martedì 3 agosto 2010

Quello sporco, umido pasticcio di Enia

Il 30 luglio del 2008 la giunta comunale di Parma vota all'unanimità una delibera presentata dall'assessore Sassi riguardante l'adeguamento del piano “Parma Differenziata”, piano strategico affidato al consorzio Priula nel 2007. Si tratta in somma sintesi di incrementare li numero delle stazioni ecologiche e di aumentare la raccolta dell'umido, bisognosa di un deciso incremento.
Enia sottoscrive la proposta e la delibera passa.
L'intenzione è quella di coinvolgere sempre maggiori zone della città nella eaccolta differenziata porta a porta permettendo di raggiungere entro il 2012 le percentuali richieste per legge.
Il piano di Priula è molto dettagliato, anche nelle modalità di attuazione.
Per la frazione umida, per una serie di motivazioni, tra le quali la riduzione dei gas serra, “si ribadisce l'importanza di effettuare la raccolta del rifiuto umido con sacchetti biodegradabili anche nel Comune di Parma”.
Detto, fatto.
Enia ci porta in casa i sacchetti di plastica. Proprio il polietilene, considerato il peggior contenitore per la frazione umida.
Il documento di Priula non esita a citare anche la legge a supporto delle proprie convinzioni ed in particolare il decreto legislativo 04/2008 che definisce la raccolta differenziata: “La frazione organica umida è raccolta...con sacchetti biodegradabili”.
“L'esperienza di gestione del compostaggio” continua Priula nel documento approvato dalla giunta comunale “dimostra che la separazione completa del sacco di plastica dal rifiuti organico non è possibile in quanto insieme alla plastica rimane una quantità significativa di materiale organico non separabile. Questo rifiuto che viene avviato a smaltimento, deve essere bruciato insieme alla plastica”.
Uno studio regionale dell'Arpa del Veneto aveva addirittura fatto il conto della serva. Usare i sacchetti di plastica fa incrementare lo scarto addirittura del 22%.
L'utilizzo del sacchetto in mater-bi ha anche altre importanti motivazioni che giocano a suo favore.
Oltre alla diminuzione di gas serra emesso, la traspirabilità fa sì che il rifiuto si riduca in peso del 30%, mitigando così anche i costi per la sua gestione, evita i cattivi odori, la formazione di muffe e la fermentazione anaerobica (senza ossigeno) causa di deterioramento della stessa frazione organica e conseguente scadimento della qualità, elimina la formazione di percolato e la fermentazione della materia organica.
Ma la faciloneria del gestore dei rifiuti arriva anche a complicare le cose semplici. O forse no.
Con il sacchetto di plastica l'organico diventa quasi un rifiuto da trattare e smaltire e il richiamo dell'inceneritore è sempre fortissimo ed echeggia nelle orecchie di Enia come una sirena irresistibile.
Ma allora ci domandiamo. A che cosa servono le delibere di giunta, approvate dallo stesso ente gestore, se poi si fa esattamente il contrario, senza che nessuno sollevi obiezioni?
Si tiene davvero alla raccolta differenziata dell'umido oppure è uno specchietto per le allodole?
Allo sforzo dei cittadini che ogni giorno separano diligentemente gli scarti di cucina dal rifiuto secco segue altrettanta attenzione da parte del gestore?

Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti e Risorse

Parma, 30 aprile 2010
-737 giorni all'avviamento dell'inceneritore di Parma. Possiamo ancora fermarlo!

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