattutto ridurre.
Tale cattivo uso è
particolarmente evidente quando si vuole ricavare energia dalle
biomasse.
Se si pensa di produrre
energia dalla combustione degli scarti di risorse naturali si
commette un doppio errore.
Da una parte si immettono
nell'aria inquinanti pericolosi per la salute e per l'ambiente che si
sommano a quelli già esistenti, dall'altra è fatale che si tenda a
generalizzare tale metodo di produzione arrivando a consumare
direttamente le risorse naturali quando gli scarti non bastino più.
E' il caso delle centrali a cippato di legna vergine che dipenderanno
sempre più dal consumo di superficie fogliare dei boschi.
O come quello degli scarti
animali sottratti sempre più all'industria del pet-food per la
produzione di grasso colato da bruciare in impianti tipo quello di
Citterio di Sant'Ilario Baganza.
Similare è l'esito della
produzione di biocombustibili da coltivazioni dedicate, perché così
si sottraggono ettari alla produzione di alimenti e, con la
concimazione chimica e i diserbanti, si consuma la risorsa naturale
suolo, reso infertile dalla mancanza di elementi organici.
Oggi tale utilizzo è in
mano alla speculazione ed alle mafie.
Essi non si preoccupano dei
danni che possono arrecare all'ambiente ed alla salute dei cittadini
La ricerca di innovazione,
infatti, si è concentrata soprattutto sulle tecnologie della
combustione: inceneritori di rifiuti, centrali a cippato di legna,
centrali ad oli vegetali, ad oli animali, pirogassificatori.
Le amministrazioni locali,
dal più piccolo comune fino a Province e Regioni, quando non del
tutto escluse dal processo e ridotte a mere esecutrici del dettato
governativo, ricalcano tale dinamica convogliando finanziamenti anche
europei solo su tagli boschivi industriali ed impianti combustori,
invece di puntare ogni euro disponibile sul risparmio energetico,
vero volano del coinvolgimento diretto dei cittadini e della ripresa
occupazionale nell'edilizia.
Gli incentivi pubblici vanno
a premiare principalmente la cosiddetta cogenerazione fatta da tali
inceneritori grandi e piccoli che producono energia elettrica fuori
mercato e che il più delle volte disperdono in aria l'energia
termica, cioè tanta CO2.
Altresì, premiano centinaia
di centrali a biogas alimentate non con effettivi scarti agricoli o
con reflui di allevamenti animali, ma principalmente con insilati di
mangimi vegetali da coltivazioni dedicate il cui effetto è sia di
inquinare ulteriormente la Pianura Padana, sia di inquinare il
mercato dell'affittanza agraria.
Se gli incentivi premiano
principalmente la speculazione, le normative le spalancano la porta
accontentandosi di limiti di emissioni solo formali, cartacei e per
di più autocertificati, mai realmente controllati dagli organi
preposti.
Ma, soprattutto, nessuna
normativa vigente prevede la coagulabilità delle emissioni in essere
con lo stato dell'inquinamento già esistente, quasi che nessun ente
autorizzante sappia che l'aria della Pianura Padana è un coacervo di
inquinanti, impregnata di polveri sottili e di ossidi di azoto.
Oggi la UE arriva a bocciare
i cogeneratori a biomassa nel nostro paese dove la direttiva aria
risulti violata, cioè in aree che già superano i valori limite,
tipo il cogeneratore Citterio nel Comune di Felino.
Nostro compito è denunciare
e combattere tale insostenibilità.
Per questo il convegno sulle
Biomasse.
Per far incontrare
amministrazioni e comitati di cittadini e condividere la finalità
della salvaguardia ambientale del territorio, per condurre una
battaglia comune che abbia come scopo ultimo quel bene comune spesso
in bocca a tanti, ma poi malamente concretizzato in azioni concrete.
https://www.facebook.com/events/477284015682312/?fref=ts
Rete
Ambiente Parma
Associazione
Gestione
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Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
– GCR
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