sabato 8 giugno 2013

Buondì Pd

Buondì Pd
Bratti affonda la lama, Bernazzoli isolato sul camino di Ugozzolo
Il deputato Pd: ora vi è un'altra sfida da affrontare

I democratici si risvegliano no termo: buongiorno Pd, ben ri-svegliato.
Così l'agenzia Dire.



"Il documento degli Assessori provinciali riguardo alla proposta del Piano dei rifiuti regionale va tenuto in grande considerazione". Si inserisce anche il deputato Pd Alessandro Bratti, membro della commissione ambiente e responsabile ambiente ed energia del Pd regionale nello scontro tra le Province sul futuro degli inceneritori in Emilia Romagna. Ieri, dopo un vertice nella sede dell'Upi, l'Unione province regionale, il presidente di Parma, Vincenzo Bernazzoli, alle prese con la battaglia sul camino di Ugozzolo, ha chiesto e ottenuto il congelamento del testo preparato dagli assessori di quasi tutte le province dell'Emilia Romagna. Un testo avverso al piano regionale dei rifiuti e fortemente critico verso gli inceneritori.
Per Bratti però "la gestione integrata dei rifiuti ha sempre visto, in Italia, la Regione Emilia-Romagna ai primi posti per capacità impiantistica e processi virtuosi. Ora vi è un'altra sfida da affrontare che riguarda il passaggio da un sistema industriale a monte, basato su discariche ed inceneritori, ad uno a valle che comprende impianti di recupero e riciclaggio". Parole chiare contro le eccezioni di Parma, anche se Bratti diluisce un po' il concetto parlando di "non adeguato coinvolgimento dei territori e dei suoi amministratori" nel confronto aperto dall'Assessore regionale.
"Proprio dalla nostra Regione conclude il deputato Pd devono partire dei segnali concreti in questa direzione, considerando le esperienze positive già esistenti ma andando verso una vera pianificazione regionale che superi la logica ormai obsoleta dei bacini provinciali".

L'aggettivo “obsoleto” lo traduciamo noi.
Significa rifiuti a zonzo per la regione ed in particolare diretti in quel di Parma, strada della Lupa.
Ma se la stagione degli inceneritori volge comunque al termine rimane un grosso problema ancora da affrontare, quello cioè di capovolgere la gerarchia del trattamento dei rifiuti.
Al primo posto va messa la R di ricerca.
Senza la svolta dell'eco design, senza l'imposizione di legge all'industria per far sì che ogni grammo di merce prodotta sia riciclabile al 100% (o compostabile alla stessa percentuale), non arriveremo mai all'obiettivo rifiuti zero o riciclo totale.
Il riciclo totale della materia, il famoso ciclo chiuso che imita i cicli naturali, dove non esistono né combustioni (se non accidentali) né scarti, dalla culla alla culla, passa inevitabilmente attraverso la fase della produzione sostenibile.
Finché verranno immessi in commercio merci non riciclabili o di difficile recupero lotteremo contro un mulino a vento.
Giunge il tempo della grande riforma del Conai, non deve bastare brindare ad un alto tasso di raccolta differenziata, ma il riferimento deve diventare l'indice di riciclo.
Quanta plastica differenziata finisce poi in discarica o in inceneritori?
Questi sono dati che vorremmo venissero alla luce.
Questi sono i temi su cui anche l'Anci, l'unione dei comuni italiani, si dovrebbe battere per garantire fra l'altro la giusta remunerazione degli sforzi dei cittadini virtuosi.
Ridurre, riusare, riciclare, ma soprattutto ricercare.
E' l'unica strada possibile.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


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