sabato 17 dicembre 2011

San Bartolomeo XII

Buon Natale Commissario

La nostra letterina a Babbo Natale quest'anno la recapitiamo a Mario Ciclosi, primo inquilino, seppur momentaneo, di piazza Garibaldi, e nostro primo cittadino sino al prossimo maggio.
Di regali se ne chiedono tanti, ma noi ci limitiamo ad un piccolo desiderio, di quelli facilmente esaudibili, di quelli che portano il sorriso, una volta tanto.



La storia di San Bartolomeo, la piazzetta, non il santo, la stiamo raccontando (e fotografando) da un anno e mezzo, tra proclami inconcludenti e pratiche efficaci (solo per chi fa soldi con lo smaltimento).
Una storia di quelle poco importanti, poco ascoltate, da tenere di riserva nelle lunghe notti di inverno, quando la favole di grido sono finite e il sonno ancora non arriva.
San Bartolomeo è il simbolo dello spreco.
Spreco di materie prime come la carta, come la plastica, come il vetro, come l'alluminio, come il cartone, come l'organico.
Potrebbero essere occasioni di guadagno per l'ente locale, il quale viene pagato dal consorzio imballaggi Conai proprio per farsi carico della loro raccolta e riciclaggio.
Si trasformano invece in danno, moltiplicato, ripetuto, evidente, provocatorio.

La bottiglia di plastica che non viene riciclata, che i cittadini nel momento dell'acquisto hanno pagato anche nella quota destinata al suo riciclo, finisce irrimediabilmente in una discarica, ma molto più probabilmente in un inceneritore.
Seguire le sue ultime ore ci può insegnare tanto.
Gettata alla rinfusa in un cassonetto stradale dell'indifferenziato perde le sue caratteristiche ottimali per il riciclo, si sporca di organico, si mischia agli altri materiali.
Viene compattata insieme a tutto il resto.
Al Cornocchio viene ribaltata in un preselettore, che toglie parte dell'organico dalla grande massa di rifiuto indifferenziato.
Poi si avvia alla bocca del forno.
Bruciando emette diossina o comunque gas con contenuti molecolari pericolosi e di difficile filtraggio. Il suo valore energetico è perso per sempre. Dal fumo non si ricrea la bottiglia.
Servirà invece tornare in natura ad estrarre petrolio da trasformare in quella bottiglia che abbiamo appena bruciato. E il ciclo si perpetua all'infinito.
Ma non è solo una questione di salute.
Partiamo da un oggetto che ha un suo valore economico riconosciuto.
Diventa un onere per i comuni, perché il gestore farà pagare l'ente locale per portare la bottiglietta verso l'inceneritore.
Il gestore ne ricava un carburante gratuito, anzi sono i cittadini a pagare per farsi ritirare il carburante da casa, o dai mercati.
Il vapore, pochissimo, ricavato dalla sua fiamma, verrà rivenduto agli stessi cittadini a caro prezzo. La stessa fiamma, se produce anche energia elettrica, verrà anch'essa rivenduta a prezzi tripli rispetto alle tariffe di mercato.
Caro Commissario, Lei è una persona razionale.
Questo scempio deve finire, è un scempio anche economico, a tutto svantaggio delle casse comunali, alla cura delle quali Lei è stato assegnato.
Buon Natale Commissario Ciclosi.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 17 dicembre 2011

Sono passati
565 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
141 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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