L'inceneritore
deflagra tra i democratici
La nostra
hola per Mirko Tutino
Apprendo dalla stampa che il
Presidente dell’UPI Bernazzoli ha chiesto (a tre giorni dalla
scadenza dei tempi previsti per le osservazioni e dopo che gli
Assessori delegati e competenti in materia avevano già passato
settimane a scrivere un documento firmato da tutti gli assessori ad
eccezione di quello di Parma) di redigere “un documento unitario
delle province”.
Comprendo che al Presidente
della Provincia di Parma non piaccia l’idea di essere rimasto
l’unico a sostenere l’autosufficienza delle province nello
smaltimento dei rifiuti. Ma al di là del fatto che il tema è
superato dalle valutazioni di sostenibilità ambientale
(razionalizzare gli impianti è l’unica strada per ridurre gli
impatti ambientali ed anteporre la salute ed il recupero dei
materiali agli interessi di chi gestisce gli inceneritori), la
posizione di Bernazzoli arriva fuori tempo massimo: 18 mesi dopo la
scelta della Regione di costituire un unico ambito regionale.
La Regione, grazie alla
Vicepresidente Saliera e ad un voto dell’Assemblea Legislativa
avvenuto nel dicembre 2011, ha già compiuto questa scelta e lo ha
fatto con un ampio percorso di condivisione. I dibattiti di queste
ore, al contrario, dimostrano come non ci sia stata la stessa
capacità sui temi ambientali.
Come si può chiedere, allo
scopo di giustificare un dibattito politico interno ad una provincia
che peraltro ha già visto, con le elezioni del 2012, un esito
politico chiaro, alle altre otto province di stare ferme e non
proporre una politica virtuosa di gestione dei rifiuti?
E sia chiaro: Reggio ha
ospitato per anni rifiuti da altre province ed oggi sta progettando e
realizzando un sistema capace di evitare il ricorso ad inceneritori
di altre province.
Proprio in questi giorni
sono stato in Friuli a vedere diversi impianti di trattamento rifiuti
finalizzati a recuperare materia. In Friuli ci sono 4 province: 3
hanno ottimi dati di raccolta differenziata (tra il 50 ed il 70%),
una è ferma intorno al 20%: l’unica che ha un inceneritore.
L’Emilia-Romagna ne ha otto. Prendiamo ad esempio dal programma
della Serracchiani o di Marino a Roma: lasciamoci alle spalle i
grandi impianti di smaltimento e puntiamo su un nuovo modo di
concepire le raccolte differenziate e di sviluppare un’economia sul
trattamento e sul recupero dei materiali.
Impegnarsi perché si cambi
rotta non è una scelta che ha un colore politico. Una politica
ambientale virtuosa è interesse del nostro ecosistema e delle
prossime generazioni che vivranno in in Emilia-Romagna. Dovrebbe
essere l’abc di qualsiasi forza politica moderna. Su questi
argomenti abbiamo già perso troppo tempo e troppe opportunità,
penso si debba cambiare rotta”.
Mirko Tutino
Assessore provinciale
all'Ambiente Reggio Emilia.
Condividiamo parola per
parola
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Nessun commento:
Posta un commento