A nessuno
lascerei in mano i pulsanti della rovina
Se io fossi qualcuno, non mi
farei mettere i piedi in testa.
Tanto meno un camino.
Intanto il camino puzza,
fuma, mi scompiglia l'orizzonte.
Mi impaurisce i clienti, mi
intorbidisce gli affari.
Non è cosa buona.
Con tutti i posti dove lo
possono mettere, davanti alla mia azienda no.
Proprio assolutamente no.
Se io fossi qualcuno sarei
stato chiaro, fin dall'inizio.
Carino quel coso, ma fatelo
altrove.
Una fabbrica di quattrini,
ma fatela più in là.
E poi, è proprio
necessaria? Ne siete certi? Avete verificato tutte le altre modalità?
Qui si sono già accomodati
in tanti, in troppi, e la situazione già ora non ci arride.
Vedi come siamo messi?
Quel nastro di asfalto è lì
dal '64, ci passano decine di milioni di marmitte ogni anno,
figuriamoci cosa ne esce e come riduce l'aria intorno: violetta di
Parma a tonnellate servirebbe.
Il viadotto di cemento è
un'invenzione moderna, il treno manco si ferma in città: passa con
il suo rumore fastidioso e se ne va via, ma certo il paesaggio non ne
ha guadagnato: calcestruzzo, cavi, alta tensione, ferro, e i treni
dei pendolari che rallentano sempre di più.
Sarebbe progresso questo?
Poi c'è il quartiere
industriale, sgangheratamente cresciuto senza motivo, oggi semi
abbandonato, scheletrico e mummificato.
Cementificare, coprire,
bloccare ogni metro quadrato di verde rimanente.
Tutti a credere nello
sviluppo infinito, in consumatori infiniti che si moltiplicano al
moltiplicarsi dei centri commerciali, che escono come conigli dalla
tuba del mago di turno.
Affamati di oneri, morti di
fame per visione di futuro.
Se io fossi qualcuno che
conta lo farei capire.
A quegli stessi che credono
di poter fingere all'infinito.
Il marino che scende dalla
cime dei monti.
Come se non si sentisse
nelle narici l'odore di fuliggine, le file nei pronto soccorso a
curare le asme, quando va bene, e ripulire i davanzali neri, ogni
mattina.
Se io contassi qualcosa
glielo direi nei denti che stanno sbagliando tutto.
Che non si respira in un
sarcofago di cemento.
Che sono miopi, ciechi e
sordi e contano solo le monete di oggi senza guardare oltre il loro
naso.
Non si accorgono del
disastro che già bussa, sotto forma di livelli superati enne volte,
di record stracciati ogni anno che passa, sempre più su verso il
punto di non ritorno.
C'era una saggezza tra noi,
la giusta misura del nostro piccolo eden, il sentirsi in dovere di
non esagerare per potersi godere il frutto della fatica, per fare
festa tutti assieme.
Se io fossi qualcuno, a
nessuno lascerei in mano i pulsanti della rovina.
Perché ne sarei
responsabile come loro.
Il silenzio gioca brutti
scherzi.
Non è bello circolare con i
vetri scuri.
Morirei di vergogna per aver
fregato tutti.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
Parma,
29 luglio 2013
L'inceneritore
di
Parma
avrebbe
dovuto
accendersi
449
giorni
fa
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