sabato 22 giugno 2013

Piacenza, inceneritore chiuso nel 2020?

Il sindaco Dosi: “Non siamo stati coinvolti”


Non si è fatta attendere la risposta del sindaco di Piacenza sulla questione dell’inceneritore di Borgoforte la cui chiusura rientrerebbe nel nuovo piano regionale dei rifiuti. “Al momento è solo un’ipotesi anche perché il territorio non è stato minimamente coinvolto in questa decisione – ha detto il primo cittadino – “Prima di tutto ci dovrà essere un confronto ampio e condiviso e poi mi sembra una soluzione lontana e difficilmente realizzabile”. Domani il sindaco contatterà il presidente della regione Vasco Errani per avere aggiornamenti sulla questione.



La Regione Emilia Romagna punterebbe a chiudere l’inceneritore di Piacenza nel 2020. E’ quanto emerso nel corso dell’incontro che l’assessore regionale all’ambiente Sabrina Freda ha avuto con i gestori dei servizi, nel quale è stato presentato il piano Regionale dei rifiuti.
Gli obiettivi sono ambiziosi: riduzione della produzione di rifiuti urbani pro capite del 25%, raggiungimento del 70% della raccolta differenziata e del 60% del recupero di materia entro il 2020, dimezzare il numero delle discariche e chiudere due termovalorizzatori.
A quanto pare sarebbero già stati identificati due inceneritori da chiudere degli otto attualmente in funzione in Emilia Romagna: quello di Ravenna entro il 2017 e quello di Borgoforte (gestito da Tecnoborgo) nel 2020. I due impianti sarebbero stati individuati in base all’effettiva efficienza, all’età e alla ridotta produzione di rifiuti delle rispettive zone.
Iren, Tecnoborgo impianto moderno ed efficiente.
Presenti alla riunione c’erano anche i rappresentanti di Iren, società che controlla la maggioranza proprio di Tecnoborgo. “Il piano regionale è giustamente ambizioso e condivisibile – spiega il gruppo – noi crediamo comunque che le valutazioni future dovranno necessariamente tenere conto dei dati che arriveranno in tema di produzione dei rifiuti, alla luce di tanti fattori. Riteniamo inoltre che se di chiusura si deve parlare, la precedenza vada data a quelle strutture che non rispettano le normative europee, ossia le discariche. E per quanto concerne i termovalorizzatori, pensiamo che ci sia anche un criterio logistico da seguire, evitando di lasciare scoperte grandi fette di regione come potrebbe essere l’Emilia occidentale”. Su tutto, però, da parte di Iren pare prevalere l’orgoglio di avere un impianto che ha 10 anni di età, ma solo anagraficamente: “Nel termovalorizzatore di Borgoforte, inaugurato nel 1993, sono stati fatti investimenti per 20 milioni di euro, dal punto vista tecnologico è assolutamente moderno e allineato a quelli più recenti”.

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR


Nessun commento:

Posta un commento