Dalla manifestazione del 17 aprile ci sembra di poter cogliere un messaggio chiaro: la gente di Parma non vuole l'inceneritore.
Ci sono troppi rischi per la salute e per l'ambiente, nonostante le sbiadite rassicurazioni.
Non ne vale la pena, specie oggi che ci sono delle alternative che fanno la stessa cosa e meglio.
Ci sono i costi esorbitanti che porteranno denaro dalle tasche dei cittadini ai costruttori ed ai gestori (Enìa) che in realtà mira a far business, mettendo in secondo piano i rischi per la salute.
Nell'ipotesi alternativa invece i soldi rimangono in tasca ai cittadini.
La costruzione dell'inceneritore verrà messa totalmente a carico dei clienti di Enìa, 180 milioni non sono pochi, nemmeno per una Spa.
Perché allora non spenderne 10, abbassando poi drasticamente la tariffa dei rifiuti?
Si può arrivare tranquillamente a far spendere meno di cento euro all'anno per famiglia.
Mentre oggi se ne spendono più di 200.
Come se ne spendevano 200 nel 2008, anno fissato per la base delle tariffe che verranno applicate a inceneritore a regime, insomma una gara persa in partenza.
Sabato scorso Parma ha avuto l'appoggio convinto dell'Italia intera, che è giunta da ogni parte del Paese con entusiasmo e convinzione, nonostante le avverse condizioni del tempo.
E' un segnale forte che non si può più far finta di non vedere e considerare.
Costruire oggi questo impianto significherebbe andar contro la volontà della popolazione, ormai è chiaro. Oggi non ci sono più scuse per non fare una pausa di riflessione.
Non ci sono progetti impossibili da fermare quando è in gioco la salute e l'economia di un territorio.
Non si può mettere a rischio una terra per 70.000 tonnellate di rifiuto che Enia non sa come gestire.
Perché noi sappiamo invece come gestirlo, senza inquinare nulla, con costi inferiori, dando certezza di decisa diminuzione delle tariffe, di un evidente aumento dell'occupazione del settore, con tempi di realizzo neanche paragonabili: 6 mesi contro 3 anni, e con una percentuale di recupero di materia del 95%, ormai prossimo al traguardo del 100%.
A meno che a Palazzo si nascondano problematiche che noi non conosciamo, legate ad appetiti che somme di questo genere potrebbero avere ingenerato.
Noi sappiamo di poter cambiare, oggi, non domani, il metodo di approccio alla gestione dei rifiuti, per renderlo corretto e rispettoso di tutti.
A meno che il vero decisore sia Enia, che pare sempre presentarsi come interlocutore nei confronti dell'opinione pubblica, quando invece dovrebbero essere soltanto le amministrazioni a confrontarsi con i cittadini. E' una invasione di campo e una delega che comune e provincia non dovrebbero accettare. Enia è una Spa che pensa ai propri bilanci, e questa è la sua priorità.
Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse
Parma, 21 aprile 2010
-746 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!
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