giovedì 27 giugno 2013

Risorse naturali e sviluppo sostenibile

Domani sera il convegno sulle biomasse
Urge un territorio unito contro le speculazioni e i danni all'ambiente

Negli ultimi vent'anni l'espressione sviluppo sostenibile è stata fatta propria sempre più spesso dai politici.
Perché dà loro carta bianca nel rapporto tra economia ed ambiente.
Consente, infatti, di fissare degli obiettivi ma perseguendo qualsiasi strategia.
La debolezza di tale concetto sta proprio nel fatto che non dice cosa bisogna fare e cosa non fare.
Invece di ripromettersi uno sviluppo sostenibile sarebbe meglio affrontare una per volta le cose insostenibili.
Per risolverle.



Meglio che stilare progetti di PAES che rischiano di rimanere astratti, non applicati.
Con le energie rinnovabili e la green economy l'espressione sviluppo sostenibile è diventata di uso comune.
Proprio per questo a noi interessa soprattutto ciò che è insostenibile per l'ambiente, per combatterlo.
Insostenibile è principalmente consumare le risorse naturali.
Consumare vuol dire anche usare male, ma significa soprattutto ridurre.
Tale cattivo uso è particolarmente evidente quando si vuole ricavare energia dalle biomasse.
Se si pensa di produrre energia dalla combustione degli scarti di risorse naturali si commette un doppio errore.
Da una parte si immettono nell'aria inquinanti pericolosi per la salute e per l'ambiente che si sommano a quelli già esistenti, dall'altra è fatale che si tenda a generalizzare tale metodo di produzione arrivando a consumare direttamente le risorse naturali quando gli scarti non bastino più. E' il caso delle centrali a cippato di legna vergine che dipenderanno sempre più dal consumo di superficie fogliare dei boschi.
O come quello degli scarti animali sottratti sempre più all'industria del pet-food per la produzione di grasso colato da bruciare in impianti tipo quello di Citterio di Sant'Ilario Baganza.
Similare è l'esito della produzione di biocombustibili da coltivazioni dedicate, perché così si sottraggono ettari alla produzione di alimenti e, con la concimazione chimica e i diserbanti, si consuma la risorsa naturale suolo, reso infertile dalla mancanza di elementi organici.
Oggi tale utilizzo è in mano alla speculazione ed alle mafie.
Essi non si preoccupano dei danni che possono arrecare all'ambiente ed alla salute dei cittadini
La ricerca di innovazione, infatti, si è concentrata soprattutto sulle tecnologie della combustione: inceneritori di rifiuti, centrali a cippato di legna, centrali ad oli vegetali, ad oli animali, pirogassificatori.
Le amministrazioni locali, dal più piccolo comune fino a Province e Regioni, quando non del tutto escluse dal processo e ridotte a mere esecutrici del dettato governativo, ricalcano tale dinamica convogliando finanziamenti anche europei solo su tagli boschivi industriali ed impianti combustori, invece di puntare ogni euro disponibile sul risparmio energetico, vero volano del coinvolgimento diretto dei cittadini e della ripresa occupazionale nell'edilizia.
Gli incentivi pubblici vanno a premiare principalmente la cosiddetta cogenerazione fatta da tali inceneritori grandi e piccoli che producono energia elettrica fuori mercato e che il più delle volte disperdono in aria l'energia termica, cioè tanta CO2.
Altresì, premiano centinaia di centrali a biogas alimentate non con effettivi scarti agricoli o con reflui di allevamenti animali, ma principalmente con insilati di mangimi vegetali da coltivazioni dedicate il cui effetto è sia di inquinare ulteriormente la Pianura Padana, sia di inquinare il mercato dell'affittanza agraria.
Se gli incentivi premiano principalmente la speculazione, le normative le spalancano la porta accontentandosi di limiti di emissioni solo formali, cartacei e per di più autocertificati, mai realmente controllati dagli organi preposti.
Ma, soprattutto, nessuna normativa vigente prevede la coagulabilità delle emissioni in essere con lo stato dell'inquinamento già esistente, quasi che nessun ente autorizzante sappia che l'aria della Pianura Padana è un coacervo di inquinanti, impregnata di polveri sottili e di ossidi di azoto.
Oggi la UE arriva a bocciare i cogeneratori a biomassa nel nostro paese dove la direttiva aria risulti violata, cioè in aree che già superano i valori limite, tipo il cogeneratore Citterio nel Comune di Felino.
Nostro compito è denunciare e combattere tale insostenibilità.
Per questo il convegno sulle Biomasse.
Per far incontrare amministrazioni e comitati di cittadini e condividere la finalità della salvaguardia ambientale del territorio, per condurre una battaglia comune che abbia come scopo ultimo quel bene comune spesso in bocca a tanti, ma poi malamente concretizzato in azioni concrete.

https://www.facebook.com/events/477284015682312/?fref=ts

Rete Ambiente Parma
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di ParmaGCR


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