domenica 8 agosto 2010

Il 2010 che vorrei è senza fumo

Parma ha davanti a sé una scelta importante per il futuro.
Andare avanti con il progetto dell'inceneritore o prendersi una pausa di riflessione per considerare seriamente l'alternativa possibile.
Dall'approvazione del Piano Provinciale Gestione Rifiuti il progresso tecnologico ha fatto passi da gigante e le soluzioni alternative all'inceneritore, che allora sembravano pura utopia, oggi sono una realtà concreta.
Il nostro territorio, premiato in tutto il mondo per la qualità dei suoi prodotti alimentari, si trova davanti ad un grande rischio, quello di inficiare i risultati raggiunti senza trarne alcun beneficio.
L'inceneritore di Parma sorgerà a fianco dell'autostrada, a qualche centinaio di metri da multinazionali della pasta, nel cuore della food valley.
L'associare il marchio Parma all'inceneritore sarà un gioco da ragazzi.
Il camino svetterà sulla città e sarà il nostro biglietto da visita per i prossimi 25 anni.
Parma è sotto i riflettori, un dato positivo da sfruttare e non da buttare via.
Parma tra i mille luoghi da visitare: per quanto tempo ancora?
Parma è anche il Festival Verdi, la mostra sul Correggio, la mostra sul Parmigianino, come sarebbero spendibili con un camino all'orizzonte?
Parma che sventola sul pennone più alto il prosciutto, il parmigiano, il culatello, la pasta, è la stessa che oggi pensa di poter sostenere che l'inceneritore non inquini, non danneggi, non sprechi risorse?
Da più parti giunge l'appello a salvare Parma: anche San Francisco scrive alla città invitandola ad un ripensamento, a sposare il futuro e divorziare dal passato.
Virare, un colpo d'ala coraggioso, siamo ancora in tempo.
Potremmo diventare un esempio per l'Italia, come tante volte è già capitato.
Un territorio che fa proprio un progetto alternativo che salvaguarda la salute, l'ambiente, l'economia, che non grava sui bilanci ma anzi crea posti di lavoro e utili, recuperando materia, non distruggendo nulla, portando consapevolezza ai cittadini che il grado di civiltà di un popolo lo si vede da come gestisce i propri rifiuti (lo diceva Gandhi).
Parma potrebbe diventare un esempio virtuoso per il Paese, un territorio che guarda avanti con saggezza, utilizzando tutte le conoscenze per il bene comune. La costruzione dell'inceneritore impedirebbe tutto questo.
L'inceneritore non è una scelta condivisa: ne dai comuni ne dai parmigiani.
Quando anche Enia ne trarrà le dovute conseguenze? Non pensa Enia che salvaguardare la salute e i portafogli dei suoi utenti-clienti sia il modo migliore per garantirsi fiducia e fedeltà e che invece insistere su un progetto che ha solo ombre la porterà lontana dal cuore dei parmigiani?

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti

Parma, 28 dicembre 2009

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