L'inceneritore miglior soluzione?
Il Gruppo Impegno Sociale di San Leonardo interviene sul futuro del quartiere e in una nota per punti riporta all'attenzione della città lo scottante tema dell'inceneritore.
Il Gis invita Comune Provincia ed Enia a “dimostrare, se ne sono in grado, che la scelta operata è la migliore possibile”.
Fa piacere che un gruppo che lavora nel quartiere direttamente interessato al progetto cominci a nutrire seri dubbi e si ponga interrogativi sulla soluzione scelta dalle amministrazioni e da Enia per affrontare il tema dei rifiuti.
Anche perché l'inceneritore non porterà nessuna soluzione e proporrà invece ulteriori problemi.
L'inceneritore non eliminerà le discariche come invece cerca di suggerire l'impostazione del progetto. Infatti dall'impianto usciranno ogni anno una montagna di ceneri: 33.400 tonnellate per la precisione, e di queste 3.400 sono costituite da ceneri volatili altamente tossiche che necessitano di discariche speciali perché molto pericolose.
L'inceneritore peggiorerà il clima del quartiere San Leonardo. La sua accensione comporterà un aumento delle emissioni in atmosfera che farà peggiorare la qualità dell'aria, già messa in difficoltà dalle altre fonti di inquinamento già presenti nel quartiere (una su tutte l'autostrada). Per ogni tonnellata di rifiuti bruciata dal camino usciranno metalli pesanti sotto forma di nano particelle, acido cloridrico, ammoniaca, arsenico, benzene, oltre alle diossine ed alla Co2 in gran quantità e le polveri sottili che se ne andranno a zonzo per la pianura padana. Un bell'antipasto per la salute dei parmigiani di domani.
L'inceneritore creerà un immane danno di immagine a Parma, culla della food valley e del buon cibo, apici alimentari che stentano a fare il paio con un nero camino eruttante fumi e ceneri.
I progettisti dell'inceneritore non saranno in grado di dimostrare che la loro soluzione è la migliore, non si presteranno ad un confronto pubblico sul tema, faranno finta di non aver sentito il richiamo al confronto ed alla franchezza. Hanno una fretta scatenata di concludere, perché una volta acceso, l'impianto non lo si potrà più fermare, per 25 anni, mentre ora temono che qualcuno apra gli occhi e tiri il freno di emergenza.
Non ci sarà dialogo perché l'alternativa all'impianto, un centro riciclo a freddo, costa 10 milioni e non 180 come l'inceneritore. Alla faccia del buon senso, non interessa un progetto che ha numeri di così scarsa rilevanza: in tempi di crisi sembrerebbe assurdo ma questi sono i termini di confronto.
E pensare che l'iter autorizzativo è ancora in forte discussione visto che al Tar giace un ricorso presentato dal WWF e pochi giorni fa è stato presentato un esposto in Procura: dati che potrebbero suggerire una pausa di riflessione.
Ma il cacio sui maccheroni è la posizione prescelta. Visto che nessuno vorrebbe vivere vicino ad un inceneritore si è pensato di edificarlo a 4 Km da piazza Duomo: mal comune mezzo gaudio? Visto che inquiniamo tanto vale dividerci il fardello?
Naturalmente il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti è a completa disposizione per un confronto, in modo da poter valutare i due progetti e dar modo alla popolazione di trarre conclusioni.
28 dicembre 2009
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