Il sindaco
Dosi: “Non siamo stati coinvolti”
Non si è fatta attendere la
risposta del sindaco di Piacenza sulla questione dell’inceneritore
di Borgoforte la cui chiusura rientrerebbe nel nuovo piano regionale
dei rifiuti. “Al momento è solo un’ipotesi anche perché il
territorio non è stato minimamente coinvolto in questa decisione –
ha detto il primo cittadino – “Prima di tutto ci dovrà essere un
confronto ampio e condiviso e poi mi sembra una soluzione lontana e
difficilmente realizzabile”. Domani il sindaco contatterà il
presidente della regione Vasco Errani per avere aggiornamenti sulla
questione.
La Regione Emilia Romagna
punterebbe a chiudere l’inceneritore di Piacenza nel 2020. E’
quanto emerso nel corso dell’incontro che l’assessore regionale
all’ambiente Sabrina Freda ha avuto con i gestori dei servizi, nel
quale è stato presentato il piano Regionale dei rifiuti.
Gli obiettivi sono
ambiziosi: riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite
del 25%, raggiungimento del 70% della raccolta differenziata e del
60% del recupero di materia entro il 2020, dimezzare il numero delle
discariche e chiudere due termovalorizzatori.
A quanto pare sarebbero già
stati identificati due inceneritori da chiudere degli otto
attualmente in funzione in Emilia Romagna: quello di Ravenna entro il
2017 e quello di Borgoforte (gestito da Tecnoborgo) nel 2020. I due
impianti sarebbero stati individuati in base all’effettiva
efficienza, all’età e alla ridotta produzione di rifiuti delle
rispettive zone.
Iren, Tecnoborgo impianto
moderno ed efficiente.
Presenti alla riunione
c’erano anche i rappresentanti di Iren, società che controlla la
maggioranza proprio di Tecnoborgo. “Il piano regionale è
giustamente ambizioso e condivisibile – spiega il gruppo – noi
crediamo comunque che le valutazioni future dovranno necessariamente
tenere conto dei dati che arriveranno in tema di produzione dei
rifiuti, alla luce di tanti fattori. Riteniamo inoltre che se di
chiusura si deve parlare, la precedenza vada data a quelle strutture
che non rispettano le normative europee, ossia le discariche. E per
quanto concerne i termovalorizzatori, pensiamo che ci sia anche un
criterio logistico da seguire, evitando di lasciare scoperte grandi
fette di regione come potrebbe essere l’Emilia occidentale”. Su
tutto, però, da parte di Iren pare prevalere l’orgoglio di avere
un impianto che ha 10 anni di età, ma solo anagraficamente: “Nel
termovalorizzatore di Borgoforte, inaugurato nel 1993, sono stati
fatti investimenti per 20 milioni di euro, dal punto vista
tecnologico è assolutamente moderno e allineato a quelli più
recenti”.
Associazione
Gestione
Corretta
Rifiuti
e
Risorse
di
Parma
-
GCR
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