domenica 8 agosto 2010

I rifiuti abbandonati tornano sotto altra forma

Il Signor C.Ferrari ci domanda come si possa davvero educare “certe” persone che gettano rifiuti a destra e a manca, senza alcun rispetto per sé e per gli altri e che anche tali temi andrebbero
sottolineati e trattati come quello dell'inceneritore.
Il lettore sotto un certo punto di vista si risponde da solo quando segnala l'abbandono “a fianco dei cassonetti” dei rifiuti più diversi.
Questo è uno dei punti su cui il Coordinamento Gestione Corretta dei Rifiuti, che dal 2006 porta avanti la sua battaglia contro l'inceneritore, si è sempre espresso chiaramente.
I cassonetti in strada sono un invito, neanche poi tanto sottinteso, a deresponsabilizzare la gestione dei rifiuti. Nei cassonetti, o a fianco di questi, qualunque cittadino può mettere qualunque tipo di rifiuto, anche pericoloso, senza rischiare alcunché.
E' per questo che da anni chiediamo la rimozione dei cassonetti perché soltanto riportando nelle case di ognuno di noi il momento della produzione dei rifiuti riusciamo nell'intento di rifiutare solo e soltanto quello che rifiuto è, e nel modo corretto.
Prova ne sia che dove il sistema di raccolta differenziata spinta porta a porta è stato messa in atto è di pari passo calata la produzione pro capite di rifiuti, e di molto.
Se poi aggiungiamo la tariffa puntuale, “pago per quello che produco” e “non pago per quello che riciclo”, mettiamo in moto un meccanismo virtuoso che porta immediati vantaggi sotto tutti i punti di vista.
La presenza poi di rifiuti abbandonati qua e là certo non si risolve con la costruzione di un inceneritore, che, anzi, peggiora di molto la situazione. I rifiuti abbandonati infatti non costituiscono di per sé un danno all'ambiente già in atto ma semplicemente materiali abbandonati che se recuperati per tempo possono trasformarsi in risorsa.
Se invece come oggi accade questa materia noi la bruciamo, essa si trasforma in fumi, gas e veleni che dal camino di un inceneritore fuoriescono nell'ambiente.
Tornano in pratica in quell'anfratto dove il maleducato li aveva abbandonati, ma sotto una forma ben più pericolosa ed invisibile.

Parma, 5 febbraio 2010
-821 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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