mercoledì 11 agosto 2010

Il bavaglio di Oppimitti

Se tutto va bene, se tutto è sotto controllo, se nulla è successo, cos'è questo opprimente silenzio e questa grave censura sui fatti di Borgotaro?
Domenica scorsa è andato a fuoco, per cause ancora da chiarire, un capannone della ditta Oppimitti di Borgotaro, in pieno centro.
Un colonna nerissima di fumo ha pervaso l'aria per ore in città e nei dintorni.
Il fumo acre ancora si sente, a due giorni di distanza, impregnare l'aria del Borgo.
Una schiera di vigili del fuoco ha lavorato per ore per circoscrivere l'incendio e per giorni per avere ragione del rogo.



Cosa è bruciato? Carta, plastica, cartone, riportano le scarse notizie.
Problemi, rischi ambientali e per la salute? Nessuno, si affrettano a dire Arpa e dintorni.
Fanno però una conferenza stampa dove quasi anticipano le conclusioni rassicuranti, ma di particolari se ne san pochi.
Lunedì il Partito della Rifondazione Comunista di Borgotaro emette un comunicato stampa e si pone alcune lecite domande sulla salute e sui doverosi riscontri in tema di autorizzazioni, impianti di sicurezza etc.
Ma ecco scattare rapida la censura. La tv locale, RTA, non trasmette il comunicato e si rifiuta di dare spazio a questa voce, che ha diritto di farsi sentire.
Poi si scopre che la ditta Oppimitti ha la mani in pasta nell'emittente locale e allora capiamo tutto e ritorniamo ai soliti discorsi all'italiana.
Possibile che siamo ancora ridotti così male per cui dei giornalisti non possano fare il mestiere di giornalisti ma solo quello degli scrivani?
Forse è già in vigore la legge bavaglio?
Cosa si nasconde dietro quell'incendio? Cosa c'è dietro che non si possa mettere alla luce del sole?
A questo punto viene da pensare che il magazzino non fosse pienamente a norma ed in regola.
Davvero era in possesso di tutte le autorizzazioni? Detenendo ingenti quantità di materiali infiammabili aveva il nulla osta dei vigili del fuoco? Il certificato di prevenzione incendi è stato ottenuto? C'era un impianto di spegnimento adeguato per rispondere alle emergenze come quella di domenica? Può essere autorizzato in un centro abitato questo tipo di magazzino?
Sciogliamo il bavaglio.


Il Comunicato rifiutato


Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR

Parma, 11 agosto 2010
-634 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+72 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai

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