giovedì 27 giugno 2013

Inceneritore di Vienna, un'altra verità

Lettera aperta di Giovanni Vantaggi, medico di famiglia e referente ISDE per l'Umbria, all'assessore all'ambiente umbro Lamberto Bottini

L’inceneritore di Spittellau (Vienna) che so, con quello di Monaco, essere stato oggetto di una sua visita, è stato stato costruito nel 1969, vicino ad un ospedale, per “sfruttarne” il calore prodotto (teleriscaldamento).
A quei tempi nessuno pensava agli effetti deleteri legati all’incenerimento. Ma oggi, secondo lei, i Viennesi rifarebbero la stessa scelta?



E’ sicuro che l’inceneritore di Vienna è destinato ad esaurire la sua funzione entro 20 anni. Il periodo necessario per recuperare i costi di: costruzione, manutenzione e ammodernamento.
Altri dati: a Spittellau si inceneriscono circa 250.000 ton/anno di rifiuti (praticamente “solo” il 10% di quello che rimane dalla raccolta differenziata che a Vienna, oltre 1.600.000 ab, raggiunge il 90%).
Perfettamente nei parametri di legge, il bel camino progettato da Friedensreich Hundertwasser, ogni giorno emette circa 8 kg di polveri e 122 milioni di picogrammi di diossine, quanti ne bastano per coprire la dose tollerabile giornaliera di 870.000 viennesi. (Si veda la relazione di Federico Valerio sull'inceneritore di Vienna).
Ovviamente anche l'inceneritore di Spittelau rispetta la legge di conservazione di massa (legge di Lavoisier) per cui, per ogni tonnellata di rifiuto “termovalorizzato” produce 280 chili di rifiuti solidi che, in vagoni coperti, sono mandati nell'impianto di trattamento rifiuti di Rinterzelt.
Qui dopo ulteriori “trattamenti” (recupero di ferro, circa 24 chili per tonnellata di rifiuti trattati), le ceneri pesanti sono mescolate al cemento e utilizzate per realizzare i muri di sostegno della discarica di rifiuti solidi di Vienna.
Quindi se qualcuno ancora crede che i “termovalorizzatori” eliminano le discariche, se non lo sapeva, ora sa che non è vero e all’inceneritore le discariche servono eccome e non sono solo a Vienna, ma anche a Copenhagen, a Brescia, etc.
Proprio non so cos’altro si debba fare: comitati, cittadini, associazioni e anch’io come Referente per l’Umbria dei Medici per l’Ambiente, per cercare di far diventare l’Umbria il vero “cuore verde” dell’Italia.
Certamente conosce le preoccupazioni delle popolazioni e meglio di me conosce le conclusioni dell’ottimo documento della Regione: “La Geografia della mortalità in Umbria. 1978-2005” dove a pag 37 si conclude che lo studio ”…ha evidenziato, per specifiche cause di morte, situazioni a più alto rischio, che vale la pena di approfondire, nei comuni del nord della Regione, della Valnerina…”
Se permette, da tecnico della salute (da oltre 31 anni sono medico di famiglia) vorrei sottoporre alla sua attenzione alcune considerazioni:
Dall’Art.15 della Dichiarazione di RIO giugno 1992 (16 anni fa!), ratificato dall’ Unione Europea: “Quando una attività crea possibilità di fare male alla salute o all’ambiente, misure precauzionali dovrebbero essere prese, anche se alcune relazioni di causa-effetto non sono stabilite con certezza dalla scienza”
Dalle parole del Prof Lorenzo Tomatis (fondatore e direttore dello IARC di Lione dal 1981 al 1994): “…adottare il Principio di Precauzione e quello di Responsabilità significa anche accettare il dovere di informare, impedire l' occultamento di informazioni su possibili rischi , evitare che si consideri l' intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali sperimentare tutto quanto è in grado di inventare il progresso tecnologico...
Invece di accettare una società che sta diventando sempre meno democratica, in cui le scelte sfuggono ormai completamente agli individui e domina il Principio della crescita economica ad ogni costo, si può pensare ad uno sviluppo che si attui sui principi di Precauzione e Responsabilità, dando priorità alla qualità della vita e all'equità sociale e ponendo il mantenimento della Salute al di sopra dell'interesse economico".
La soluzione dell’incenerimento non risolve e non risolverà mai il problema dei rifiuti, come non l’ha risolto in nessun’altra parte del mondo. Affermo questo con forza, perché se gli inceneritori avessero risolto il problema dei rifiuti, come mai: Germania, Austria, Svizzera, altri paesi europei, gli stessi Stati Uniti e Israele puntano fortemente sulla raccolta differenziata, più spinta possibile e attuano la raccolta porta a porta?
E perché questi Paesi hanno capito che i rifiuti sono la nuova risorsa su cui investire per ricavarne materie prime da reimmettere sul mercato e l’Umbria-l’Italia, invece no? (l’Italia è il 3° acquirente di materie prime cosiddette seconde cioè recuperate dai rifiuti).
Ribadisco: la materia e quindi anche i rifiuti non si eliminano, non scompaiono, e l’inceneritore li trasforma soltanto, e non in qualcosa di innocuo, ma in sostanze, altre, come: Diossine, Furani, Policlorobifenili, Metalli pesanti.
La beffa è che per rendere i rifiuti così pericolosi si spendono pure molti milioni di euro (quanto costa un inceneritore? Quanti posti di lavoro da?) Perché l’Italia è l’unico paese al mondo in cui si premia chi brucia i rifiuti? Nel resto del mondo chi incenerisce i rifiuti paga e molto salato!
Perché i mass media mai parlano di quelle esperienze che costano molto, ma molto meno di un inceneritore e non producono emissioni pericolose per la salute? Realtà già operanti in alcune regioni d’Italia ma assolutamente ignorate:
Bolzano ha già in funzione un sistema che utilizza il processo di Digestione Anaerobica e produce Biogas-metano: 1.200.000 mc/anno (sto pensando ai “preziosi” liquami di Bettona!).
Treviso: Centro Riciclo Vedelago (58 dipendenti, l’inceneritore di Brescia ne ha 77) dove, con l’Università di Padova, hanno messo a punto un sistema, tutto italiano, basato sull’estrusione per attrito; sistema (infinitamente meno costoso di un inceneritore) che vengono ad acquistare dall’estero (Corea, Germania ecc) ma ignorato dai tanti cosiddetti “esperti” italiani.
E pensare che a Vedelago riciclano, tutto quel materiale secco, considerato fino a qualche anno fa irriciclabile e che finiva in discarica o all’inceneritore. Ora quel materiale diviene sabbia sintetica, preziosa per l’edilizia o per la costruzione di mobili e manufatti per esterno. Nessuna combustione, nessuna discarica! Nessuna emissione dannosa.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


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