Parma e
l'autoflagellazione di piazzale della Pace,
tra
sentenze favorevoli e scenari neri
Non invidiamo le doti
calcistiche della Provincia, che è riuscita nell'impresa di farsi
espellere dalla città un'altra volta dopo la debacle elettorale del
2012.
Non deve essere stato
semplice.
Sbiadimenti
Pagano, Bernazzoli & C.,
il fatto di essere irrimediabilmente invischiati nella querelle del
forno.
Oggi, da estremi e fideisti
supporters, si atteggiano ad arbitri apparentemente inflessibili.
La presa di posizione delle
7 sorelle (7 province emiliano romagnole su 9 criticano il piano
regionale sui rifiuti, l'Upi regionale chiede stop inceneritori
tranne Parma) ha fatto emergere ancora una volta la posizione fuori
dal coro di Parma, incerta tra dire e non dire, tra il fare e il
disfare.
In curva nord a favore del
camino, si è trovata in seno un Comune non più incline ai nì, ed è
stata costretta, obtorto collo, a diventare improvvisamente rigida e
ferma sulle posizioni dell'autorizzazione ambientale e delle
prescrizioni del Paip.
Senza, al momento, concedere
sconti.
Arrivando addirittura a
intimare e diffidare il gestore al rispetto di tutti gli impegni
presi, bloccando di fatto l'ultimo miglio che avrebbe permesso di
stappare le bottiglie di spumante e varare la grande e luccicante
nave di strada della Lupa.
Mettendosi insomma di
traverso, scatenando le ire di strada Santa Margherita.
Ogni giorno una nuova pietra
colpisce l'infante di Ugozzolo e sempre più spesso la firma è
quella dell'ente che fino a ieri sosteneva il progetto.
L'ultimo aggiornamento
cronologico riguarda il ricorso al Tar Lazio contro il provvedimento
che nega il titolo di impianto capace di raccogliere i cospicui
incentivi statali, i cosiddetti certificati verdi, senza i quali il
progetto è morto prima ancora di partire.
Ma il fulcro del tornado
rimane il luogo di comando di Bernazzoli e Castellani.
Al centro delle tempeste in
natura vi è calma piatta, invece nella realtà quotidiana piazzale
della Pace subisce i riflettori e scompostamente manifesta il proprio
disagio, anche a colpi proibiti a gamba tesa.
Parma si è fatta onore alle
Olimpiadi regionali della raccolta differenziata superando tutti gli
altri territori in bravura e risultati.
Ci si sarebbe aspettati una
ferma presa di distanza da un piano regionale che non fa onore agli
sforzi dei parmensi, ma vive di grigiori e livelli mediocri più
amati dai gestori dei rifiuti che dai cittadini virtuosi.
L'Emilia Romagna è
azzoppata dai troppi impianti di smaltimento a caldo e l'unica strada
possibile è quella di progettarne la dismissione o riconversione che
dir si voglia.
Oggi Bernazzoli tuona contro
i colleghi delle province limitrofe, convoca e preannuncia momenti di
tensione per difendere ancora una volta quell'impianto che nelle
stesse ore sta contrastando.
Un avvitamento senza pari,
meglio delle Frecce Tricolori.
Non basta certo il rifiuto
della Cassazione di entrare nel merito della richiesta di sequestro
del cantiere dell'inceneritore, perché da allora è passata tanta
acqua sotto i ponti di Parma e la situazione del forno oggi, se
possibile, è ancora più intricata di ieri,
Il caos regna sulla città,
e ora c'è anche la firma di Bernazzoli.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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