giovedì 18 luglio 2013

Parma, vogliamo un'aria respirabile

ARPA Emilia-Romagna ha di recente pubblicato i dati ambientali della Provincia e della città di Parma. La situazione che si evidenzia è allarmante per l’inquinamento da PM10 e da ozono.
Per le polveri i limiti imposti dall’Unione Europea di 35 sforamenti all’anno sono stati superati nel 2012 di oltre 3 volte (120) e nel 2013 la situazione non migliora con 34 sforamenti al 14 luglio 2013. Dopo sei mesi ci siamo giocati il bonus annuale e non ci rimane che trattenere il fiato fino a dicembre.
Arpa E.R. è tra i collaboratori dello studio europeo che ha documentato il legame tra smog e tumore del polmone pubblicato da Lancet Oncology, realizzato su un campione di oltre 300.000 persone. Ha dimostrato che più alta è la concentrazione di inquinanti nell’aria e maggiore è il rischio di sviluppare un tumore.


E’ emerso che i centri italiani monitorati hanno la più alta presenza di inquinanti in Europa.
Lo studio ha permesso di concludere che per ogni incremento di 10 microgrammi di PM 10 per metro cubo nell’aria aumenta il rischio di tumore al polmone di circa il 22%.
Anche la scienza avvalla quanto Parma aveva già capito da tempo.
La stragrande maggioranza dei cittadini non vuole infatti un inceneritore, che inquinerà ulteriormente l’aria e fermerà di fatto la raccolta differenziata per i prossimi 20 anni. Tutti hanno capito che le ragioni che hanno portato alla costruzione dell’inceneritore cozzano con il comune buon senso. Il futuro forno segue infatti una logica che sembra andare contro i cittadini; tariffe carissime e rischi gravissimi per la salute.
Respireremo diossine e metalli pesanti mentre il provinciale fanta bosco mangia-polveri non servirà a nulla. Non serviranno neppure i filtri a norma di legge poiché nessun dispositivo può attualmente intercettare le nano polveri emessi da tali impianti.
Si deve allora cambiare visione e rivalutare il principio di precauzione su un tema così importante come la salute pubblica. L’ambiente è il domani dei nostri figli e non si può più seguire la logica di una filosofia concepita negli anni 70 e anacronistica dal punto di vista tecnico ed economico.
Dobbiamo quindi impegnarci per battaglie legittime che vale la pena di portare avanti. Ogni cittadino è il riflesso delle proprie convinzioni, della propria coerenza in accordo con la realtà dei fatti; e la realtà è che non c’è bisogno di un inceneritore in una città fra le più inquinate d’Europa.
Nonostante da oltre 10 anni la Regione promuova accordi di programma con Province e Comuni capoluogo per il risanamento della qualità dell’aria, non sono stati avviati interventi strutturali significativi e la provincia di Parma si è rivelata lo scorso anno quella maggiormente inquinata in E.R. Per gli effetti sulla salute dell’inquinamento delle polveri sottili è sufficiente far riferimento agli studi epidemiologici pubblicati sul sito regionale, o ad altre fonti ufficiali quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità o il Ministero della Salute.
Ormai in tutta Europa l'incenerimento si utilizza sempre meno perché si è capito che i rifiuti sono una risorsa ed è economicamente insensato bruciarli.
In Italia, al contrario, il ricorso all’incenerimento sta in piedi perché conveniente solo per i loro gestori, dato che prendono soldi pubblici tramite i certificati verdi. Se la differenziata fosse fatta bene da tutti ed estesa rapidamente in tutta la città, l’inceneritore sarebbe semplicemente inutile.
Allora deve prevalere un interesse generale volto a non peggiorare ulteriormente la qualità dell’aria con nuove fonti emissive, con conseguenze per la salute dei cittadini direttamente proporzionali alle emissioni stesse. Tale postulato è scientificamente avvalorato da innumerevoli fonti.
Come cittadino mi pongo allora questa domanda: fra un legittimo interesse privato puramente economico ed un interesse pubblico come quello della salute cosa è giusto privilegiare? Ritengo inaccettabile l’aumento del rischio per la salute a fronte di ulteriori dosi di inquinanti che si dovessero immettere in una valle fra le più inquinate in Europa.
Come consigliere comunale ricordo che l'articolo 41 della Costituzione ha indicato una priorità chiara.
La storia industriale italiana dimostra che ogni volta che il lavoro, o un interesse monetario pubblico o privato, sia stato anteposto al bene comune c'è stato un danno ai cittadini ed all'ambiente. In natura però non si può compensare un danno biologico; per questa ragione la Costituzione tutela prioritariamente la salute (art.32) e l'ambiente (art.9) prima dell'interesse privato di un impresa (art.41), per evitare danni irreversibili.
Ridurre a meri discorsi ideologici quanto detto o ad un allarmismo di convenienza è il metodo più usato per sminuire il problema. La questione di fatto invece è l’aggravarsi di un rischio sanitario per la popolazione dovuto all’aumento dell’inquinamento atmosferico collegato all’accensione di un impianto che va a sommarsi agli inquinanti già presenti in atmosfera e accertati non dai politici ma dai monitoraggi di ARPA.
Un inceneritore è un intollerabile supplemento di emissioni inquinanti in un contesto ambientale già altamente compromesso da altre fonti emissive quali riscaldamento domestico, circolazione veicolare (Parma è fra le città con più alta concentrazione automobilistica in Europa), comparto produttivo, da condizioni meteo climatiche avverse e da una geografia particolare che ingabbia l’inquinamento atmosferico.
Occorre a mio giudizio fare il possibile per prevenire il grave rischio per l’incolumità pubblica costituito dall’accensione di impianti anche se con fattori emissivi che stanno al di sotto dei limiti di legge. Lo dovremmo fare per noi stessi, per gli altri, per le future generazioni e per l’ambiente.

Fabrizio Savani – Consigliere Comunale Gruppo Movimento 5 Stelle Parma

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 18 luglio 2013

L'inceneritore di Parma avrebbe dovuto accendersi
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giorni fa

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