di Marcello Frigeri
giornalista del settimanale Zerosette
www.liberacritica.it
Secondo i rappresentanti politici di Parma, all’unanimità, il cantiere ha più diritti del cittadino. Letta così, in estrema sintesi, la situazione appare paradossale, ma se la guardiamo da una visuale più ampia noteremmo che questa concezione della vita è alla base del sistema politico occidentale. Il no al referendum sull’inceneritore ne è la conferma, e ci dice che la società odierna sta affrontando un cancro ormai in metastasi: oggi il modello della modernità, che io definisco paranoico, mette al centro del suo cuore non l’uomo, ma il denaro.
È normale, dunque, che se questa è la strada che stiamo percorrendo il cittadino è messo in secondo piano rispetto al Dio denaro. Maggioranza e opposizione uniti durante la commissione Affari Istituzionali, senza vergognarsi, hanno derubato il cittadino del suo potere più grande: decidere in seduta comune (il referendum) se l’inceneritore aveva ragione d’essere o meno. In pratica hanno risolto la questione partendo direttamente dal nocciolo: i parmigiani non possono decidere per loro stessi. Una teoria politica di tipo paternalistico che non ha nulla a che fare con la liberaldemocrazia, che il paternalismo delle elite al potere, al contrario, lo combatte, o almeno dovrebbe.
Ovviamente alla decisione sono seguite le motivazioni, tutte quante molto avvincenti. La prima: il referendum viola l’art. 54 comma 5 dello Statuto comunale, cioè non “risponde ai criteri di chiarezza” richiesti dal suddetto articolo. Ma in Commissione si sono ben guardati da entrare nel merito della “chiarezza”, cioè non hanno motivato le cause di tale decisione: un po’ come dare del ladro a qualcuno senza poi spiegarne il motivo. Secondo: l’inceneritore è “un’opera già appaltata e in fase di realizzazione”. Una motivazione che non risponde a nessun articolo dello Statuto Comunale – ovvero se lo sono inventati all’unanimità – e poi, come detto, equivale a dire che il cantiere ha più diritti della vita dell’uomo.
Il problema attuale, a Parma come nel resto del mondo che si intende liberaldemocratico, è che la caratteristica essenziale della democrazia – partecipazione del pubblico sul pubblico – non è più il fondamento della stessa, ma l’optional con la quale, alle volte, i partiti improntano la propria campagna elettorale per poi, puntualmente, sbattersene una volta approdati nella maggioranza. Insomma è diventato uno slogan. Lo si usa quando fa comodo, e lo si dimentica all’occorrenza.
Per questo non sorprende che anche il Pd abbia scelto di privare i parmigiani del loro naturale potere decisionale; i democratici, naturalmente solo di nome, si sono dimostrati non alternativi al sistema, altresì un sistema alternativo, cioè l’altra faccia della stessa medaglia. Un giorno scendono in piazza per difendere la democrazia diretta (vi ricordate il referendum per l’acqua pubblica?), come i vari Caselli e le varie Dodi, il giorno dopo la negano palesemente, in perfetto stile schizofrenico. Il campanello d’allarme è suonato: i mali di una società cominciano proprio quando il governo, invece di fare appello all’iniziativa dei cittadini si sostituisce sistematicamente ad essi. Ecco, bisognerebbe che nella sala del Consiglio Comunale questi rappresentanti della cosa pubblica tenessero bene a mente le parole di Stuart Mill, troppo spesso dimenticate: “Uno stato che rimpicciolisce i suoi cittadini per renderli docili strumenti nelle sue mani, sia pure a fini utili, scoprirà che, con piccoli uomini, niente di grande può essere effettivamente realizzato”.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 2 ottobre 2011
+93 giorni dallo stop del cantiere dell'inceneritore di Parma
+489 giorni dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario del Pai, forse perché l'inceneritore costa 315 milioni di euro?
Da giugno 2011 anche a Parma il tetrapak (cartoni del latte, dei succhi di frutta...) può essere riciclato, mettendolo nel bidone giallo per la raccolta di vetro, plastica e barattolame.
Nessun commento:
Posta un commento