lunedì 9 agosto 2010

Cari amministratori, l'alternativa all'inceneritore esiste

GENTILE SINDACO
GENTILI ASSESSORI
GENTILI CONSIGLIERI COMUNALI
Enia Spa, con l'avvallo del Comune di Parma e della Provincia di Parma, è in procinto di costruire a Ugozzolo, a 4 chilometri dal centro di Parma, un enorme forno inceneritore da 130.000 tonnellate di rifiuti bruciati in un anno.
La soluzione che noi, del Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti, proponiamo porterebbe enormi vantaggi sotto ogni punto di vista.
Si tratta di un progetto di centro riciclo sulla falsariga di quello in funzione a Vedelago (Treviso).
E' un sistema di trattamento meccanico della frazione residua che combinato con una buona raccolta differenziata porta a porta arriva a riciclare il 95% del rifiuto urbano.
Il trattamento meccanico a freddo della frazione indifferenziata dei rifiuti urbani produce solo il 5% di residuo, da conferire in discarica. Si tratta di residuo secco, stabile, che non contiene veleno ne tanto meno è da trattare in discariche speciali. Questa frazione è di gran lunga inferiore (5%) al 30% di scorie pericolose (ceneri pesanti e ceneri volatili) prodotta da un impianto di
incenerimento.
Il costo dell'inceneritore di Parma è stimato in 180 milioni di euro, 25 gli anni in cui dovrà continuare a bruciare rifiuti per poter arrivare alla copertura dell'investimento.
La capienza dell'impianto è di circa il doppio del rifiuto residuo urbano prodotto dal nostro territorio e si prefigura da subito la probabilità che nel forno verranno portati rifiuti anche speciali provenienti anche da fuori Provincia.
Siamo ancora in tempo a fermare tutto questo e a virare il progetto verso un trattamento meccanico dei rifiuti, che non comporta alcuna combustione, costa molto meno (10 milioni di euro), è operativo in 6 mesi (contro i 3 anni e passa dell'inceneritore).
Dal 1995 gli Stati Uniti hanno vietato la costruzione di nuovi inceneritori, considerata la loro ormai provata pericolosità per la salute umana. Da 10 anni in Europa non si costruiscono più inceneritori andando alla dismissione di quelli ancora attivi.
L'impatto sanitario sul territorio di questo inceneritore sarà davvero importante.
La Pianura Padana, già in crisi per la qualità dell'aria, subirà un ulteriore e netto peggioramento quando il camino comincerà ad eruttare i suoi fumi e le sue ceneri sul territorio.
La nostra terra ha ancora la fortuna di essere considerata come la culla del buon vivere e del buon mangiare, con una serie di prodotti Dop che tutti ci invidiano. Non buttiamo al vento questa patrimonio.
Lo sapete che a Brescia, dove c'è un inceneritore del tutto simile a quello che si vuole costruire qui, 9 aziende hanno subito l'esclusione del proprio latte per eccesso di diossina? E che 59 aziende agricole bresciane attorno all'inceneritore hanno un latte con percentuali di diossina che hanno superato il limite di azione?
Che fine farà la food valley?
Che ne sarà delle importanti industrie agroalimentari piccole, medie e grandissime che insistono sul territorio?
E' una scelta che segnerà per sempre il futuro della nostra terra.
Non facciamo finta di niente.

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti

Parma, 3 novembre 2009

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