La nostra ricerca di chiarezza si è scontrata anche ieri sulla lacunosità di Enia.
Da diligenti cittadini ci siamo recati allo sportello del martedì per ottenere il Piano Economico Finanziario dell'inceneritore (1 giorno alla settimana dalle 9,30 alle 12 per un progetto che ha una enorme rilevanza pubblica ci sembra una scarsa dimostrazione di apertura e disponibilità nei confronti dei cittadini).
Ma il documento finanziario, tra i faldoni del Paip (Polo Ambientale Integrato di Parma), non era presente.
Così siamo dovuti ricorrere ad una ulteriore domanda di accesso agli atti con ulteriori precisazioni,firme, protocolli.
Quindi: documento di identità all'entrata, richiesta di accesso agli atti numero 1, presenza scortata nella “stanza dei bottoni” dove ci sono i faldoni del piano, richiesta agli atti numero 2.
Vedremo se alla fine di questa lunga storia il Piano uscirà fuori.
Vorremmo però spiegare la motivazione per cui si vuole fare luce su questi dati.
Ovvio a tutti che il progetto dell'inceneritore di Ugozzolo abbia una pubblica valenza e vada ad impattare a 360 gradi sul nostro futuro.
Anche dal punto di vista economico.
Tra le varie storture del progetto vi sono diverse lacunose parti buie e fra queste possiamo annoverare senz'altro l'assoluta mancanza di ogni riferimento al piano finanziario e di ammortamento riguardante questo progetto, finalizzato alla soluzione di una problematica della collettività come quella dei rifiuti.
I cittadini-clienti di Enia saranno coloro che attraverso le bollette andranno a pagare l'impianto e quindi il costo complessivo dell'impianto inciderà sulle tariffe stesse.
Cosa c'è allora di più importante che mettere all'evidenza dei cittadini l'entità dell'investimento e le modalità del rientro per dimostrare nei fatti la convenienza economica della costruzione di un inceneritore?
E' molto semplice, perché non si vuole essere sinceri fino in fondo.
Perché costruire un inceneritore è anti economico.
Lo abbiamo scoperto dalle stesse parole del sindaco di Reggio Emilia Graziano Del Rio che durante l'incontro ieri pomeriggio in Municipio con il sindaco Vignali ci ha detto: “A Reggio abbiamo fatto due conti e con la percentuale di raccolta di differenziata che si attesta tra il 60 e il 70 per cento, costruire un inceneritore è antieconomico”.
Lapalisse non si sarebbe espresso meglio.
Ovvia la nostra deduzione: viste le somiglianze tra i due territori, se non è economico a Reggio...
Ma a Parma la pensano diversamente e forse l'euro al di qua dell'Enza cambiando confine cambia anche valore.
O meglio, dietro l'apparente scelta di gestire i rifiuti urbani si nasconde il business di Enia, quello di bruciare rifiuti speciali a discapito della salute dei parmigiani. E si capisce a questo punto che anche il valore della salute dei reggiani superi quello dei parmigiani, visto che sempre di Enia stiamo parlando.
L'economia di una scelta industriale come quella dell'inceneritore non è mai stata messa in discussione, non sono stati presentati dati finanziari per spiegare come si evolveranno la tariffe, non conosciamo il piano economico finanziario, perché Enia è una Spa e si trincera dietro il segreto di società quotata in Borsa.
Enia alla bisogna viene presentata come società a larga partecipazione pubblica, come ancora è, oppure come contraente privato e oscuro.
Crediamo che quando si trattano problemi della collettività si dovrebbe mettere alla luce del sole, dalla a alla z, tutti gli aspetti di un progetto, per mettere l'opinione pubblica nelle condizioni di convincersi di aver fatto la scelta migliore, oltre che quella giusta.
E dalle ultime storture del procedimento autorizzativo segnalate sulla stampa par di capire che ci sia tutto fuorché la chiarezza a fare da bussola nel viaggio dell'inceneritore di Parma.
Poche luci ma solo buio, oltre la siepe (mangiapolveri).
Associazione Gestione Corretta Rifiuti e Risorse di Parma - GCR
Parma, 7 luglio 2010
-669 giorni all'avvio dell'inceneritore di Parma, NOI lo possiamo fermare!
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