domenica 8 agosto 2010

Parmigiano Reggiano al bivio: un rilancio verde?

Il 4 febbraio si riunisce in inedita veste il consiglio provinciale per affrontare, direttamente con i protagonisti, la crisi che sta attraversando il Parmigiano Reggiano.
All'Auditorium del Carmine, in via Duse, sono invitati coloro che il re dei formaggi lo producono,lo commercializzano, lo vendono al pubblico.
Si vuol dare forza ad un prodotto di altissima qualità e a tutta l'economia che gira attorno a questo mondo.
Un mondo, quello agroalimentare, che è alla base stessa della fortuna economica del nostro territorio che sui prodotti di qualità conta per lo sviluppo della propria ricchezza.
Ma all'orizzonte si profila un rischio enorme per tutto il comporto di Parma alimentare che, non lo dimentichiamo, conta 7500 aziende agricole, 1400 aziende industriali con 15.100 addetti, 850 imprese nel settore dell'impiantistica.
E' il grave pericolo incombente dell'inceneritore di Parma, in costruzione ad Ugozzolo, a 4 km da piazza Duomo, un vero e proprio monumento a valori contrari a quelli della Food Valley, che porta avanti slogan come qualità, salubrità dei prodotti e dei processi.
Un inceneritore che porterà ad un aumento notevole di inquinamento da Pm 10, il particolato fine che sta avvelenando tutte le metropoli della pianura padana, e che causerà un inquinamento proprio delle produzioni alimentari, visto che tutti gli impianti di incenerimento emettono dosi seppur piccole di diossina.
Non dimentichiamo il caso di Brescia dove diverse aziende del comparto furono trovate con latte alla diossina e fu loro negata la possibilità di vendita del loro prodotto.
Non dimentichiamo Pistoia dove addirittura il latte materno è stato avvelenato dalle diossine prodotte dall'impianto di incenerimento dei rifiuti.
Anche il Parmigiano Reggiano si dovrà confrontare con questa situazione e scegliere quale strada intraprendere. Oggi ci sono soluzione alternative di trattamento dei rifiuti che con investimenti enormemente più bassi di quelli necessari a costruire un inceneritore consentono di raggiungere una percentuale di riciclo vicina al 100%, e senza alcun inquinamento dell'aria e dei foraggi.
L'ipotesi di rilancio del settore lattiero caseario non può non tenere conto anche di questo scenario e porsi alcune domande, scegliendo la strada che meglio difende e sostiene una immagine di Parma pulita come è finora conosciuta nel mondo e che con un camino di fianco all'autostrada e alla Barilla subirà pericolosi smottamenti.

Parma, 3 febbraio 2010

-823 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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