Benvenuti
nella food-hell-valley
Dovrebbe colpire questo
fatto.
Che bastino i fatti.
Nudi e crudi, senza bisogno
di commenti, spiegazioni, dietrologie.
Mettiamo in fila gli
accadimenti e tiriamo le nostre conclusioni.
Inceneritori, centrali a
biomassa speculative, centrali a biogas sovradimensionate, colture
dedicate per bruciarne i raccolti, ottenendo un briciolo di energia,
ma intascando i profumati incentivi statali, cave che eruttano
amianto, ed ora le perforazioni petrolifere nel cuore della
food-hell-valley.
Perché oggi questo stiamo
diventando, una valle dell'inferno.
Inutile nascondere la testa
sotto il cuscino, il capo sotto la sabbia, oscurare la vista per
dirigere lo sguardo verso quel poco che rimane di pulito, mascherare
le orecchie per non sentire, chiudersi la bocca per impedire alle
maledizioni di oscurare il sole.
La realtà ci circonda, si
manifesta, ogni giorno, ogni ora.
La pazzia è attorno a noi e
dentro e ci impedisce di sperare, di credere, di sopravvivere, di
guardare avanti.
Siamo oppressi nella lotta
quotidiana, una guerra di posizione, di trincea, con forze sempre più
sparpagliate per coprire i fronti aperti, che si moltiplicano.
Una guerra fredda ma con
tante vittime.
L'ambiente, la salute, il
benessere, la coesione sociale, sono state prime a cadere sotto i
colpi del profitto, dello sperpero, del menefreghismo sul futuro, del
disinteresse sulle conseguenze delle nostra azioni e scelte.
Siamo truppe sparse,
disorganzzate, litigiose.
Una manna per il nemico, un
debole avamposto facile da sopraffare.
Eppure a tutto c'è un
limite ed ogni ulteriore affondo verso il peggio e la tenebra
conferma la sensazione diffusa del sentirsi carne da macello,
protagonisti di un grande esperimento su larga scala.
Vittime incolpevoli di un
incubo coscienzioso che tratta il mondo come un lago da pesca
sportiva.
Facili, abbondanti prede, a
buon mercato.
Cadono le braccia, e
sopravviene la stanchezza.
Eppure, incrociando i volti
di tanti cittadini che hanno fatto il passo, guardando oltre la
siepe, si comprende che in tanti hanno ormai depositato nel profondo
la scelta di campo.
Siamo in quella fase in cui,
comprese le trame, ci guardiamo attorno guardinghi, temendo traditori
e infiltrati ad ogni angolo, rimediando così solitudine e
sparpagliamento.
Basta poco però perché
tutto sfoci in mare aperto.
Ad esempio comprendere che
queste scelte suicide portano danno a tutti, tranne quei pochi che ne
traggono guadagno.
Portanto danno alla stessa
economia imprenditoriale che fino a ieri pareva insensibile e
disinteressata a ragionare su questi temi, che ora si rende conto
essere parte del tentativo di sopravvivenza e sviluppo.
Quanto manca all'ora della
sveglia? Quando l'alba della coscienza si farà strada tra i sogni
infranti?
Sarà troppo tardi?
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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