domenica 8 agosto 2010

Anche Beppe Grillo in campo contro l'inceneritore dei veleni

Campeggia sul blog più letto d'Italia, settimo al mondo secondo la rivista Forbes, il logo del “no inceneritore” a Ugozzolo. Si tratta dell'ultima (e pesante) discesa in campo per contrastare il progetto di Enia che intende costruire un inceneritore da 130.000 tonnellate a 4 Km dal centro di Parma.
Un progetto che ha avuto l'avvallo sia del Comune di Parma che della Provincia ma sul quale pende un ricorso al Tar e un esposto alla Procura della Repubblica di Parma.
Afferma Beppe Grillo: “un inceneritore a due passi dalla Barilla è una follia”. E non si puo' che condividere questa affermazione: con Barilla si è cercato più volte un approccio, anzi, il GCR è stato ricevuto nel giugno dello scorso anno e durante l'incontro sono stati presentati tutti i dati scientifici che mettono in evidenza i rischi di avere vicino un impianto di quel genere.
Ma Barilla ha più fiducia di Enia e dei suoi dati parziali e rassicuranti: “Tutto è fatto nei termini di legge”. Peccato che ad esempio siano stati presi in considerazione solo 3 inquinanti sulle oltre 200 sostanze che emette un impianto di incenerimento. L'omissione è un comportamento accettabile?
Ne risultano informazioni parziali, che possono trarre in inganno, e che hanno tratto in inganno anche l'azienda multinazionale di Pedrignano che presto si dovrà confrontare con le emissioni dell'inceneritore Enia. Già in questi giorni Barilla sta ricevendo lettere preoccupate da parte dei consumatori e la sua stessa pagina su Face Book pullula di punti interrogativi. Come la mettiamo con l'inceneritore? La pasta più buona del mondo rimarrà tale?
Cosa farà Barilla non lo sappiamo. Sposterà l'impianto? Rassicurerà i suoi clienti sul fatto che lavorano al chiuso? Ma le particelle sono talmente piccole da essere assorbite dal nostro stesso organismo! Figuriamoci cosa può fare un muro con elementi della grandezza di qualche micron, qualche milionesimo di metro!
Chi comprerebbe il latte alla diossina, chi comprerebbe il parmigiano reggiano addizionato di metalli pesanti, chi un prosciutto affumicato da ceneri, chi biscotti al gusto di fumo, fumo di inceneritore?
Enia vuole forse distruggere l'economia locale, il nostro comparto industriale che si appoggia sulla food valley?
Ma di chi è Enia se non dei comuni, che ne possiedono il 62%?

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