martedì 10 agosto 2010

Ceneri e diossine, una coppia d'assi

Nessuno si mette mai a contare quante diossine sono presenti nelle ceneri prodotte dagli inceneritori.
Si da per scontato che siano esenti da inquinanti e che tutto sia stato “tolto” nel processo di incenerimento o di filtraggio.
Addirittura si propone l'utilizzo delle ceneri pesanti nel campo dell'edilizia mettendo a rischio inquinamento le nuove costruzioni. E’ un fatto certo e documentato che gli inceneritori con recupero energetico producano rifiuti speciali e rifiuti tossici, che restano sul fondo del forno o che sono intercettati dalla depurazione dei fumi.
Si tratta di rifiuti molto più pericolosi dei rifiuti urbani trattati, che occorre smaltire in sicurezza e con grande attenzione. Non è affatto un problema secondario, dato che le quantità di ceneri in gioco non sono per niente trascurabili.
Prendendo ad esempio l'inceneritore delle meraviglie di Brescia, nel 2005 ha prodotto complessivamente oltre 167 mila tonnellate di ceneri (136 mila tonnellate di ceneri pesanti e 31 mila tonnellate di ceneri leggere), una quota che corrisponde a 882 chili di rifiuti per ciascun abitante del comune di Brescia. E pensare che c'è ancora qualcuno che sostiene che gli inceneritori fanno “sparire” i rifiuti.
Studi su inceneritori italiani e spagnoli hanno evidenziato da 2 a 7 microgrammi di diossine nelle ceneri pesanti e da 2 a 11 microgrammi nelle ceneri leggere.
Nelle ceneri, insieme alle diossine, si trovano diversi metalli tossici e cancerogeni come gli idrocarburi policiclici aromatici, in concentrazione superiore a quelli misurati nei rifiuti inceneriti.
L’idea di risolvere il problema, come è stato fatto nel recente passato in paesi come la Danimarca, usando le ceneri pesanti per riempimenti stradali e per asfalto e utilizzando le ceneri leggere per fare manufatti in cemento, è una scelta davvero imprudente.
Ovvio che sarebbe più saggio rinunciare all’incenerimento e puntare decisamente a modelli di produzione e consumo a “rifiuti zero”, una scelta tutt’altro che utopica.
Per quantificare il problema delle diossine nelle ceneri, ricordiamo che nel 2006 in Italia abbiamo incenerito “solo” 4 milioni di tonnellate di rifiuti e ipotizzando una produzione media di 5 microgrammi di diossine per ogni tonnellata incenerita, in quello stesso anno abbiamo prodotto circa 20 grammi di diossine.
Le diossine sono sostanze molto tossiche. Sono poco volatili per via del loro elevato peso molecolare, poco o nulla solubili in acqua, ma sono più solubili nei grassi, dove tendono ad accumularsi. Proprio per la loro tendenza ad accumularsi nei tessuti viventi, anche un'esposizione prolungata a livelli minimi può recare danni.
La diossina è talmente tossica che viene misurata in picogrammi (pg). Questo valore corrisponde ad un miliardesimo di grammo.
La dose massima per l'uomo adulto è di 20 picogrammi per kg di peso corporeo a giorno,corrispondenti a 140 pg. per la media di 70 kg.
L'inceneritore di Parma emetterà dal camino una quantità di diossine corrispondenti alla dose massima per 987.428 persone adulte.
Uno dei massimi esperti in Italia di diossine e di inquinamento è Federico Valerio dal cui sito abbiamo colto ampie riflessioni qui in parte riportate.
Una miriade di notizie e di materiali che potete anche voi ritrovare qui
http://tinyurl.com/federicovalerio

Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 02 agosto 2010
-643 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+63 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai

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