martedì 18 giugno 2013

Pro-Fumo di malavita

Brucia un capannone, la seconda volta in una manciata di mesi.
Sono fatti che non possono che destare forte preoccupazione, gli inquirenti ipotizzano anche il dolo.
Il business dei rifiuti è un fortissimo magnete per la malavita organizzata.
Una conca d'oro dove si fa festa 365 giorni l'anno, grazie ai grandi spazi di manovra che il comparto regala a piene mani.



I rifiuti fanno fare affari, enormi, incommensurabili, con margini inauditi.
Perché spesso, e volentieri, dietro questo mondo si nascondono affari illeciti, sversamenti illegali, viaggi della speranza di materiali pericolosi, molto inquinati, radioattivi, abusivi.
In questo settore, scusate il gioco di parole, si ripuliscono i rifiuti, che diventano leciti, lindi.
Gli odori vengono spenti attraverso un corretto conferimento di banconote.
Le indagini, gli arresti, le inchieste fioriscono in tutto lo Stivale, coinvolgendo anche nazioni straniere dove si spingono i loschi affari per smaterializzare carichi che scottano.
Anche Parma non si sottrae.
Al Cornocchio giunsero anni fa i fusti di rifiuti tossici della Karin B, respinta dal governo nigeriano.
Una lunga, scomoda sosta, poi terminata senza grandi clamori.
E allo Spip un capannone ospita da diversi anni barre di acciaio di origine orientale dichiarate radioattive. Qui la vicenda è ancora sospesa come in un limbo, una bolla di silenzio e di preoccupazione.
La discarica di monte Ardone è un altro dei fronti scoscesi di questo tema.
Gestita male, con enormi problemi accavallatisi nel tempo, con notizie e non detti di viaggi della speranza che giungevano, o forse ancora giungono, in quel di Fornovo, tra le braccia accoglienti della valle del silenzio (e dei fuochi).
Il peggior nemico della verità è il silenzio.
Il miglior amico dell'illegalità è il silenzio.
Il silenzio non pare essere il miglio viatico, anche per capannoni in cenere.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


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