Domenica scorsa un capannone della Oppimitti, azienda che si occupa di rifiuti, è andato a fuoco nel pieno centro di Borgotaro.
Un'enorme colonna di fumo nero ha colmato la visuale del paese per diverse ore e ci sono voluti due giorni per arrivare al completo spegnimento del rogo.
E' bruciata carta, cartone e plastica a cielo aperto per ore.
Naturalmente l'Arpa rassicura la popolazione invitandola a stare tranquilla
Gli inceneritori bruciano gli stessi materiali andati a fuoco domenica da Oppimitti, eppure per queste combustioni sono previsti sistemi di filtraggio imponenti, vista l'imponenza degli inquinanti che si formano.
Teniamo anche presente che sono le temperature il fattore determinante per la eventuale produzione di diossina. Sotto i 1000 gradi si sprigionano che è una bellezza, in particolare se siamo in presenza di cloro, una delle sostanze presenti nella plastica, che è appunto bruciata domenica e lunedì.
Eppure leggiamo che ci si deve preoccupare perchè è in atto la combustione di materiale “non tossico”. Che significa tutto e niente. Sono andati forse a vedere se la plastica conteneva cloro, hanno verificato forse che le temperature fossero belle calde per evitare la produzione di diossine?
Se la matematica non ci riserva sorpresa dell'ultimo momento, se la plastica va bruciata a 1000 gradi sennò provoca diossina, a Borgotaro è stata prodotta diossina a iosa.
“I controlli comunque continuano e e mi pare vi sia stata tutta l'attenzione possibile su questo fronte per contenere e porre sotto sorveglianza questa problematica di tipo igienico sanitario”.
Sono le parole del sindaco del capoluogo della Valtaro Oppo, che di tranquillizzante hanno ben pco con tutti quei “mi pare”, “contenere”, “porre sotto sorveglianza”, tanti giri di parole per dire che non si sa cosa è stato messo in atmosfera e speriamo bene.
Tanto ci pensa il vento a disperdere, che non significa però fare sparire ma semplicemente spostare altrove.
Nel frattempo in paese, in particolare nel quartiere di San Rocco, “si respirava un fastidioso odore di fumo”, che significa “si inalava tutto ciò che c'era dentro” e facciamo i dovuti scongiuri.
Delle due una. O a bruciare plastica si producono schifezze, con tutti i filtri del caso, quindi cosa è successo a Borgotaro tutti lo intuiamo, oppure ognuno dietro l'aia si faccia i falò suoi, così almeno risparmiamo tutti questi soldi a costruire inceneritori superdotati e inutili.
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 10 agosto 2010
-635 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
+71 giorni dalla richiesta a Enia del Piano Economico Finanziario del Pai
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