sabato 22 giugno 2013

Inceneritore di Terni, rischio biomasse africane

La speculazione è il vero primus movens della finta green economy




L'attività dell'inceneritore presente nella zona di Maratta, a Terni, è stata al centro di un vivace confronto che si è svolto nei giorni scorsi durante il question time del consiglio regionale dell'Umbria.
In una propria interrogazione, il consigliere dell'Idv, Paolo Brutti, aveva infatti chiesto alla Regione Umbria di indagare sulla presunta vendita dell'impianto di incenerimento di Maratta, alle porte del capoluogo ternano, ad una società di Ravenna, la Tozzi.
Il motivo di questo interessamento, il rappresentante dell'Idv lo aveva motivato con la "possibile esistenza di un serio pericolo di riconversione a biomasse, che potrebbe prefigurare - a parere di Brutti - la solita speculazione sugli incentivi per la produzione di energia elettrica da fonti alternative".
Di recente, secondo quanto argomentato da consigliere umbro, questa società ravennate, avrebbe acquistato 50 mila ettari in Africa, interamente destinati alla coltivazione di Jatropha, un genere di piante arbustive i cui semi fungono da agrocarburante. "Non è questa - ha rimarcato Brutti - la green economy che può sollevare Terni dalle sue difficoltà, aumentando semmai il già compromesso equilibrio ambientale della città. Bisogna insomma vederci chiaro e capire se tutti questi sospetti trovino fondamento".
Nella sua risposta, l'assessore regionale Silvano Rometti ha affermato che "l'impianto è stato autorizzato dalla Provincia di Terni e le prospettive per una nuova attività imprenditoriale non sono all'attenzione della Regione. Fino ad oggi l'impianto - ha spiegato Rometti - ha bruciato 36 mila tonnellate annue, con 850 gradi di temperatura media per garantire che non si formino sostanze pericolose". L'assessore regionale ha poi aggiunto che l'impianto è sotto monitoraggio da parte dell'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione ambientale e che la società proprietaria è in fallimento ed è gestita da un curatore. "Cercheremo di acquisire - ha detto ancora Silvano Rometti - ulteriori notizie sul futuro dell'impianto, ma sulla compatibilità dell'impianto con la situazione dell'aria a Terni è difficile dare una risposta. Fino ad oggi le emissioni previste sono state rispettate e vengono effettuati controlli costanti, mentre il piano della qualità dell'aria - ha concluso - verrà presto stilato e il monitoraggio sugli effetti delle emissioni sarà oggetto di studio".
Paolo Brutti si è dichiarato per nulla soddisfatto dalla replica dell'assessore "in quanto non tiene conto - ha tenuto a sottolineare - che c'è stato un acquisto e la società è passata ad un soggetto che si propone di riattivarla utilizzando combustibili del tutto diversi. La mia osservazione - ha ribadito - riguardava l'autorizzazione integrata ambientale soprattutto per la questione della filiera delle biomasse provenienti dal continente africano".

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


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