sabato 17 dicembre 2011

Ospedale di Borgotaro, il cippato inquina

L'esposto ad Arpa e la risposta di Usl

Abbiamo denunciato in questi giorni la grave situazione venutasi a creare all'ospedale di Borgotaro, dove una centrale a biomassa a cippato, inaugurata da pochi mesi, sta creando non pochi problemi all'ospedale stesso, degenti ed operatori compresi.
La segnalazione, sviluppata in un esposto ad Arpa, verteva su diversi aspetti della vicenda, mettendo alla berlina le false rassicurazioni inerenti la corretta impostazione del progetto e lo sviluppo della sua messa in pratica.



Ieri Arpa-Usl hanno risposto tramite l'ufficio stampa (non proprio l'organo maggiormente deputato, ma ci dobbiamo accontentare), ammettendo di fatto che qualcosa non funzioni.
I problemi della centrale termica a cippato all'interno dell'ospedale di Borgotare rimangono diversi ed importanti, che qui è importante rimettere in evidenza, per far capire lo stato dell'arte della vicenda e cercare di porre rimedio a difetti macroscopici che fino a ieri erano stati del tutto ignorati, sostituiti da toni trionfalistici sull'aver realizzato un gioiello, che oggi si mostra appannato, e molto.
1) La tubazione in cui vengono convogliate le emissioni si presenta a livello del tetto, mentre dovrebbe esserci un camino più alto della sommità degli edifici di almeno 3 metri, per permettere un congruo allontanamento dei fumi
2) Una parte delle emissioni tende così a ristagnare all'interno dello spazio cortile dell'ospedale, soprattutto in caso di depressione delle condizioni atmosferiche, appestandone l'aria
3) Il ricambio d'aria delle sale di degenza e delle cucine, anche se attraverso i filtri, avviene pur sempre come scambio tra quella interna viziata e quella esterna, che con la nuova centrale si presenta nelle condizioni di cui sopra
4) La combustione di cippato di legna emette polveri sottili che nessun filtro a multiciclone, come quello esistente nell'impianto, può minimamente trattenere. La combustione della lignina e della cellulosa del cippato, inoltre, produce diossina che nessun filtro attuale può catturare.
La stessa Arpa, rispondendo alla nostra denuncia, comparsa su ParmaRepubblica.it del 15 dicembre scorso, ha dovuto ammettere che ripenserà alla possibilità di far applicare ulteriori sistemi di filtrazione.
Come dire, accidenti ci hanno beccato!

Giuliano Serioli

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