Cosa stiamo aspettando?
Ci piacerebbe mettere di fronte tutti gli amministratori e i politici che abbiamo incontrato e ascoltato, ma che finora non hanno mosso un muscolo, con le mamme di Pistoia, il cui latte materno presenta elevati tassi di diossina.
Latte avvelenato, che passerà ai loro bambini e noi non osiamo nemmeno pensare alle conseguenze.
Vorremmo sentire da questi amministratori quale sia la loro giustificazione, quello che ancora si inventerebbero per difendere un inceneritore che mina uno dei più preziosi alimenti dell'umanità.
Il latte di una mamma.
Montale, provincia di Pistoia, dove è in funzione un modernissimo inceneritore, e nessun altro impianto che consenta di creare qualche alibi.
I campioni di latte arrivano da mamme che abitano nella zona di ricaduta dell'impianto, quelle ricadute che per Enia praticamente non esistono e sono infinitesimamente minuscole.
L'inquinante è il tristemente noto policloroibifenile, un termine intricato con il quale faremo bene ad avere confidenza.
I profili emissivi (che sono le impronte digitali delle sostanze inquinanti) sono identici a quelli che avevano già regalato al territorio i polli alla diossina, gli stessi indicati dal gestore come emissioni dell'impianto.
Eppure a Pistoia le istituzioni si esprimettero con affermazioni che oggi suonano in modo stridulo, come una campana a morte: “totale assenza di PCB nelle emissioni”.
Ma non le istituzioni hanno fatto emergere questo dramma.
No, sono stati i comitati locali di cittadini ad effettuare uno screening volontario con un laboratorio accreditato.
Inutili erano stati gli inviti e poi gli appelli alle maestranze affinché la salute dei cittadini fosse monitorata.
Un brivido ci corre nella schiena perché ci sembra di assistere in anteprima a situazioni del futuro di Parma, se l'inceneritore previsto a Ugozzolo sarà davvero portato a termine.
Un film già visto, con la solita e molto italiana sequela di “ve lo avevamo detto” quando tutto è già accaduto e il danno è ormai arrecato.
Viva l'Italia dei cittadini onesti.
Parma, 28 gennaio 2010
-829 giorni all'avviamento dell'inceneritore di parma
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