giovedì 20 giugno 2013

Brucia l'inceneritore di Anagni

Scuole chiuse e paura per la nube tossica




Un vasto incendio è scoppiato ieri mattina, attorno alle 5, all'ex capannone della Enercombustili del gruppo Acea Ambiente, ex Snia, in località Castellaccio, tra Anagni e Colleferro. Le fiamme hanno causato la dispersione nell'aria di una nube nera, visibile anche a distanza, che ha reso necessarie una serie di misure di emergenza per evitare possibili intossicazioni.
Ai residenti della zona, infatti, il sindaco di Anagni, Carlo Noto, ha intimato di tenere chiuse le finestre: "Avviso urgente per la città di Anagni e tutto il comprensorio.
A causa dell'incendio nei locali della ex snia in zona castellaccio è consigliato tenere porte e finestre chiuse negli uffici e nelle abitazioni a scopo precauzionale".
Dopo che tre squadre dei vigili del fuoco hanno domato l’incendio, i carabinieri e i tecnici dell'Arpa e della Asl, Dipartimento di Prevenzione ambientale di Roma e Frosinone, hanno indagato sulle possibili cause, valutando anche gli eventuali rischi per la popolazione legati alla dispersione nell'aria di sostanze nocive. Anche alcune scuole sono state chiuse, come quella di San Bartolomeo, nel comune di Anagni, attraverso un'ordinanza.
Secondo le disposizioni, ai residenti è stato consigliato di ridurre quanto più possibile l'esposizione alle esalazioni prodotte dall'incendio.
Ma la Protezione Civile del Comune di Frosinone ha rassicurato, dicendo che "non esiste al momento nessun tipo di allarme e che la situazione è costantemente monitorata dai diversi enti competenti".
Nel capannone all'interno del quale è avvenuto l'incendio si effettuerebbe lo stoccaggio di rifiuti e plastiche, definito CDR. Al momento non si conoscono le cause delle fiamme, si parla di un'esplosione di materiali chimici depositati da anni per via delle temperature elevate di queste ore che potrebbero aver prodotto un surriscaldamento dei macchinari.
Secondo quanto si legge su FrosinoneWeb, "in zona l'aria è irrespirabile e si poteva avvertire fino a Valmontone, Sgurgola, Anagni, Paliano, Piglio". Per questo, fin dall'inizio sarebbero stati attivati i tecnici dell'Arpa, per il rischio diossina nell'aria.
Tanta la paura, soprattutto questo si è diffusa la notizia che l'incendio fosse divampato presso i termovalorizzatori di Colleferro. A tal proposito, il sindaco della cittadina ha rassicurato: "Niente a che vedere con i termovalorizzatori di Colleferro come ho sentito dire da qualche parte, facendo confusione. Si tratta di un capannone industriale che sta al Castellaccio, fuori dell’area del nostro Comune, ma naturalmente ci siamo attivati per avere informazioni, essendo comunque in questo territorio".

Francesca Mancuso

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


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