Scuole
chiuse e paura per la nube tossica
Un vasto incendio è
scoppiato ieri mattina, attorno alle 5, all'ex capannone della
Enercombustili del gruppo Acea Ambiente, ex Snia, in località
Castellaccio, tra Anagni e Colleferro. Le fiamme hanno causato la
dispersione nell'aria di una nube nera, visibile anche a distanza,
che ha reso necessarie una serie di misure di emergenza per evitare
possibili intossicazioni.
Ai residenti della zona,
infatti, il sindaco di Anagni, Carlo Noto, ha intimato di tenere
chiuse le finestre: "Avviso urgente per la città di Anagni e
tutto il comprensorio.
A causa dell'incendio nei
locali della ex snia in zona castellaccio è consigliato tenere porte
e finestre chiuse negli uffici e nelle abitazioni a scopo
precauzionale".
Dopo che tre squadre dei
vigili del fuoco hanno domato l’incendio, i carabinieri e i tecnici
dell'Arpa e della Asl, Dipartimento di Prevenzione ambientale di Roma
e Frosinone, hanno indagato sulle possibili cause, valutando anche
gli eventuali rischi per la popolazione legati alla dispersione
nell'aria di sostanze nocive. Anche alcune scuole sono state chiuse,
come quella di San Bartolomeo, nel comune di Anagni, attraverso
un'ordinanza.
Secondo le disposizioni, ai
residenti è stato consigliato di ridurre quanto più possibile
l'esposizione alle esalazioni prodotte dall'incendio.
Ma la Protezione Civile del
Comune di Frosinone ha rassicurato, dicendo che "non esiste al
momento nessun tipo di allarme e che la situazione è costantemente
monitorata dai diversi enti competenti".
Nel capannone all'interno
del quale è avvenuto l'incendio si effettuerebbe lo stoccaggio di
rifiuti e plastiche, definito CDR. Al momento non si conoscono le
cause delle fiamme, si parla di un'esplosione di materiali chimici
depositati da anni per via delle temperature elevate di queste ore
che potrebbero aver prodotto un surriscaldamento dei macchinari.
Secondo quanto si legge su
FrosinoneWeb, "in zona l'aria è irrespirabile e si poteva
avvertire fino a Valmontone, Sgurgola, Anagni, Paliano, Piglio".
Per questo, fin dall'inizio sarebbero stati attivati i tecnici
dell'Arpa, per il rischio diossina nell'aria.
Tanta la paura, soprattutto
questo si è diffusa la notizia che l'incendio fosse divampato presso
i termovalorizzatori di Colleferro. A tal proposito, il sindaco della
cittadina ha rassicurato: "Niente a che vedere con i
termovalorizzatori di Colleferro come ho sentito dire da qualche
parte, facendo confusione. Si tratta di un capannone industriale che
sta al Castellaccio, fuori dell’area del nostro Comune, ma
naturalmente ci siamo attivati per avere informazioni, essendo
comunque in questo territorio".
Francesca Mancuso
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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