La
speculazione è il vero primus movens della finta green economy
L'attività
dell'inceneritore presente nella zona di Maratta, a Terni, è stata
al centro di un vivace confronto che si è svolto nei giorni scorsi
durante il question time del consiglio regionale dell'Umbria.
In una propria
interrogazione, il consigliere dell'Idv, Paolo Brutti, aveva infatti
chiesto alla Regione Umbria di indagare sulla presunta vendita
dell'impianto di incenerimento di Maratta, alle porte del capoluogo
ternano, ad una società di Ravenna, la Tozzi.
Il motivo di questo
interessamento, il rappresentante dell'Idv lo aveva motivato con la
"possibile esistenza di un serio pericolo di riconversione a
biomasse, che potrebbe prefigurare - a parere di Brutti - la solita
speculazione sugli incentivi per la produzione di energia elettrica
da fonti alternative".
Di recente, secondo quanto
argomentato da consigliere umbro, questa società ravennate, avrebbe
acquistato 50 mila ettari in Africa, interamente destinati alla
coltivazione di Jatropha, un genere di piante arbustive i cui semi
fungono da agrocarburante. "Non è questa - ha rimarcato Brutti
- la green economy che può sollevare Terni dalle sue difficoltà,
aumentando semmai il già compromesso equilibrio ambientale della
città. Bisogna insomma vederci chiaro e capire se tutti questi
sospetti trovino fondamento".
Nella sua risposta,
l'assessore regionale Silvano Rometti ha affermato che "l'impianto
è stato autorizzato dalla Provincia di Terni e le prospettive per
una nuova attività imprenditoriale non sono all'attenzione della
Regione. Fino ad oggi l'impianto - ha spiegato Rometti - ha bruciato
36 mila tonnellate annue, con 850 gradi di temperatura media per
garantire che non si formino sostanze pericolose". L'assessore
regionale ha poi aggiunto che l'impianto è sotto monitoraggio da
parte dell'Arpa, l'agenzia regionale per la protezione ambientale e
che la società proprietaria è in fallimento ed è gestita da un
curatore. "Cercheremo di acquisire - ha detto ancora Silvano
Rometti - ulteriori notizie sul futuro dell'impianto, ma sulla
compatibilità dell'impianto con la situazione dell'aria a Terni è
difficile dare una risposta. Fino ad oggi le emissioni previste sono
state rispettate e vengono effettuati controlli costanti, mentre il
piano della qualità dell'aria - ha concluso - verrà presto stilato
e il monitoraggio sugli effetti delle emissioni sarà oggetto di
studio".
Paolo Brutti si è
dichiarato per nulla soddisfatto dalla replica dell'assessore "in
quanto non tiene conto - ha tenuto a sottolineare - che c'è stato un
acquisto e la società è passata ad un soggetto che si propone di
riattivarla utilizzando combustibili del tutto diversi. La mia
osservazione - ha ribadito - riguardava l'autorizzazione integrata
ambientale soprattutto per la questione della filiera delle biomasse
provenienti dal continente africano".
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e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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