domenica 8 agosto 2010

Parma non risponde, San Francisco chiama Roma.

Ora è ufficiale, il sindaco di San Francisco, il 29 gennaio, dopo il silenzio di Vignali, sceglie la capitale come destinataria di un invito ad una collaborazione fattiva sul tema dei rifiuti.
L'auspicio è quello che Alemanno voli negli States per vedere con i propri occhi e toccare con mano la tecnologia applicata nella grande metropoli californiana, progetto che ha consentito di evitare la costruzione di un inceneritore per gestire il problema rifiuti e che ha portato già ora San Francisco ad una percentuale di differenziata del 72%.
Ci viene sempre ripetuto che per una grande città come Parma l'inceneritore è inevitabile perché le alternative proposte possono funzionare solo per piccole comunità.
Bene, ora dare della piccola comunità a San Francisco non sarà semplicissimo.
E anche spiegare come mai aldilà dell'oceano, senza inceneritore, sono al 72% metre aldiqua ci attestiamo sui un modestissimo 50% (e ce ne vantiamo pure)
Spiegare che insomma Parma è più complessa delle strade della California non sarà proprio una passeggiata, anche se siamo certi che Enia riuscirà nell'impresa, magari dimenticando casualmente qualche dato, togliendo qualche zero, aggiungendo cifre qua e là come sta facendo con la campagna “Enia, Urrà!” in giro per la città. Soldi spesi bene? Non sarebbe stato meglio spenderli per migliorare la raccolta differenziata, magari togliendo da subito i cassonetti dalle strade o estendendo
a tutta la provincia una differenziata seria e porta a porta in modo da raggiungere davvero delle cifre ragguardevoli.
Ma gli americani vogliono fare gli americani.
Così il sindaco Gavin Newson, classe 1967, che da primo cittadino di una città di queste dimensioni dovrebbe avere qualche grattacapo in più del nostro Pietro Vignali, addirittura guarda avanti.
Come sanno fare i giovani.
Nel 2050, scrive nella sua missiva indirizzata alla Capitale, le Nazioni Uniti prevedono la popolazione del mondo concentrata nelle città per i suoi tre quarti, qualcosa come 7 miliardi di persone. Questa concentrazione pone le metropoli in prima linea nella responsabilità globale dei cambiamenti climatici, nella gestione dei rifiuti, nell'inquinamento generale, richiamandole a cambiamenti decisivi per l'ambiente.
E la collaborazione tra città, lo scambio di informazioni, esperienze, disponibilità, vengono ritenute talmente importanti da proporre un vero e proprio patto ambientale, un gemellaggio che guardi avanti, verso la prospettiva di un mondo che non produca più rifiuti ma tenga in gran conto le poche risorse rimaste.
Allora l'auspicio è che anche tra Parma e Roma prosegua la collaborazione già sviluppata su altri temi, che le parole del sindaco a Sant'Ilario, quando parlò delle eventuali decisioni del passato che se sbagliate bisogna avere il coraggio di cambiare, possano applicarsi anche all'ambiente, la culla da cui tutti veniamo e a cui tutti torneremo. Non avveleniamo la nostra culla.

Parma, 3 febbraio 2010

-823 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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