martedì 13 dicembre 2011

Aria di inceneritore

Santa Lucia non porta più il carbone, un combustibile fossile ormai fuori moda, ma un regalo più al passo con i tempi: aria di inceneritore.
E' questa la miscela corroborante che Parma, o meglio i suoi amministratori, intende offrire ai fortunati concittadini.
Per alcuni è un'aria perfetta per un aerosol, che aiuti i bronchi ad affrontare l'inverno umido della Padania, oppure per altri anche un'aria migliorata, rispetto a quella che respiriamo ogni giorno nel nostro catino padano, una delle 4 aree più inquinate al mondo.



E' stupefacente rilevare come, nonostante tutte le evidenze scientifiche che si stanno sommando, si scelga ancora senza apparente titubanza o preoccupazione la via dell'incenerimento, che peggiorerà la situazione ambientale del territorio, con la sua aggiunta di oltre 3 tonnellate di Pm10 in più all'anno, nonostante lo spegnimento di migliaia di caldaie domestiche.
Le conclusioni dello studio Moniter, commissionato nel 2007 dalla regione Emilia Romagna, presentate la scorsa settimana a Bologna, hanno evidenziato non pochi punti di preoccupazione.
Sottolineature che sono state sfumate dal comunicato stampa ufficiale, ma che non sono sfuggite a chi i documenti li ha letti, come i medici dell'Isde, e li sa interpretare.



Rischi per i neonati di peso inferiore rispetto a quanto attesa, nascite pretermine, andamento crescente degli aborti spontanei in relazione ai livelli di esposizione, andamento crescente con l'esposizione rispetto alla totalità delle malformazioni.
Ma non solo.
La mortalità per tumore a fegato e pancreas nei maschi è significativamente associata ai livelli di esposizione più elevata come la sua incidenza.
Nella zona di esposizione dell'inceneritore di Modena riscontrati incrementi di tumore al polmone per i maschi, tumore al colon, ovaio ed endometrio nelle femmine, e linfomi non Hodgkin in entrambi i sessi.
Ecco lo stato dell'arte, la terribile tabella con cui dobbiamo confrontarci oggi.
Ecco cosa sono gli impianti meravigliosi che ancora oggi il re della pasta considera sicuri, ma, ammette, “qualcosa nell'aria sarà immesso comunque”.
Questo qualcosa, che causa le malattie sopra descritte, potrebbe oggi essere evitato ai cittadini di Parma.
Potrebbe essere evitato ai lavoratori dell'area Spip, diecimila persone, inclusi i dipendenti del grande pastificio, che ogni giorno per otto ore respireranno quel qualcosa.
Così innocuo da far nascere i bambini prima del tempo.

Il servizio fotografico della consegna dell'aria di inceneritore
al convegno del Pd a Parma
http://www.flickr.com/photos/noinceneritoreparma/sets/72157628407739513/show/

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 13 dicembre 2011

Sono passati
561 giorni
dalla richiesta a Iren del Piano Economico Finanziario dell'inceneritore di Parma

Mancherebbero
145 giorni
all'accensione del forno, se ancora lo si farà

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