Sarà ancora sotto gli occhi dei riflettori, Parma, e si mostrerà nel suo abito migliore, dal 10 al 12 marzo, per la quinta conferenza sull'ambiente dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, rivolta a 106 ministri di 53 Paesi della Regione Europea.
All'Auditorium Paganini il mondo osserverà da vicino le mosse dei Grandi, per capire se intendono davvero concretizzare le parole con i fatti o si limiteranno a dichiarazioni di principio, una scena già vista a Copenaghen.
Le dichiarazioni della nostra amministrazione locale sono di grande levatura e slancio.
Parma vuole “combattere le nuove minacce per la salute legate a fattori ambientali, con particolare riferimento ai bambini”.
Il sindaco Vignali non si tira indietro: “Proteggere la salute dei bambini in un ambiente che cambia...Ritengo inoltre molto positiva la scelta di focalizzare l’attenzione sui bambini, perché pur essendo importante guardare all’oggi, è fondamentale pensare al domani”.
Con un oggi grigio Parma si prepara ad un domani nero.
Parma si trova nella quinta area più inquinata al mondo, nel 2009 lo sforamento delle Pm10 ha superato i limiti di legge, pur non provocando alcuna reazione di contrasto, il consumo di territorio ha raggiunto livelli mai visti prima, solo per una questione di cassa. Gli oneri di urbanizzazione fanno gola e sono preferiti alla salvaguardia del verde pubblico, della terra coltivata, dei polmoni verdi che possono ancora dare una mano nel contrasto all'inquinamento.
Qui, su questa terra malata, si vuole costruire un inceneritore enorme, che riportando i dati del costruttore, immetterà ogni anno 3,2 tonnellate in più di Pm10, per non parlare di tutti gli altri inquinanti che saranno emessi, primi fra tutti le diossine.
Quale possa essere la coerenza tra questo progetto e la cura del futuro delle nuove generazioni non riusciamo proprio a capirlo.
Si fa finta di nulla, si diluisce la notizia a livelli omeopatici per renderla inconsistente e impalpabile.
Si sottovalutano le conseguenze sanitarie sulla pelle delle popolazioni nonostante che alcuni studi siano stati portati a termine -ad esempio per l'inceneritore di Gerbido- evidenziando un deciso aumento dei tumori, calcoli addirittura portati dai progettisti, con lavoro scientifico affidato al politecnico di Torino.
Sono stati fatti degli studi di questo genere a Parma?
Non ci risulta, andiamo incontro ad un disastro in ordine sparso, facendo finta di niente.
I nostri figli, però, ci chiederanno il conto.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 17 febbraio 2010
-809 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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