giovedì 6 giugno 2013

La Provincia nel cul de sac

Parma e l'autoflagellazione di piazzale della Pace,
tra sentenze favorevoli e scenari neri

Non invidiamo le doti calcistiche della Provincia, che è riuscita nell'impresa di farsi espellere dalla città un'altra volta dopo la debacle elettorale del 2012.
Non deve essere stato semplice.


Sbiadimenti

Pagano, Bernazzoli & C., il fatto di essere irrimediabilmente invischiati nella querelle del forno.
Oggi, da estremi e fideisti supporters, si atteggiano ad arbitri apparentemente inflessibili.
La presa di posizione delle 7 sorelle (7 province emiliano romagnole su 9 criticano il piano regionale sui rifiuti, l'Upi regionale chiede stop inceneritori tranne Parma) ha fatto emergere ancora una volta la posizione fuori dal coro di Parma, incerta tra dire e non dire, tra il fare e il disfare.
In curva nord a favore del camino, si è trovata in seno un Comune non più incline ai nì, ed è stata costretta, obtorto collo, a diventare improvvisamente rigida e ferma sulle posizioni dell'autorizzazione ambientale e delle prescrizioni del Paip.
Senza, al momento, concedere sconti.
Arrivando addirittura a intimare e diffidare il gestore al rispetto di tutti gli impegni presi, bloccando di fatto l'ultimo miglio che avrebbe permesso di stappare le bottiglie di spumante e varare la grande e luccicante nave di strada della Lupa.
Mettendosi insomma di traverso, scatenando le ire di strada Santa Margherita.
Ogni giorno una nuova pietra colpisce l'infante di Ugozzolo e sempre più spesso la firma è quella dell'ente che fino a ieri sosteneva il progetto.
L'ultimo aggiornamento cronologico riguarda il ricorso al Tar Lazio contro il provvedimento che nega il titolo di impianto capace di raccogliere i cospicui incentivi statali, i cosiddetti certificati verdi, senza i quali il progetto è morto prima ancora di partire.
Ma il fulcro del tornado rimane il luogo di comando di Bernazzoli e Castellani.
Al centro delle tempeste in natura vi è calma piatta, invece nella realtà quotidiana piazzale della Pace subisce i riflettori e scompostamente manifesta il proprio disagio, anche a colpi proibiti a gamba tesa.
Parma si è fatta onore alle Olimpiadi regionali della raccolta differenziata superando tutti gli altri territori in bravura e risultati.
Ci si sarebbe aspettati una ferma presa di distanza da un piano regionale che non fa onore agli sforzi dei parmensi, ma vive di grigiori e livelli mediocri più amati dai gestori dei rifiuti che dai cittadini virtuosi.
L'Emilia Romagna è azzoppata dai troppi impianti di smaltimento a caldo e l'unica strada possibile è quella di progettarne la dismissione o riconversione che dir si voglia.
Oggi Bernazzoli tuona contro i colleghi delle province limitrofe, convoca e preannuncia momenti di tensione per difendere ancora una volta quell'impianto che nelle stesse ore sta contrastando.
Un avvitamento senza pari, meglio delle Frecce Tricolori.
Non basta certo il rifiuto della Cassazione di entrare nel merito della richiesta di sequestro del cantiere dell'inceneritore, perché da allora è passata tanta acqua sotto i ponti di Parma e la situazione del forno oggi, se possibile, è ancora più intricata di ieri,
Il caos regna sulla città, e ora c'è anche la firma di Bernazzoli.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

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