lunedì 17 giugno 2013

Forza scempio, avanti distruzione

Benvenuti nella food-hell-valley

Dovrebbe colpire questo fatto.
Che bastino i fatti.
Nudi e crudi, senza bisogno di commenti, spiegazioni, dietrologie.
Mettiamo in fila gli accadimenti e tiriamo le nostre conclusioni.



Inceneritori, centrali a biomassa speculative, centrali a biogas sovradimensionate, colture dedicate per bruciarne i raccolti, ottenendo un briciolo di energia, ma intascando i profumati incentivi statali, cave che eruttano amianto, ed ora le perforazioni petrolifere nel cuore della food-hell-valley.
Perché oggi questo stiamo diventando, una valle dell'inferno.
Inutile nascondere la testa sotto il cuscino, il capo sotto la sabbia, oscurare la vista per dirigere lo sguardo verso quel poco che rimane di pulito, mascherare le orecchie per non sentire, chiudersi la bocca per impedire alle maledizioni di oscurare il sole.
La realtà ci circonda, si manifesta, ogni giorno, ogni ora.
La pazzia è attorno a noi e dentro e ci impedisce di sperare, di credere, di sopravvivere, di guardare avanti.
Siamo oppressi nella lotta quotidiana, una guerra di posizione, di trincea, con forze sempre più sparpagliate per coprire i fronti aperti, che si moltiplicano.
Una guerra fredda ma con tante vittime.
L'ambiente, la salute, il benessere, la coesione sociale, sono state prime a cadere sotto i colpi del profitto, dello sperpero, del menefreghismo sul futuro, del disinteresse sulle conseguenze delle nostra azioni e scelte.
Siamo truppe sparse, disorganzzate, litigiose.
Una manna per il nemico, un debole avamposto facile da sopraffare.
Eppure a tutto c'è un limite ed ogni ulteriore affondo verso il peggio e la tenebra conferma la sensazione diffusa del sentirsi carne da macello, protagonisti di un grande esperimento su larga scala.
Vittime incolpevoli di un incubo coscienzioso che tratta il mondo come un lago da pesca sportiva.
Facili, abbondanti prede, a buon mercato.
Cadono le braccia, e sopravviene la stanchezza.
Eppure, incrociando i volti di tanti cittadini che hanno fatto il passo, guardando oltre la siepe, si comprende che in tanti hanno ormai depositato nel profondo la scelta di campo.
Siamo in quella fase in cui, comprese le trame, ci guardiamo attorno guardinghi, temendo traditori e infiltrati ad ogni angolo, rimediando così solitudine e sparpagliamento.
Basta poco però perché tutto sfoci in mare aperto.
Ad esempio comprendere che queste scelte suicide portano danno a tutti, tranne quei pochi che ne traggono guadagno.
Portanto danno alla stessa economia imprenditoriale che fino a ieri pareva insensibile e disinteressata a ragionare su questi temi, che ora si rende conto essere parte del tentativo di sopravvivenza e sviluppo.
Quanto manca all'ora della sveglia? Quando l'alba della coscienza si farà strada tra i sogni infranti?
Sarà troppo tardi?

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


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