lunedì 9 agosto 2010

PM10, il nemico invisibile

La sigla PM10 identifica particelle microscopiche presenti nell'atmosfera il cui diametro medio è uguale o inferiore a 10 millesimi di millimetro.
Polvere e fumo, le PM10 sono particelle ultrafini ed invisibili all'occhio umano, eppure particolarmente dannose per l'organismo umano.
La principali fonti di PM10 legate alle attività dell'uomo sono i processi di combustione (motori a scoppio, impianti di riscaldamento, attività industriali, inceneritori, centrali termoelettriche, l'usura di pneumatici, freni e asfalto).
Un'altra parte di PM10 viene prodotta dalla trasformazione in piccole particelle di gas come azoto e zolfo emessi dai processi di produzione.
Sono le dimensioni che fanno da linea guida al grado di pericolosità di queste particelle. Significa che il loro diametro è inversamente proporzionale alla nocività. Se quindi scendiamo in dimensioni aumentiamo di molto la pericolosità, per la loro capacità di raggiungere le varie parti dell'apparato
respiratorio. Queste particelle raggiungono la cavità orale e nasale se hanno dimensione oltre i 7 millesimi di millimetro (PM7), laringe fino a 7, trachea e bronchi primari fino a 4,7, bronchi secondari sino a 2,1, infine gli alveoli polmonari raggiunti dalle particelle che hanno una dimensione sino a 1,1 millesimi di millimetro (Pm 1,1) Asma, affezioni cardio polmonari, l'organizzazione Mondiale della Sanità, in uno studio del 2000 su 8 città del mondo, ha stimato che alle Pm 10 sia legato lo 0,5 dei decessi registrati in un anno, Una cifra enorme, preoccupante, in continuo aumento.
Già dal 2002, la legislazione italiana ha previsto un limite annuale per la presenza di Pm10 in atmosfera, un valore di 50 milligrammi per metro cubo, valore limite che è consentito superare per non oltre 35 giorni all'anno.
L'Agenzia regionale per l'Ambiente monitora l'aria dei centri urbani per registrare questi dati.
Ecco allora che Parma ha già superato, e siamo a fine novembre, il tetto massimo di PM10 previsto per l'anno intero. Siamo infatti a 42 giorni di superamento, come media tra la centralina in Cittadella e quella di via Montebello
A Parma la qualità dell'aria è pessima. Gli ultimi giorni hanno registrato sforamenti record con presenza di PM10 scritti nelle centraline, che avrebbero dovuto far scattare provvedimenti immediati da parte degli amministratori per garantire la salute dei cittadini, ma che invece passano tra l'indifferenza generale.
Con soglia massima ammissibile di 50 milligrammi, il 16 novembre Parma registrava 88
milligrammi, il giorno dopo 64, il 18 novembre si arrivava a 48, giovedì 19 l'asticella si è fermata a 54, il 20 a 62, il 21 ha raggiunto i 64 milligrammi, il 22 novembre 55, il 23 novembre 59.
Un record quasi da registrare nel Guinness dei primati negativi se non fossimo davanti a evidenti dati strettamente correlati con la salute dei cittadini, bambini e anziani in particolare. In queste condizioni di inquinamento il consiglio è quello di rimanere in casa, di non respirare “troppo” questa aria malefica che ci attende appena fuori dall'uscio.
In questa già grave condizione si vuole mettere il carico da 11, un impianto di incenerimento di rifiuti che porterà un innalzamento deciso delle PM10 nell'aria e l'immissione di Parma in un tunnel senza uscita, un tunnel dove il respirare sarà sempre più difficoltoso e pericoloso.
Un impianto che costerà 180 milioni sta per essere messo in opera a 4 km dal Duomo.
Parma ancora tace?

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti

Parma, 26 novembre 2009

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